Virgolette

Sulle tastiere dei computer le virgolette sono indifferenziate: lo stesso tasto che serve ad aprirle, serve anche a chiuderle. Nei programmi più semplici, tipo blocco note, le virgolette aperte sono uguali a quelle chiuse. Questo perché in programmazione le virgolette indifferenziate sono le uniche consentite. Anche sulle macchine da scrivere, per risparmiare sui tasti, le virgolette erano indifferenziate. Ma per un testo che abbia una veste grafica presentabile, è chiaro che le indifferenziate non vanno bene. Per fortuna i programmi attuali di videoscrittura eseguono la sostituzione in automatico. Premendo il tasto virgolette, se a sinistra del cursore c’è uno spazio il software seleziona il carattere aperte virgolette, in caso contrario inserisce il chiuse virgolette. Se la sostituzione non avviene di default, si può impostare l’automatismo: in OpenOffice si va al menù Strumenti, Opzioni di correzioni automatica, Opzioni localizzate e si mette il segno di spunta accanto a sostituisci, sia per le virgolette semplici che per quelle doppie. Di default viene impostata la sostituzione con le virgolette alte: singoli o doppi apici che si trovano in alto, hanno la stessa forma della virgola. Le virgolette singole vengono chiamate inglesi, quelle doppie italiane. L’alternativa è usare le cosiddette basse, quelle che hanno una forma che somiglia ai simboli minore e maggiore, con la punta rivolta all’esterno rispetto alle parole che si vogliono mettere in evidenza. In teoria, se sono singole dovrebbero chiamarsi caporali, se sono doppie sergenti, vista la loro somiglianza con i rispettivi gradi militari. Nell’uso comune vengono chiamate caporali anche se sono doppie, (ma non sarebbe proprio corretto).
Gli apici indifferenziati hanno la parte più spessa in alto e la punta sottile in basso. Quando si scrive a mano si tende a seguire lo stesso schema, si parte dall’alto e si curva in basso verso destra o sinistra, a seconda se si deve aprire o chiudere. In tipografia invece si segue uno schema diverso, anche se molti non ci fanno caso. Le chiuse virgolette sono come la virgola, mentre le aperte virgolette hanno la stessa forma, ruotata di 180 gradi. Il risultato è che il tratto più spesso è in basso, e la punta sottile in alto.
Ovviamente i programmi di videoscrittura permettono di personalizzare la sostituzione automatica: al tasto virgolette possono corrispondere i caporali/sergenti, o qualsiasi altro simbolo. Tra cui u+201f, ovvero le aperte virgolette con la punta verso il basso. (Usando le quali comunque si ottiene un effetto insolito, dal nostro punto di vista).
Su Wikipedia c’è una lunga tabella (e in inglese è pure più lunga) che mostra come si usano le virgolette nei vari paesi. Si trovano le soluzioni più insolite. In tedesco, ad esempio, le aperte virgolette sono doppi apici che vanno messi in basso, come la virgola. Le chiuse virgolette invece vanno in alto, ma hanno la forma di quelle che noi consideriamo aperte virgolette. Anche i caporali sono invertiti: la punta va verso l’interno, cioè verso la frase che si vuole mettere in evidenza, anziché verso l’esterno, come da noi. Un discorso a parte va fatto per il cinese, dove si usa una L capovolta, in forma sottile o outline, col tratto orizzontale rivolto verso l’interno (per chiudere, la stessa forma ruotata di 180 gradi). In finlandese si usano le chiuse virgolette sia in apertura che in chiusura. Ecco perché i software di videoscrittura sono personalizzabili. Perché ogni paese dà per scontato che le cose vadano fatte in un certo modo, eppure ognuno fa di testa sua.
E i font designer che dicono? In teoria uno dovrebbe disegnare le varie forme e metterle nella giusta posizione, lasciando scegliere all’utente. Qualcuno però prova a forzare le cose.
Ad esempio, Santiago Orozco, quando ha disegnato l’Italiana (free download su Google), al posto delle aperte virgolette con la punta in alto ci ha messo quelle con la punta in basso (u+201c). Si tratta di un font da usare solo come display, visto che ha dei tratti così sottili che la lettura a dimensione normale sarebbe molto difficoltosa. È un sans serif, ma chissà perché Google lo ha classificato tra i serif.
Tra i sans, anche il News Cycle ha fatto lo stesso giochetto, con un’aggravante: anche gli apici singoli hanno la forma di quelli che in Italia vengono considerate chiuse virgolette. Le possibilità di personalizzazione diminuiscono. Anche nel Garamond gli apici indifferenziati possono avere la stessa inclinazione, ma comunque restano distinguibili da quelli differenziati.
Anche qualcun altro su Google ha fatto la stessa scelta di disegnare gli apici indifferenziati come quelli differenziati (Barry Schwartz per il Sorts Mill Goudy).
I meno previdenti si sono dimenticati proprio di disegnare le virgolette differenziate. È successo a Jonny Pinhorn che ha disegnato il Karla (diretto al mercato tamil/indiano, dove comunque gli apici si usano).
Sono pochi ad avere tralasciato gli apici differenziati. Sono di più quelli che non hanno disegnato i caporali/sergenti.
Due considerazioni: i sergenti del Nanum Gothic sono inguardabili, secondo un criterio occidentale: davvero sembrano un doppio segno maggiore (o minore). Ma il font è diretto al mercato coreano, e quelle sono le normali virgolette che si usano in Corea (specie nel nord, mentre il sud usa delle L simili a quelle giapponesi).
E poi l’Old Standard, (uno dei pochi ad avere quella a minuscola con la grazia che risale in verticale, come si usava tra gli scozzesi alla fine dell’Ottocento). Qui i caporali sono tondi, come fossero piccole parentesi.
Il disegnatore è russo: secondo Wikipedia in Russia i sergenti si usano come da noi. Per i doppi apici si fa come in Germania (si aprono in basso e chiudono in alto), entrambe con la punta sottile verso l’esterno, o in alternativa entrambe con la punta sottile a sinistra.
Per finire: la volete vedere una cosa strana? Il Montserrat Subrayada. È un font dove tutte le lettere poggiano su una linea di base vera e propria. Nulla di strano se le lettere arrivano fino in basso, è come fosse una sottolineatura insolita (anche se manca il tratto centrale della linea sotto lettere come A,H,M). Ma per quei segni che non arrivano fino giù? Quelli la disegnatrice li ha appoggiati su un trattino, come fosse un bastoncino, un paletto che deve reggerli. Come dei segnali stradali. A subire l’insolito trattamento, tutti i segni aritmetici. E, povere loro, anche le virgolette alte.

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