Doors
Un logo abbastanza diffuso e riconoscibile è quello dei Doors di Jimi Hendrix.
Disegnato da qualcuno alla Elektra Records, è apparso sul loro album di debutto nel 1967.
La o e la d non hanno un buco, ma una striscia come negli stencil.
La particolarità è che la o una volta ha una striscia obliqua in discesa, una volta in salita.
Ovviamente qualcuno che ha posto la domanda al forum di What The Font c’è, anche se per trovarla bisogna scorrere loghi di porte di tutti i tipi.
La risposta che viene suggerita è Densmore. Con tanto di link che porta al sito Fontage (in stile web degli esordi), dove si legge “Desmore resemble font used by the Doors”.
Quindi si tratta di qualcosa fatto ad imitazione del carattere usato dai Doors. La a mi ricorda il Futura Black, disegnato da Renner nel 1929.
La d dei Doors è praticamente la stessa del Futura Black. La o di Renner ha il trattino centrale verticale, anziché obliquo. La s invece è diversa: Renner ci ha messo due trattini obliqui, paralleli alla parte centrale della lettera, mentre nel simbolo dei Doors c’è un tratto verticale che spacca la lettera in quattro parti.
La r del Futura Black è simile a quella dei Doors, solo divisa in due parti.
Comunque, il Desmore riprende solo il concetto dal Futura Black: le principali lettere hanno una forma completamente diversa. Mancano tutti i tratti caratteristici. Per giunta manca l’intero alfabeto maiuscolo.Uno può soffermarsi a confrontare la f larga con quella stretta, la w spigolosa, con quella arrotondata. La t curva con quella semplice. E così via. Qualche lettera è abbastanza infelice: la m del Densmore ha due tratti curvi anziché uno come nel Futura. La z col trattino verticale è strana, come pure la v. Strano che nel simbolo dei Doors la o ha il tratto bianco obliquo, e chi ha disegnato il Densmore ha privilegiato i tratti verticali, mentre nel Futura Black, dove il bianco della o è verticale, numerose lettere hanno tratti oblicui (la s, e tutte quelle tra v e z).
Idem per i numeri: a parte lo 0 e l’8, tutti gli altri sono chiaramente distinguibili.
Il nome del font è il cognome del batterista dei Doors.
Il font è un ttf scaricabile gratuitamente. Al posto delle maiuscole ci sono le lettere piene, al posto delle minuscole una versione outline.
Il Readme rimanda alle pagine del canadese Ray Larabie (Larabiefonts)
Non c’è l’anno di realizzazione.
Il sito di Fontage è aggiornato alla fine del 2008 (ma la grafica penso fosse già obsoleta all’epoca).
Alcun font sono scaricabili in uno zip. Per altri c’è il link a Myfonts.
L’anteprima è in piccola dimensione, pixelata: ABCabc123.
Interessante era la classificazione dei fonts su Fontage: Elegante e esotici, Font Famosi, Periodi... con tanto di sottocategorie. Tra i periodi, ci sono antico, medievale, rinascimento, vittoriano, arts and crafts, art nouveau, bauhaus, art deco, era dell’automobile, flower power, techno fine ventesimo secolo.
Peccato che il sito è abbandonato ed è rimasto in quello stato.
Ray Larabie è un disegnatore canadese che vive in Giappone. Ovviamente ci siamo già imbattuti nel suo nome: ha disegnato centinaia di fonts, alcuni col lavoro di una giornata. Su Myfonts ne ha caricati ben 299.
In testa alla classifica c’è il celebre Coolvetica. Seguono Sui Generis, Superclarendon, e tanti altri font diffusi col marchio Typodermic.
Non me l’aspettavo, ma il Densmore sta su vari siti, tra cui Myfonts e Linotype. Quindi è catalogato anche da Identifont, che tra i font simili mette al primo posto il Traffic, a cui di solito non pensa mai nessuno.
La versione che si può vedere su Identifont però è più rifinita di quella che abbiamo già visto: la m è guardabile, nella v e nella x ci sono tratti obliqui....
E ci sono le maiuscole. Quella che mi colpisce di blu è la H, dove il trattino centrale è in realtà un pallino isolato, cerchiato di bianco, che fa da ponte tra le due aste ravvicinatissime.
Anche il tratto centrale di E ed F è un pallino.
L’anno di nascita segnato è il 2009, ma questo font secondo me ha ben poco a che vedere, nel suo complesso, con quello che si trova su Fontage.
Disegnato da qualcuno alla Elektra Records, è apparso sul loro album di debutto nel 1967.
La o e la d non hanno un buco, ma una striscia come negli stencil.
La particolarità è che la o una volta ha una striscia obliqua in discesa, una volta in salita.
Ovviamente qualcuno che ha posto la domanda al forum di What The Font c’è, anche se per trovarla bisogna scorrere loghi di porte di tutti i tipi.
La risposta che viene suggerita è Densmore. Con tanto di link che porta al sito Fontage (in stile web degli esordi), dove si legge “Desmore resemble font used by the Doors”.
Quindi si tratta di qualcosa fatto ad imitazione del carattere usato dai Doors. La a mi ricorda il Futura Black, disegnato da Renner nel 1929.
La d dei Doors è praticamente la stessa del Futura Black. La o di Renner ha il trattino centrale verticale, anziché obliquo. La s invece è diversa: Renner ci ha messo due trattini obliqui, paralleli alla parte centrale della lettera, mentre nel simbolo dei Doors c’è un tratto verticale che spacca la lettera in quattro parti.
La r del Futura Black è simile a quella dei Doors, solo divisa in due parti.
Comunque, il Desmore riprende solo il concetto dal Futura Black: le principali lettere hanno una forma completamente diversa. Mancano tutti i tratti caratteristici. Per giunta manca l’intero alfabeto maiuscolo.Uno può soffermarsi a confrontare la f larga con quella stretta, la w spigolosa, con quella arrotondata. La t curva con quella semplice. E così via. Qualche lettera è abbastanza infelice: la m del Densmore ha due tratti curvi anziché uno come nel Futura. La z col trattino verticale è strana, come pure la v. Strano che nel simbolo dei Doors la o ha il tratto bianco obliquo, e chi ha disegnato il Densmore ha privilegiato i tratti verticali, mentre nel Futura Black, dove il bianco della o è verticale, numerose lettere hanno tratti oblicui (la s, e tutte quelle tra v e z).
Idem per i numeri: a parte lo 0 e l’8, tutti gli altri sono chiaramente distinguibili.
Il nome del font è il cognome del batterista dei Doors.
Il font è un ttf scaricabile gratuitamente. Al posto delle maiuscole ci sono le lettere piene, al posto delle minuscole una versione outline.
Il Readme rimanda alle pagine del canadese Ray Larabie (Larabiefonts)
Non c’è l’anno di realizzazione.
Il sito di Fontage è aggiornato alla fine del 2008 (ma la grafica penso fosse già obsoleta all’epoca).
Alcun font sono scaricabili in uno zip. Per altri c’è il link a Myfonts.
L’anteprima è in piccola dimensione, pixelata: ABCabc123.
Interessante era la classificazione dei fonts su Fontage: Elegante e esotici, Font Famosi, Periodi... con tanto di sottocategorie. Tra i periodi, ci sono antico, medievale, rinascimento, vittoriano, arts and crafts, art nouveau, bauhaus, art deco, era dell’automobile, flower power, techno fine ventesimo secolo.
Peccato che il sito è abbandonato ed è rimasto in quello stato.
Ray Larabie è un disegnatore canadese che vive in Giappone. Ovviamente ci siamo già imbattuti nel suo nome: ha disegnato centinaia di fonts, alcuni col lavoro di una giornata. Su Myfonts ne ha caricati ben 299.
In testa alla classifica c’è il celebre Coolvetica. Seguono Sui Generis, Superclarendon, e tanti altri font diffusi col marchio Typodermic.
Non me l’aspettavo, ma il Densmore sta su vari siti, tra cui Myfonts e Linotype. Quindi è catalogato anche da Identifont, che tra i font simili mette al primo posto il Traffic, a cui di solito non pensa mai nessuno.
La versione che si può vedere su Identifont però è più rifinita di quella che abbiamo già visto: la m è guardabile, nella v e nella x ci sono tratti obliqui....
E ci sono le maiuscole. Quella che mi colpisce di blu è la H, dove il trattino centrale è in realtà un pallino isolato, cerchiato di bianco, che fa da ponte tra le due aste ravvicinatissime.
Anche il tratto centrale di E ed F è un pallino.
L’anno di nascita segnato è il 2009, ma questo font secondo me ha ben poco a che vedere, nel suo complesso, con quello che si trova su Fontage.
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