La e aperta. Il simbolo dell’Euro e i simboli monetari
Cercavo tra i font display di Google una e minuscola che fosse aperta, come una c col trattino centrale. Inutile dire che nei font più diffusi la e è sempre chiusa. Devo scorrere due terzi della classifica prima di arrivare al Macondo, di John Vargas Beltràn. “L’obiettivo di questo carattere è quello di provvedere uno stile calligrafico originale e sistematizzato adattato in un moderno font digitale”, spiega la didascalia. “Le forme sono ispirate ad alcune illustrazioni create per un gioco di tarocchi, a sua volta ispirato dal lavoro del premio nobel per la letteratura Gabriel Garcia Marquez, “Cento anni di solitudine”. Le prime versioni risalgono al 97, ma è solo nel 2009 che ne è stata diffusa una versione più completa.
C’è anche un altro font con forme alternative.
Le lettere hanno bordi morbidi e arrotondati, come fossero manoscritte. La forma in gran parte è normale, con qualche tocco che magari richiama qualche manoscritto dei secoli passati (la A maiuscola e minuscola, per esempio).
La lettere può singolare è la M, dove i due tratti obliqui anziché incontrarsi a spigolo si fondono insieme formando un occhiello.
Non mi pare che in tutta Google ci sia un altro font con una e aperta nello stesso modo, se si esclude l’Almendra Sc, che è una spece di maiuscoletto. Le minuscole hanno in gran parte la forma delle normali maiuscole, mentre le maiuscole hanno spesso degli svolazzi (swashes). La E è particolare. Mentre nella versione minuscola è appunto una c col trattino, nella maiuscola ha la forma della epsilon minuscola dell’alfabeto greco. Da notare, nell’Almendra Sc, la caratteristica della C maiuscola che scende molto sotto la linea di base.
E su Dafont? Ce ne sono vari, ma niente di particolarmente interessante. O si tratta di roba particolarmente geometrica, o si tratta di roba di bassa qualità.
Dovendo per forza nominarne uno, direi Jmh Sindbad, di Jorge Moròn, che è fatto solo di lettere maiuscole che vogliono sembrare manoscritte.
Bella idea, non molto rifinito. Al posto del simbolo della percentuale, una spada arabeggiante.
La e tonda dei font geometrici ha qualcosa di familiare: ricorda infatti il simbolo dell’euro, dove la E appunto è composta da un tratto tondo e due sottili righe orizzontali. Le quali spuntano a sinistra, poco, oltre che a destra.
Quasi sempre. Per tornare a Google, l’Ibm Plex fa eccezione, in tutte le versioni (sans, serif, mono, condensed). Il font aziendale della nota azienda informatica ha un simbolo dell’Euro con i trattini che spuntano solo sulla destra.
Un altro font particolarmente originale è il Bitter, di Huerta Tipografica (Argentina). Che sarebbe un normale carattere con grazie, anche molto interessante per la lettura di testi su supporti informatici, che ha un simbolo dell’euro spaccato in due. La linea curva si interrompe tra il trattino superiore e quello inferiore. Idea semplice e geniale. Non sarà proprio la forma corretta, ma non è neanche sgradevole, vista così. Per lo Yen hanno fatto la stessa cosa. La Lira, o Sterlina, ha un solo trattino. Per il dollaro, hanno applicato la soluzione, non insolita, di disegnare solo l’inizio e la fine del tratto verticale, senza spaccare a metà la S. Ma se la E di Euro sembra una C, non si ci può confondere col simbolo dei centesimi (che pure esiste, anche se non è usato?). No, perché il simbolo dei centesimi è stato elaborato in America, quindi la barra è verticale, o obliqua, anziché orizzontale. Come per la S di dollaro, anche se qui ci si può sbizzarrire.
Una soluzione molto popolare è appunto quella di disegnare solo le estremità della linea verticale: si regolano così il Roboto, l’Open Sans e l’Oswald, ad esempio. Il primo e l’ultimo applicano la stessa soluzione anche per il simbolo del dollaro, mentre l’Open Sans, a sorpresa, sbarra la S ma non la c.
Sbarrano la c il Lato, il Montserrat, il Source Sans (che non sbarra la S) e lo Slabo.
Normalmente la barra deve essere verticale, o leggermente obliqua (Lato), mentre chi vuole essere originale la disegna molto obliqua. Vedere il Do Hyeon o il Gamya Flower. In entrambi la barra sulla S è verticale. Il contrario di quello che fa l’italiano Titillium, che ha una barra interrotta verticale sulla c e una barra obliqua intera sulla S.
Talvolta il simbolo del centesimo non poggia sulla linea di base, ma è leggermente rialzato (Open Sans).
Ai tempi delle macchine da scrivere, questi simboli erano composti: prima si digitava la c o la S, poi si tornava indietro di una posizione e ci si digitava sopra una barra. Stesso discorso per il simbolo della lira, con la differenza che in quel caso bisognava digitare il trattino orizzontale, come per lo Yen e la sterlina. Anche se non era necessariamente usato. In mancanza del simbolo della lira, bastava una L maiuscola puntata seguita dalla cifra, e il significato era chiaro comunque.
C’è anche un altro font con forme alternative.
Le lettere hanno bordi morbidi e arrotondati, come fossero manoscritte. La forma in gran parte è normale, con qualche tocco che magari richiama qualche manoscritto dei secoli passati (la A maiuscola e minuscola, per esempio).
La lettere può singolare è la M, dove i due tratti obliqui anziché incontrarsi a spigolo si fondono insieme formando un occhiello.
Non mi pare che in tutta Google ci sia un altro font con una e aperta nello stesso modo, se si esclude l’Almendra Sc, che è una spece di maiuscoletto. Le minuscole hanno in gran parte la forma delle normali maiuscole, mentre le maiuscole hanno spesso degli svolazzi (swashes). La E è particolare. Mentre nella versione minuscola è appunto una c col trattino, nella maiuscola ha la forma della epsilon minuscola dell’alfabeto greco. Da notare, nell’Almendra Sc, la caratteristica della C maiuscola che scende molto sotto la linea di base.
E su Dafont? Ce ne sono vari, ma niente di particolarmente interessante. O si tratta di roba particolarmente geometrica, o si tratta di roba di bassa qualità.
Dovendo per forza nominarne uno, direi Jmh Sindbad, di Jorge Moròn, che è fatto solo di lettere maiuscole che vogliono sembrare manoscritte.
Bella idea, non molto rifinito. Al posto del simbolo della percentuale, una spada arabeggiante.
La e tonda dei font geometrici ha qualcosa di familiare: ricorda infatti il simbolo dell’euro, dove la E appunto è composta da un tratto tondo e due sottili righe orizzontali. Le quali spuntano a sinistra, poco, oltre che a destra.
Quasi sempre. Per tornare a Google, l’Ibm Plex fa eccezione, in tutte le versioni (sans, serif, mono, condensed). Il font aziendale della nota azienda informatica ha un simbolo dell’Euro con i trattini che spuntano solo sulla destra.
Un altro font particolarmente originale è il Bitter, di Huerta Tipografica (Argentina). Che sarebbe un normale carattere con grazie, anche molto interessante per la lettura di testi su supporti informatici, che ha un simbolo dell’euro spaccato in due. La linea curva si interrompe tra il trattino superiore e quello inferiore. Idea semplice e geniale. Non sarà proprio la forma corretta, ma non è neanche sgradevole, vista così. Per lo Yen hanno fatto la stessa cosa. La Lira, o Sterlina, ha un solo trattino. Per il dollaro, hanno applicato la soluzione, non insolita, di disegnare solo l’inizio e la fine del tratto verticale, senza spaccare a metà la S. Ma se la E di Euro sembra una C, non si ci può confondere col simbolo dei centesimi (che pure esiste, anche se non è usato?). No, perché il simbolo dei centesimi è stato elaborato in America, quindi la barra è verticale, o obliqua, anziché orizzontale. Come per la S di dollaro, anche se qui ci si può sbizzarrire.
Una soluzione molto popolare è appunto quella di disegnare solo le estremità della linea verticale: si regolano così il Roboto, l’Open Sans e l’Oswald, ad esempio. Il primo e l’ultimo applicano la stessa soluzione anche per il simbolo del dollaro, mentre l’Open Sans, a sorpresa, sbarra la S ma non la c.
Sbarrano la c il Lato, il Montserrat, il Source Sans (che non sbarra la S) e lo Slabo.
Normalmente la barra deve essere verticale, o leggermente obliqua (Lato), mentre chi vuole essere originale la disegna molto obliqua. Vedere il Do Hyeon o il Gamya Flower. In entrambi la barra sulla S è verticale. Il contrario di quello che fa l’italiano Titillium, che ha una barra interrotta verticale sulla c e una barra obliqua intera sulla S.
Talvolta il simbolo del centesimo non poggia sulla linea di base, ma è leggermente rialzato (Open Sans).
Ai tempi delle macchine da scrivere, questi simboli erano composti: prima si digitava la c o la S, poi si tornava indietro di una posizione e ci si digitava sopra una barra. Stesso discorso per il simbolo della lira, con la differenza che in quel caso bisognava digitare il trattino orizzontale, come per lo Yen e la sterlina. Anche se non era necessariamente usato. In mancanza del simbolo della lira, bastava una L maiuscola puntata seguita dalla cifra, e il significato era chiaro comunque.
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