Yiggivoo
Qualche anno fa un centro sociale aveva fatto uscire un tentativo di free press. Il font usato per la titolazione, a caratteri viola, era molto interessante.
Non l’ho mai identificato. Prendo una lettera che mi colpisce particolarmente, la M, senza grazie, con fianchi obliqui, spessore variabile. La passo nel Font Moose di Luc Devroye.
Risultati pertinenti: al primo posto Jeynsia (Greater Albion), più in basso Dusktil Dawn Book, di Dusk Til Dawn. Seguono numerosi risultati che non c’entrano niente, tra cui perfino Los Muertos di Just My Type, dove molte lettere sono fatte mettendo le tibie una visina all’altra, la O è un teschio (pure la Q), mentre la M è un pipistrello con le ali aperte che puntano verso il basso.
Attiviamo What The Font, e il primo risultato è sempre il Keynsia. Che però non è quello giusto, perché i tratti obliqui della M si incontrano direttamente, mentre in quello che ci interessa c’è un tratto orizzontale che le congiunge.
Non resta che andare a dare un’occhiata dentro Dafont. Con la piccola complicazione che il sito non prevete tag multipli. Se un senza grazie sta nella categoria Retrò, non sta nella categoria Sans Serif.
Almeno il sito si sfoglia facilmente grazie ai tasti freccia.
Mi tocca girare 34 pagine prima di arrivare a quello che cerco. Lì sullo schermo non ha neanche un bell’aspetto, in mezzo a tutte quelle altre M. È lo Yiggivoo, di Peter Wiegel.
Notare che tutte le lettere sono senza grazie tranne E, F, L, T e Z.
Di Pieter Wiegel il sito ha ben 205 fonts, la foto del viso, e il link al sito ufficiale tedesco.
I più scaricati in questo periodo sono due slab, Chunk Five Ex e Eyechart, e due Schwabacher, l’Hamburger Schwabacher e il Gianna (più sottile e moderno).
Lo Yiggivoo va sui 10 download giornalieri, praticamente niente rispetto ai 642 del Chunk Five.
Devroye non ha una pagina dedicata direttamente a Wiegel, ma alla Cat Design Wolgast, che è la sua fonderia. I font sono catalogati per anno.
Interessante un suo 18thCentury Kurrent, basato sulla calligrafia tedesca ottocentesca, ma illeggibile secondo i criteri moderni.
Pure il Kuenstler Gothic mi piace (blackletter medievale con la M dell’onciale, caduta un po’ in disuso). O il Teutonic, dalle forme molto liberty.
Suo è pure l’Astrud, un’alternativa all’Itc Anna con tanto di alfabeto minuscolo.
E suoi sono tanti altri font dai nomi impronunciabili in tedesco, ma dagli specimen in italiano, sul sito di Devroye.
I suoi font sembrano frutto di uno studio accurato. Chissà com’è che si trovano gratuiti su Dafont.
Il sito purtroppo è in gran parte in tedesco. Un banner lampeggiante festeggia il fatto che si è giunti a ben 303 schriftarten, “e tutti freeware!!!”
Sembra pure che c’è un po’ di interazione con gli utenti, tipo digitalizzare alfabeti, scritte, loghi, a un prezzo ragionevole...
Per tornare alla mia free press, le sezioni in cui sono suddivise le varie pagine sono indicate con un altro font: tutte lettere maiuscole, outline, senonché le linee sembrano disegnate a mano, e si intersecano agli incroci.
Qui la cosa è più complicata, in teoria, perché a rigor di logica si potrebbe trovare nella sezione Fantasia > Varie, che ha ben 170 pagine.
Invece lo trovo a pagina 31. Si chiama Caitlyn, ed è l’unico font su cui mi sono soffermato finora su Dafont che non è riconducibile a nessun autore, a nessuna fonderia. Strano. Come c’è finito su Dafont?
Comunque, la sezione Fantasia > Varie mi pare molto interessante. E pensare che da queste parti non ci ho mai ficcato il naso...
Non l’ho mai identificato. Prendo una lettera che mi colpisce particolarmente, la M, senza grazie, con fianchi obliqui, spessore variabile. La passo nel Font Moose di Luc Devroye.
Risultati pertinenti: al primo posto Jeynsia (Greater Albion), più in basso Dusktil Dawn Book, di Dusk Til Dawn. Seguono numerosi risultati che non c’entrano niente, tra cui perfino Los Muertos di Just My Type, dove molte lettere sono fatte mettendo le tibie una visina all’altra, la O è un teschio (pure la Q), mentre la M è un pipistrello con le ali aperte che puntano verso il basso.
Attiviamo What The Font, e il primo risultato è sempre il Keynsia. Che però non è quello giusto, perché i tratti obliqui della M si incontrano direttamente, mentre in quello che ci interessa c’è un tratto orizzontale che le congiunge.
Non resta che andare a dare un’occhiata dentro Dafont. Con la piccola complicazione che il sito non prevete tag multipli. Se un senza grazie sta nella categoria Retrò, non sta nella categoria Sans Serif.
Almeno il sito si sfoglia facilmente grazie ai tasti freccia.
Mi tocca girare 34 pagine prima di arrivare a quello che cerco. Lì sullo schermo non ha neanche un bell’aspetto, in mezzo a tutte quelle altre M. È lo Yiggivoo, di Peter Wiegel.
Notare che tutte le lettere sono senza grazie tranne E, F, L, T e Z.
Di Pieter Wiegel il sito ha ben 205 fonts, la foto del viso, e il link al sito ufficiale tedesco.
I più scaricati in questo periodo sono due slab, Chunk Five Ex e Eyechart, e due Schwabacher, l’Hamburger Schwabacher e il Gianna (più sottile e moderno).
Lo Yiggivoo va sui 10 download giornalieri, praticamente niente rispetto ai 642 del Chunk Five.
Devroye non ha una pagina dedicata direttamente a Wiegel, ma alla Cat Design Wolgast, che è la sua fonderia. I font sono catalogati per anno.
Interessante un suo 18thCentury Kurrent, basato sulla calligrafia tedesca ottocentesca, ma illeggibile secondo i criteri moderni.
Pure il Kuenstler Gothic mi piace (blackletter medievale con la M dell’onciale, caduta un po’ in disuso). O il Teutonic, dalle forme molto liberty.
Suo è pure l’Astrud, un’alternativa all’Itc Anna con tanto di alfabeto minuscolo.
E suoi sono tanti altri font dai nomi impronunciabili in tedesco, ma dagli specimen in italiano, sul sito di Devroye.
I suoi font sembrano frutto di uno studio accurato. Chissà com’è che si trovano gratuiti su Dafont.
Il sito purtroppo è in gran parte in tedesco. Un banner lampeggiante festeggia il fatto che si è giunti a ben 303 schriftarten, “e tutti freeware!!!”
Sembra pure che c’è un po’ di interazione con gli utenti, tipo digitalizzare alfabeti, scritte, loghi, a un prezzo ragionevole...
Per tornare alla mia free press, le sezioni in cui sono suddivise le varie pagine sono indicate con un altro font: tutte lettere maiuscole, outline, senonché le linee sembrano disegnate a mano, e si intersecano agli incroci.
Qui la cosa è più complicata, in teoria, perché a rigor di logica si potrebbe trovare nella sezione Fantasia > Varie, che ha ben 170 pagine.
Invece lo trovo a pagina 31. Si chiama Caitlyn, ed è l’unico font su cui mi sono soffermato finora su Dafont che non è riconducibile a nessun autore, a nessuna fonderia. Strano. Come c’è finito su Dafont?
Comunque, la sezione Fantasia > Varie mi pare molto interessante. E pensare che da queste parti non ci ho mai ficcato il naso...
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