Bitter
Il Bitter finora l’avevo notato solo per via del simbolo dell’euro, che è spaccato a metà: non c’è niente tra i due trattini orizzontali che dovrebbero segare la lettera a metà. Anche nel simbolo dello Yen è stato fatto lo stesso procedimento.
Ora noto che è stato scelto come font per gli articoli dal sito Umbria Journal. Del quale abbiamo già parlato, per via della testata, per la quale era stato scelto un font che a me ricordava Novarese (lo Stop), ma che in realtà deriva dal logo di Star Trek Next Generation.
Il Bitter ha le grazie che si restringono verso l’estremità, ma non si restringono mica troppo. Visto a piccole dimensioni, pare un normale slab.
Il design si fa risalire a Huerta Tipografica, un progetto collaborativo argentino fondato nel 2009.
“Il robusto disegno è ispirato dall’austerità della griglia di pixel”, spiega la didascalia, “basata su principi razionali anziché emozionali”.
È il font più trendy di questa fonderia su Google. Seguono l’Acme, un senza grazie grassetto informale, e Alegreya, un graziato molto letterario.
Ci sono anche un handwriting e un sans, mentre altri due serif non hanno avuto troppo successo (uno con semplici grazie slab, l’altro con qualche estremità lievemente arricciata).
Per i titoli, Umbria Journal ha scelto un normale Open Sans Bold.
Ora noto che è stato scelto come font per gli articoli dal sito Umbria Journal. Del quale abbiamo già parlato, per via della testata, per la quale era stato scelto un font che a me ricordava Novarese (lo Stop), ma che in realtà deriva dal logo di Star Trek Next Generation.
Il Bitter ha le grazie che si restringono verso l’estremità, ma non si restringono mica troppo. Visto a piccole dimensioni, pare un normale slab.
Il design si fa risalire a Huerta Tipografica, un progetto collaborativo argentino fondato nel 2009.
“Il robusto disegno è ispirato dall’austerità della griglia di pixel”, spiega la didascalia, “basata su principi razionali anziché emozionali”.
È il font più trendy di questa fonderia su Google. Seguono l’Acme, un senza grazie grassetto informale, e Alegreya, un graziato molto letterario.
Ci sono anche un handwriting e un sans, mentre altri due serif non hanno avuto troppo successo (uno con semplici grazie slab, l’altro con qualche estremità lievemente arricciata).
Per i titoli, Umbria Journal ha scelto un normale Open Sans Bold.
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