Feder Grotesk

Jakob Erbar disegnò il Feder-Grotesk per la Ludwig & Mayer nel 1909. Il Koloss di Erbar, che è tuttora abbastanza diffuso, non è altro che la versione extrabold realizzata nel 1924.
Fonts In Use raccoglie soltanto due esempi del Feder-Grotesk, uno dei quali è costituito dalla banconote della Repubblica di Weimar, emesse in Germania prima dell’avvento di Hitler, quando l’inflazione aveva portato a stampare tagli da centomila marchi in su (non si tratta di banconote emesse dallo Stato, ma comunque erano riconosciute da alcune istituzioni).
Oggi non mi sembra ci sia un font con lo stesso nome. Ma c’è il Federo, che è gratuito, si può scaricare da Google Fonts, ed è modellato quello di Erbar, anche se adattato al web. Disegnato da Olexa Volochay nel 2011, distribuito da Cyreal.
Il Feder Grotesk è un senza grazie, ma non ha nulla a che vedere con gli svizzeri. Qua c’è un forte contrasto tra i tratti spessi e quelli sottili. Una caratteristica che mi colpisce a prima vista è la f minuscola, che ha un tratto discendente rettilineo verticale, tagliato in obliquo.
Su Flickr qualcuno fa notare la soluzione che era stata messa in atto per la doppia s tedesca, che somiglia ad una B ma non deve essere confusa.
Tra i font a pagamento ricalca quello di Erbar il Romanovsky che attinge al catalogo della fonderia Osip Lehman di San Pietroburgo, che aveva ripreso l’alfabeto latino da Erbar.
Identifont non elenca il Feder Grotesk tra i font attribuiti ad Erbar. Il fatto è che non c’è un font digitale riconducibile a lui. Il Federo risulta sul sito, ma datato 2011, con firma Volochay, e non c’è nulla che lo riconduca al disegnatore originale.

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