Frederic Goudy
Uno dei nomi principali del type design del Novecento è quello di Frederic Goudy. Nato nel 1865 in Illinois, morto nello stato di New York nel 1947, era considerato una star, un grande personaggio, nel settore.
Dice Wikipedia in inglese che fino a quarant’anni Goudy non faceva il type designer, mentre nei 13 anni successivi ha disegnato più font di successo degli altri disegnatori di caratteri delle epoche precedenti.
Wikipedia in italiano non ha una pagina dedicata a lui. Lo nomina però in altri articoli, tra cui quello dedicato a William Addison Dwiggins, che non è poi così famoso.
Il primo tipo di carattere, Camelot, Goudy l’ha disegnato nel 1896, a trent’anni.
All’inizio del secolo successivo si occupò del Village, da usare per la sua casa editrice.
Dice Wiki che Goudy si ispirava ai Golden Type di William Morris.
“Goudy fu uno dei primi disegnatori di caratteri a diventare famoso senza lavorare per una fonderia”, dice ancora l’enciclopedia.
Il Goudy Old Style, commissionato dalla Atf, venne rilasciato nel 1915 e divenne un successo.
Nonostante la diffusione, l’autore ottenne ben poco, avendo ceduto i diritti alla fonderia.
Poi Goudy lavoro alla Lanston Monotype.
Tutti i suoi disegni erano fatti a mano, si legge nell’articolo online, senza uso di strumenti (“compass, straightedge, french curve”).
Goudy divenne famoso anche per le molte lezioni che fece sull’amore che provava per la forma delle lettere.
Su Identifont tra i caratteri più popolari troviamo Goudy, Itc Berkeley Oldstile, Californian Fb, Goudy Oldstile, tutti serif che possono andar bene per i testi. Poi abbiamo un display, il Goudy Heavyface (lo stesso autore ha disegnato anche il Goudy Stout, che però non compare nella top ten). E ci sono due blackletter, il Goudy Text della Monotype e e il Goudy Text Lombardic Capitals, che, come dice il nome, ha le maiuscole completamente diverse rispetto al precedente.
Myfonts ha 73 famiglie attribuite a Goudy. In testa troviamo: Itc Berkeley Old Style, Goudy Old Style, Copperplate (maiuscoletto, con grazie così piccole da poter essere usato come alternativa a un senza grazie), Monotype Italian Old Style e Goudy Old Style.
Subito dopo ci sono le Goudy Initials, ancora sotto etichetta Lanston Type Company, che sono maiuscole da utilizzarsi come capolettera. Ogni lettera è inserita in un quadrato riempito da decorazioni floreali. Molto imitato in seguito. Questa versione contiene anche i livelli separati, in maniera da poter colorare diversamente le foglie, l’interno della lettera, e il bordo.
Più giù troviamo molti font con grazie, alcuni più tradizionali, altri più fantasiosi, ma anche un senza grazie. C’è anche un carattere disegnato per le macchine da scrivere Remington. O meglio, il carattere regular esisteva già, disegnato nella notte dei tempi non si sa da chi. Goudy si occupò del corsivo, cercando di ottenere lettere spaziate in maniera armoniosa, nonostante il limite della larghezza fissa uguale per tutte.
Su Fonts In Use, il più segnalato è il Copperplate Gothic (26), seguito da Goudy Old Style a grande distanza (15), Goudy Heavyface (10), Kennerley (7).
I caratteri di Goudy sono adottati da tempo dalla rivista Rolling Stone.
Su Typophile si è posto il problema della versione americana della rivista, ma il carattere è diverso da quello usato dall’attuale versione italiana. Lì il trattino della e è orizzontale (come nell’Old Style), mentre in Italia è obliqua (come nel Bookletter).
Non mi pare che in italiano qualcuno si sia mai posto il problema di discuterne sul web.
Una frase di Goudy che viene spesso citata è “Anyone who letterspace blackletter would steal sheep”, che in Wikipedia è diventata “Anyone who letterspace lowercase would steal sheep”. Qualcuno ha chiesto cosa significa a Yahoo Answers, e gli è arrivata una risposta molto dettagliata. Che dice molto sul letterspacing ma poco sulle pecore. Poco male. (È in inglese, però).
Wikipedia in italiano non ha una pagina dedicata a lui. Lo nomina però in altri articoli, tra cui quello dedicato a William Addison Dwiggins, che non è poi così famoso.
Il primo tipo di carattere, Camelot, Goudy l’ha disegnato nel 1896, a trent’anni.
All’inizio del secolo successivo si occupò del Village, da usare per la sua casa editrice.
Dice Wiki che Goudy si ispirava ai Golden Type di William Morris.
“Goudy fu uno dei primi disegnatori di caratteri a diventare famoso senza lavorare per una fonderia”, dice ancora l’enciclopedia.
Il Goudy Old Style, commissionato dalla Atf, venne rilasciato nel 1915 e divenne un successo.
Nonostante la diffusione, l’autore ottenne ben poco, avendo ceduto i diritti alla fonderia.
Poi Goudy lavoro alla Lanston Monotype.
Tutti i suoi disegni erano fatti a mano, si legge nell’articolo online, senza uso di strumenti (“compass, straightedge, french curve”).
Goudy divenne famoso anche per le molte lezioni che fece sull’amore che provava per la forma delle lettere.
Su Identifont tra i caratteri più popolari troviamo Goudy, Itc Berkeley Oldstile, Californian Fb, Goudy Oldstile, tutti serif che possono andar bene per i testi. Poi abbiamo un display, il Goudy Heavyface (lo stesso autore ha disegnato anche il Goudy Stout, che però non compare nella top ten). E ci sono due blackletter, il Goudy Text della Monotype e e il Goudy Text Lombardic Capitals, che, come dice il nome, ha le maiuscole completamente diverse rispetto al precedente.
Myfonts ha 73 famiglie attribuite a Goudy. In testa troviamo: Itc Berkeley Old Style, Goudy Old Style, Copperplate (maiuscoletto, con grazie così piccole da poter essere usato come alternativa a un senza grazie), Monotype Italian Old Style e Goudy Old Style.
Subito dopo ci sono le Goudy Initials, ancora sotto etichetta Lanston Type Company, che sono maiuscole da utilizzarsi come capolettera. Ogni lettera è inserita in un quadrato riempito da decorazioni floreali. Molto imitato in seguito. Questa versione contiene anche i livelli separati, in maniera da poter colorare diversamente le foglie, l’interno della lettera, e il bordo.
Più giù troviamo molti font con grazie, alcuni più tradizionali, altri più fantasiosi, ma anche un senza grazie. C’è anche un carattere disegnato per le macchine da scrivere Remington. O meglio, il carattere regular esisteva già, disegnato nella notte dei tempi non si sa da chi. Goudy si occupò del corsivo, cercando di ottenere lettere spaziate in maniera armoniosa, nonostante il limite della larghezza fissa uguale per tutte.
Su Fonts In Use, il più segnalato è il Copperplate Gothic (26), seguito da Goudy Old Style a grande distanza (15), Goudy Heavyface (10), Kennerley (7).
I caratteri di Goudy sono adottati da tempo dalla rivista Rolling Stone.
Su Typophile si è posto il problema della versione americana della rivista, ma il carattere è diverso da quello usato dall’attuale versione italiana. Lì il trattino della e è orizzontale (come nell’Old Style), mentre in Italia è obliqua (come nel Bookletter).
Non mi pare che in italiano qualcuno si sia mai posto il problema di discuterne sul web.
Una frase di Goudy che viene spesso citata è “Anyone who letterspace blackletter would steal sheep”, che in Wikipedia è diventata “Anyone who letterspace lowercase would steal sheep”. Qualcuno ha chiesto cosa significa a Yahoo Answers, e gli è arrivata una risposta molto dettagliata. Che dice molto sul letterspacing ma poco sulle pecore. Poco male. (È in inglese, però).
Commenti
Posta un commento