Pompiere
Uno dei font di Google col nome più strano, perlomeno dal punto di vista italiano è il Pompiere, di Karolina Lach. Il nome non è casuale: il font è ispirato ad un cartello fatto a mano visto fuori da una stazione dei Vigili del Fuoco del West Village, a Manhattan. La didascalia però non spiega perché il nome è stato scelto in italiano.
È un senza grazie dai tratti sottili, “low contrast condensed”, con tratti ascendenti molto alti, con altezza della x molto piccola. Usato da 48 mila siti web, dice Google.
Non è il più trendy di quelli disegnati dalla Lach: al primo posto c’è il Courgette (italico), poi l’Arbutus Slab (una specie di Clarendon). Al quarto posto l’Amarante, un font retrò che a me piace molto per via della forma della c. Ultimo l’Arbutus, uno slab pesante molto spigoloso.
Scrive Luc Devroye che la Lach è polacca-americana, risiede a New York e lavora come designer a Kiwibox Media, un social network e rivista online per teenager.
Il sito di Kiwibox usa un Lato Light per i titoli tutti a lettere maiuscole. Ottenendo un bell’effetto insolito ed elegante.
Già che abbiamo nominato i pompieri, diamo un’occhiata ai loro siti. Senza particolari sorprese. Il sito del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco impagina gli articoli in “Arial, Helvetica, sans-serif”. Mentre il sito del Fire Department di New York li impagina in “Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif”.
Scelte tradizionali, ma siti ricchi di informazioni e aggiornamenti. Molto meglio di quello che ha fatto la Fire Brigade di Londra, che ha un sito impaginato in Lato Bold, Open Sans e Roboto, con tanto di filmati e animazioni, ma si tratta semplicemente di un sito promozionale messo su da un’agenzia di comunicazione. Senza aggiornamento costante sui fatti di cronaca o sugli eventi importanti per la brigata (che però stanno sui social, con tanto di fotografie).
La compagnia 18 di New York, quella di fronte a cui la Lach ha visto il cartello che l’ha ispirata, non ha un sito web ufficiale, ma ha una pagina Facebook. Niente cronaca, ma spazio all’orgoglio di appartenenza.
Dal punto di vista tipografico ci si può soffermare sulle scritte sui camion e sugli adesivi personalizzati della compagnia. Sui mezzi non c’è solo roba in stile Helvetica/Arial o Impact, ma anche caratteri massicci (come quelli delle università, slab ma anche no), e perfino un carattere con grazie tradizionali. Gli adesivi non hanno nulla di istituzionale, sembrano il logo di un cartone animato.
C’è pure un po’ di handwriting: credo che sia la lavagnetta dei turni, con i ruoli di vari pompieri. Nulla a che vedere col font disegnato dalla Lach, però.
È un senza grazie dai tratti sottili, “low contrast condensed”, con tratti ascendenti molto alti, con altezza della x molto piccola. Usato da 48 mila siti web, dice Google.
Non è il più trendy di quelli disegnati dalla Lach: al primo posto c’è il Courgette (italico), poi l’Arbutus Slab (una specie di Clarendon). Al quarto posto l’Amarante, un font retrò che a me piace molto per via della forma della c. Ultimo l’Arbutus, uno slab pesante molto spigoloso.
Scrive Luc Devroye che la Lach è polacca-americana, risiede a New York e lavora come designer a Kiwibox Media, un social network e rivista online per teenager.
Il sito di Kiwibox usa un Lato Light per i titoli tutti a lettere maiuscole. Ottenendo un bell’effetto insolito ed elegante.
Già che abbiamo nominato i pompieri, diamo un’occhiata ai loro siti. Senza particolari sorprese. Il sito del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco impagina gli articoli in “Arial, Helvetica, sans-serif”. Mentre il sito del Fire Department di New York li impagina in “Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif”.
Scelte tradizionali, ma siti ricchi di informazioni e aggiornamenti. Molto meglio di quello che ha fatto la Fire Brigade di Londra, che ha un sito impaginato in Lato Bold, Open Sans e Roboto, con tanto di filmati e animazioni, ma si tratta semplicemente di un sito promozionale messo su da un’agenzia di comunicazione. Senza aggiornamento costante sui fatti di cronaca o sugli eventi importanti per la brigata (che però stanno sui social, con tanto di fotografie).
La compagnia 18 di New York, quella di fronte a cui la Lach ha visto il cartello che l’ha ispirata, non ha un sito web ufficiale, ma ha una pagina Facebook. Niente cronaca, ma spazio all’orgoglio di appartenenza.
Dal punto di vista tipografico ci si può soffermare sulle scritte sui camion e sugli adesivi personalizzati della compagnia. Sui mezzi non c’è solo roba in stile Helvetica/Arial o Impact, ma anche caratteri massicci (come quelli delle università, slab ma anche no), e perfino un carattere con grazie tradizionali. Gli adesivi non hanno nulla di istituzionale, sembrano il logo di un cartone animato.
C’è pure un po’ di handwriting: credo che sia la lavagnetta dei turni, con i ruoli di vari pompieri. Nulla a che vedere col font disegnato dalla Lach, però.
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