Teko
Non so come c’ero finito sul blog di Scott Harden (swharden.com), che si occupa soprattutto di elettronica, in inglese. È stato lì però che ho notato il Teko, preso da i server di Google e usato per i titoli.
A cura della Indian Type Foundry, supporta il Devanagari oltre all’alfabeto latino. Condensato, è adatto per i titoli, in cinque pesi diversi tra light e bold (per quest’ultimo è consigliato usare non più di due parole).
Una caratteristica del font è quella di avere parecchi tratti rettilinei: la o è formata da quattro rettilinei raccordati da angoli arrotondati. La a è ad un livello solo.
Al momento si trova al quinto posto tra quelli di Indian Type ordinati per trending. Al primo c’è il Poppins, con la a simile al Futura e la t curva, disponibile in ben 18 stili (thin, extra-light, light, regular, medium, semi bold, bold, extra bold, black, e i relativi italici). Seguono Hind, Hind Siliguri e Rajdani (tutti senza grazie, i primi due svizzeri, il terzo a tratti rettilinei sottili, con c aperta anziché chiusa come nel Teko). Segue un handwriting, Kalam (anche questo ovviamente include le lettere dell’alfabeto devanagari). Solo molto più in basso ci sono quelli con grazie (Karma, Halant e il display Rozha One). All’ultimo posto c’è il Kumar One Outline, che è il più creativo, ma difficilmente leggibile. Poco meglio ha ottenuto il Kumar normale, penultimo.
18 le famiglie disponibili di questa fonderia disponibili su Google.
Se invece di cercare Teko uno cerca Teco, Google restituisce un risultato di una fonderia esterna, la Gaslight Type Foundry. Il Teco è un senza grazie fatto di tratti rettilinei, con gli angoli dell’ottagono.
Il Link manda a Fonts.com (di proprietà della Monotype). La famiglia è composta di 15 stili. Sono cinque pesi diversi per la versione sans e per la serif, quattro per la stencil (solo lettere maiuscole), più c’è un Teco Symbol che è pure disponibile gratuitamente (a chi è iscritto al sito), ma come dice il nome contiene soltanto simboli inseriti in quadrato (ottagono): frecce, telefoni, lettere, valute...
A cura della Indian Type Foundry, supporta il Devanagari oltre all’alfabeto latino. Condensato, è adatto per i titoli, in cinque pesi diversi tra light e bold (per quest’ultimo è consigliato usare non più di due parole).
Una caratteristica del font è quella di avere parecchi tratti rettilinei: la o è formata da quattro rettilinei raccordati da angoli arrotondati. La a è ad un livello solo.
Al momento si trova al quinto posto tra quelli di Indian Type ordinati per trending. Al primo c’è il Poppins, con la a simile al Futura e la t curva, disponibile in ben 18 stili (thin, extra-light, light, regular, medium, semi bold, bold, extra bold, black, e i relativi italici). Seguono Hind, Hind Siliguri e Rajdani (tutti senza grazie, i primi due svizzeri, il terzo a tratti rettilinei sottili, con c aperta anziché chiusa come nel Teko). Segue un handwriting, Kalam (anche questo ovviamente include le lettere dell’alfabeto devanagari). Solo molto più in basso ci sono quelli con grazie (Karma, Halant e il display Rozha One). All’ultimo posto c’è il Kumar One Outline, che è il più creativo, ma difficilmente leggibile. Poco meglio ha ottenuto il Kumar normale, penultimo.
18 le famiglie disponibili di questa fonderia disponibili su Google.
Se invece di cercare Teko uno cerca Teco, Google restituisce un risultato di una fonderia esterna, la Gaslight Type Foundry. Il Teco è un senza grazie fatto di tratti rettilinei, con gli angoli dell’ottagono.
Il Link manda a Fonts.com (di proprietà della Monotype). La famiglia è composta di 15 stili. Sono cinque pesi diversi per la versione sans e per la serif, quattro per la stencil (solo lettere maiuscole), più c’è un Teco Symbol che è pure disponibile gratuitamente (a chi è iscritto al sito), ma come dice il nome contiene soltanto simboli inseriti in quadrato (ottagono): frecce, telefoni, lettere, valute...
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