William Caslon
Il nome di Caslon è collegato al noto carattere, che è stato per parecchio tempo il più diffuso negli Stati Uniti d’America, è molto usato ancora oggi, come da noi il Garamond, e ha influenzato le epoche successive.
Caslon nacque alla fine del Seicento, e morì dopo la metà del Settecento. La prima cosa che colpisce sulla sua pagina Wikipedia è il suo ritratto, da una incisione dell’epoca. Ha una lunga parrucca bianca, come andava di moda a quei tempi.
Caslon era inglese. I suoi caratteri venivano venduti in tutta Inghilterra e sul continente, dice Wikipedia, che non accenna, almeno all’inizio dell’articolo, alle colonie inglesi, tra cui gli Usa, che si rifornivano da lui.
Più in basso c’è uno specimen della sua fonderia, con tutte le dimensioni riassunte in un’unica pagina, incluso blackletter, alfabeto gotico, ebreo, copto, arabo, greco, insulare e altri.
La dimensione non è indicata in punti, ma con i nomi tradizionali, a cui Wikipedia in inglese deve dedicare un’apposita tabella.
Alcuni degli esempi di scrittura sono in nonpareil (6 punti tipografici) e addirittura in pearl (5 punti).
Chiaramente all’epoca ingrandire o rimpicciolire un carattere non era questione di cambiare un numerino, ma di ridisegnare da zero tutto l’alfabeto. Così, da una dimensione all’altra, il disegno di alcune lettere cambia notevolmente. La Q nel French Canon ha una coda corta, quasi orizzontale; nel Two Lines Great Primer è invece bodoniana; nel Two Lines English invece la coda arriva fino alla fine della u successiva.
Insomma, lo specimen, del 1728, risale a prima che si formasse il concetto moderno di typeface come lo intendiamo oggi.
Un segno distintivo della A del Caslon è la vetta: anziché essere a punta, o spianata, è leggermente sporgente verso sinistra. In pratica il tratto spesso prosegue poco dopo l’incrocio con quello sottile, terminando non in maniera piatta, ma leggermente curva, concava.
Racconta Wikipedia che i primi alfabeti disegnati da Caslon furono quelli che venivano chiamati esotici, cioè quelli non latini. Siamo attorno al 1725.
Sua fonte di ispirazione furono i caratteri barocchi olandesi, sui quali Wikipedia non ha una pagina.
In America il carattere Caslon è celebre perché con esso è stata stampata la prima edizione della Dichiarazione d’Indipendenza.
C’era anche un detto tra i tipografi di lingua inglese: “se sei in dubbio, usa il Caslon”.
I caratteri Caslon caddero in disuso dopo la sua morte, ma tornarono in uso con i primi revival a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento.
Su Wiki c’è la foto della tomba di famiglia dei Caslon, accanto alla chiesa di San Luca a Londra.
Caslon è leggermente più vecchio di Baskerville: si portano circa tredici anni di differenza.
La fonderia continuò a lavorare dopo la morte del fondatore, passando agli eredi, alcuni dei quali continuarono a chiamarsi con lo stesso nome, distinto da un numero. Alcuni investirono in altre fonderie, ci furono varie compravendite, e fino al 1937 ci fu almeno una fonderia della famiglia Caslon. Che infine venne comprata da Stephenson Blake.
Ci fu un tentativo di aprire una nuova fonderia Caslon nel 1998, ma durò soltanto fino alla morte del fondatore.
Cercando Caslon su Myfonts, vengono fuori 130 risultati. Al primo posto il sito ci piazza il Caslon 540 della Bitstream, con la Q a coda serpeggiante. Seguono Caslon #3 della Linotype e Caslon Bold di nuovo della Bitstream, dove la Q ha una coda bodoniana. Più giù ci sono Caslon Gotisch di una sconosciuta Rmu, che è un gotico; e Caslon Graphique, della Urw, che è un display, una specie di Elephant. Più già ci sono altre versioni della Adobe, della Linotype, Paratype, Lanston Type Company, Dalton Maag, eccetera. Ma nessuna ha la Q con la coda che va a sottolineare la lettera successiva. Certe versioni hanno una coda stretta orizzontale, certe altre sono corrose per sembrare antiche.
Il primo risultato abbastanza ragionevole che troviamo è l’Itc Founder’s Caslon. Due righe più sotto c’è la versione della Adobe.
Il Caslon No 337 ripropone solo la versione corsiva, con la Q aperta caratterizzata dalla tipica spirale.
Che non è adottata dalla Adobe, ma che invece si trova nella versione della Itc.
Tra i gratuiti, l’Im Fell English corsivo ripropone una Q italica con quella forma. Ma coi bordi frastagliati per farla sembrare antica.
Caslon nacque alla fine del Seicento, e morì dopo la metà del Settecento. La prima cosa che colpisce sulla sua pagina Wikipedia è il suo ritratto, da una incisione dell’epoca. Ha una lunga parrucca bianca, come andava di moda a quei tempi.
Caslon era inglese. I suoi caratteri venivano venduti in tutta Inghilterra e sul continente, dice Wikipedia, che non accenna, almeno all’inizio dell’articolo, alle colonie inglesi, tra cui gli Usa, che si rifornivano da lui.
Più in basso c’è uno specimen della sua fonderia, con tutte le dimensioni riassunte in un’unica pagina, incluso blackletter, alfabeto gotico, ebreo, copto, arabo, greco, insulare e altri.
La dimensione non è indicata in punti, ma con i nomi tradizionali, a cui Wikipedia in inglese deve dedicare un’apposita tabella.
Alcuni degli esempi di scrittura sono in nonpareil (6 punti tipografici) e addirittura in pearl (5 punti).
Chiaramente all’epoca ingrandire o rimpicciolire un carattere non era questione di cambiare un numerino, ma di ridisegnare da zero tutto l’alfabeto. Così, da una dimensione all’altra, il disegno di alcune lettere cambia notevolmente. La Q nel French Canon ha una coda corta, quasi orizzontale; nel Two Lines Great Primer è invece bodoniana; nel Two Lines English invece la coda arriva fino alla fine della u successiva.
Insomma, lo specimen, del 1728, risale a prima che si formasse il concetto moderno di typeface come lo intendiamo oggi.
Un segno distintivo della A del Caslon è la vetta: anziché essere a punta, o spianata, è leggermente sporgente verso sinistra. In pratica il tratto spesso prosegue poco dopo l’incrocio con quello sottile, terminando non in maniera piatta, ma leggermente curva, concava.
Racconta Wikipedia che i primi alfabeti disegnati da Caslon furono quelli che venivano chiamati esotici, cioè quelli non latini. Siamo attorno al 1725.
Sua fonte di ispirazione furono i caratteri barocchi olandesi, sui quali Wikipedia non ha una pagina.
In America il carattere Caslon è celebre perché con esso è stata stampata la prima edizione della Dichiarazione d’Indipendenza.
C’era anche un detto tra i tipografi di lingua inglese: “se sei in dubbio, usa il Caslon”.
I caratteri Caslon caddero in disuso dopo la sua morte, ma tornarono in uso con i primi revival a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento.
Su Wiki c’è la foto della tomba di famiglia dei Caslon, accanto alla chiesa di San Luca a Londra.
Caslon è leggermente più vecchio di Baskerville: si portano circa tredici anni di differenza.
La fonderia continuò a lavorare dopo la morte del fondatore, passando agli eredi, alcuni dei quali continuarono a chiamarsi con lo stesso nome, distinto da un numero. Alcuni investirono in altre fonderie, ci furono varie compravendite, e fino al 1937 ci fu almeno una fonderia della famiglia Caslon. Che infine venne comprata da Stephenson Blake.
Ci fu un tentativo di aprire una nuova fonderia Caslon nel 1998, ma durò soltanto fino alla morte del fondatore.
Cercando Caslon su Myfonts, vengono fuori 130 risultati. Al primo posto il sito ci piazza il Caslon 540 della Bitstream, con la Q a coda serpeggiante. Seguono Caslon #3 della Linotype e Caslon Bold di nuovo della Bitstream, dove la Q ha una coda bodoniana. Più giù ci sono Caslon Gotisch di una sconosciuta Rmu, che è un gotico; e Caslon Graphique, della Urw, che è un display, una specie di Elephant. Più già ci sono altre versioni della Adobe, della Linotype, Paratype, Lanston Type Company, Dalton Maag, eccetera. Ma nessuna ha la Q con la coda che va a sottolineare la lettera successiva. Certe versioni hanno una coda stretta orizzontale, certe altre sono corrose per sembrare antiche.
Il primo risultato abbastanza ragionevole che troviamo è l’Itc Founder’s Caslon. Due righe più sotto c’è la versione della Adobe.
Il Caslon No 337 ripropone solo la versione corsiva, con la Q aperta caratterizzata dalla tipica spirale.
Che non è adottata dalla Adobe, ma che invece si trova nella versione della Itc.
Tra i gratuiti, l’Im Fell English corsivo ripropone una Q italica con quella forma. Ma coi bordi frastagliati per farla sembrare antica.
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