Zerocalcare

In questi giorni è uscito l’ultimo libro di Zerocalcare. Il noto fumettista di Rebibbia ha già un font dedicato a lui da due anni. È stato creato dall’italiana Zetafonts per il Lucca Comics & Games Festival del 2016.
Il carattere è uscito in due versioni base: blockletter e script. In pratica stampatello e corsivo. La forma delle lettere è ricalcata su quelle disegnate a mano da Zerocalcare. In entrambi i casi manca la distinzione tra maiuscole e minuscole. Diciamo che nel blockletter sono tutte maiuscole, nello script tutte minuscole. Ma la forma non è la sempre stessa. Al posto delle lettere mancanti c’è stata messa una variant della lettera che invece è presente. In maniera da rendere più movimentato il testo, tenuto conto che nei manoscritti due a minuscole non sono identiche fra di loro in tutto e per tutto.
La licenza costa 30 euro a font, 64 scontata per il pacchetto da quattro font che contiene il blockletter, lo script in versione normale e bold, e un Double Trouble con lettere corsive nelle posizioni maiuscole e stampatelle in quelle minuscole.
Ma la licenza è libera per uso personale e non commerciale. L’uso commerciale, mi pare di capire, è consentito soltanto all’estero. “Commercial usage is not allowed for any project originating in Italy or having Italy as a primary consumer market”.
Sul sito di Zetafonts è disponibile anche il tariffario standard per altri usi. Quasi 1800 euro per usare un font nei titoli di film o programmi tv, oltre 3800 per licenza illimitata.
Ma questo mi interessa ben poco. Per uso personale i font base di Zerocalcare possono essere scaricati su Dafont, in versione limitata (manca lo zero), anche se non sembrano avere troppo successo: viaggiano sui 2-3 download al giorno, si trovano in quarta pagina su cinque tra quelle della fonderia.
Oggi in testa ai più scaricati c’è il Cocogoose Narrows, lettere maiuscole di impatto. Più giù abbiamo il Cocogoose, il Codec (una specie di Futura), l’Aliens And Cows (molto condensato), l’Antipasto (angoli arrotondati, direzione Bauhaus), il Cinematografica (lettere condensate e strette), Arista (molto più Bauhaus). Bimbo e Arsenale White viaggiano oltre i 170 download giornalieri, e sono incerte calligrafie infantili che chissà perché vengono preferite a quelle di Zerocalcare.
Una precisazione il fatto che Zetafonts e Zerocalcare comincino entrambi per zeta è solo una coincidenza.
Tra le calligrafie famose realizzate dalla fonderia, c’è quella di Lord Byron. Nella versione gratuita mancano i numeri, non le lettere accentate.
Diversa la classifica messa a punto da Myfonts, dove la fonderia ha caricato i suoi prodotti commerciali. Il più trendy è il Domotika (senza grazie, g a due livelli, l curva), poi viene il Codec, l’Heading Pro e i vari Cocogoose – Cocomat – Coco Gothc, più l’Aristotelica.
I font di Zerocalcare qui non ci sono.
Il font più assurdo prodotto da Zetafonts è forse il Tallest, così alto, cioè stretto, da essere quasi illeggibile. Il più furbo è il Doc Porn, che è un normalissimo manoscritto stampatello, col nome pensato per farsi notare. Questo però non è stato messo su Myfonts.
Al momento in testa alla home page della fonderia scorrono le anteprime di vari prodotti, a cominciare da Double Bass, Codec, Heading e Domotika.

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