Bruce Rogers

Ho letto da qualche parte che lo stampatore Blumenthal, che ha scritto un trattato sulla storia dei libri stampati, ha detto che Bruce Rogers è molto meglio di Goudy, e che il Centaur è il miglior carattere americano.
Dice Identifont che Rogers è nato in Indiana nel 1870. Ha studiato per diventare artista, è stato influenzato dal lavoro di William Morris. Prima di disegnare font era book designer. È morto nel 1957. Il Centaur è stato disegnato nel 1914 per il Metropolitan Museum of Art. Ha lavorato un paio d’anni in Inghilterra, per la Cambridge University Press. Di lui il sito conosce solo il Centaur, e un paio di caratteri decorativi.
Myfonts conosce anche l’Ltc Metropolitan, che non è altro che un Centaur realizzato dalla Lanston Type Company sotto falso nome. Un articolo dettagliato sull’attività di Rogers compare sul sito di Harvard Magazine (impaginato in Crimson).
La sua prima fonte di ispirazione è stato Jenson. Tant’è vero che pure nel Centaur la e ha il trattino alla veneziana (in salita). La base è un Eusebius stampato da Jenson nel 1470, ma l’interpretazione è molto libera. Il nome del font deriva dal suo primo uso, nel The Centaur di Maurice de Guerin.
L’anno di nascita del Centaur è il 1914, secondo Identifont. Il suo primo uso, secondo Harvard, il 1915, in dimensione 14 punti, composto a mano.
Sul finire degli anni 20 ne venne approntata una versione per le macchine Monotype, con tanto di versione corsiva disegnata da Frederic Warde.
Il libro di Blumenthal in cui si parla del Centaur risale al 1977.
“Non è stato mai un carattere molto popolare dal punto di vista commerciale, ma è stato usato per ottenere un effetto elegante dai tipografi più sensibili”.
Già nel 1922 un tale Daniel Berkeley Updike nel suo Printing Types lo definiva il migliore in assoluto, “nel suo genere”.
Secondo Wikipedia in inglese, oltre al suo Centaur, Rogers usava il Caslon nell’impaginazione dei suoi libri. Raramente usava sans serif.
Di Rogers l’enciclopedia pubblica una foto che lo mostra già anziano, con capelli e baffi bianchi, occhiali dalla montatura sottile, giacca, cravatta e panciotto.Di Jenson invece esiste un ritratto a stampa preso da chissà dove, che lo mostra con capelli lunghi, barba, baffi, un vestito a collo alto e cappello come si usava all’epoca (nel Quattrocento).
Di Blumenthal invece non circolano foto.
Il blog The Cambridge Room mostra l’incipit del The Centaur di Guèrin impaginato da Rogers. Notare il capolettera decorato che si estende per ben nove righe.

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