Onciale
Secondo Wikipedia in inglese l’onciale è una scrittura maiuscola comunemente usata tra il quarto e l’ottavo secolo per scrivere in latino, greco e gotico.
Per maiuscolo si intende comunemente uno stile di scrittura che è contenuto tra due linee orizzontali, senza tratti ascendenti o discendenti. In realtà alcune versioni dell’onciale qualche tratto che sale o scende ce l’hanno: la f e la p scendono, l’h o la l salgono. La forma di alcune lettere invece è quella che noi consideriamo minuscola: la e, per esempio, o la m. Altre lettere privilegiano la forma che noi consideriamo maiuscola (R e B, ad esempio). La T e soprattutto la d invece privilegiavano forme che sono poi cadute in disuso.
Ovviamente non esiste un solo onciale, tenuto conto che all’epoca si scriveva a mano, e quindi la calligrafia risentiva della tradizione del paese di appartenenza, oltre che dello stile individuale dell’amanuense. C’è qualche differenza tra l’onciale italiano, quello bizantino, quello insulare (Inghilterra e Irlanda) e così via.
Su Myfonts oggi ci sono quasi duecento font taggati uncial.
Al primo posto c’è il Luminari, di Canada Type. Il quale ha una A maiuscola con grazie a destra e sinistra, una a minuscola a due livelli, f con tratto ascendente, r nella consueta forma minuscola.
Al secondo posto c’è il Testament, sempre di Canada Type. Non ha maiuscole, ma varianti delle minuscole. La a di base è una normale a ad un livello solo, la variante invece somiglia a quella a due livelli, ma con la verticale molto obliqua. La f ha il tratto discendente, la R la forma della maiuscola.
Al terzo posto c’è il Kereru, di Daniel Reeve. Questo ha un set di maiuscole uguale alle minuscole, ma leggermente più grande. La e è aperta anziché avere la forma consueta col tratto centrale che spunta oltre il tratto curvo: qui è come fosse una c col trattino. La d ha il tratto curvo, ispirandosi alla delta greca. La f sembra quella dell’italico. R e B minuscole hanno la forma delle corrispondenti maiuscole moderne.
Più in basso troviamo il Clairvaux di Linotype, che è più un gotico rotondo; lo Spellcaster, in cui le lettere hanno forme moderne ma sembrano disegnate con un calamo antico; e il Cloister Black, che invece è un gotico quadrato senza dubbio, e non si capisce perché l’abbiano taggato uncial (il sistema di tag di Myfonts non è ancora messo bene a punto).
Continuando a scendere troviamo il Walhalla, di Lugwig Type, molto nero, adatto per insegne display. Qui la a minuscola ha due fianchi obliqui come fosse una maiuscola, mentre il tratto centrale si aggancia in basso a sinistra ed è curvo. C’è il Celtics Modern, dalle forme non troppo rifinite (Dharma Type), e l’Abaddon di Scriptorium, adatto per i titoli di un libro fantasy, magari.
Scorrendo gli altri risultati si trovano risultati che non c’entrano nulla con l’onciale in assoluto (Fedot, di Oleg Stephanov, maiuscole moderne disegnate storte; Arts and Crafts Gs di Bannigan Artworks, normali lettere arts&crafts...) e un proliferare di onciale insulare, visto l’orgoglio dei popoli gaelici, e magari i bigliettini per la festa di San Patrizio patrono d’Irlanda o le insegne dei negozi locali. Un esempio può essere il Duibhlinn, di Evertype. Una curiosità può essere il Doire Royal, che invece riproduce l’aspetto sporco dei caratteri scritti con una macchina da scrivere manuale Royal Gaelic. E non è il solo esempio di questo tipo.
Qualche esempio di vere pagine scritte in onciale si può vedere sul sito dell’Università di Cassino, per il corso di paleografia del professor Palma. Due pagine soltanto, di documenti provenienti dall’Inghilterra, uno dei quali forse scritto in Italia.
Notiamo la a con l’asta obliqua, la m a doppio tratto curvo mentre la n ha la forma della maiuscola, la d ispirata alla delta minuscola greca, i tratti discendenti di p e q, la l con ascendente.
Anche la f ha la forma della maiuscola, ma con solo tratto discendente, senza ascendente.
Se prendiamo come riferimenti la f discendente e la e chiusa, i primi della lista di Myfonts sono: Celtics Modern (Dharma Type), Eirinn e American Uncial di Linotype (col tratto orizzontale della e che spunta a destra), Andron 2 Eir Corpus e Hibernica (Sias), Martel e Manegrim (Scriptorium), Duibhlinn (Evertype), Cal Uncial (Posterizer Kg), Uncial Antiqua Pro (Stiggy & Sands), P22 Kells (P22, ovviamente ispirato al manoscritto di Kells esposto a Dublino), Ceanannas (Evertype, nome gaelico), Celtica (K-Type), Keltichi (Dima Pole), Doire Royal (Evertype), New Oxford (Arthur Baker).
Molti affiancano la f affondata alla e aperta (c col trattino centrale).
L’ultimo della lista è Wintanceastre di Hanoded, con etichetta “new”.
Per maiuscolo si intende comunemente uno stile di scrittura che è contenuto tra due linee orizzontali, senza tratti ascendenti o discendenti. In realtà alcune versioni dell’onciale qualche tratto che sale o scende ce l’hanno: la f e la p scendono, l’h o la l salgono. La forma di alcune lettere invece è quella che noi consideriamo minuscola: la e, per esempio, o la m. Altre lettere privilegiano la forma che noi consideriamo maiuscola (R e B, ad esempio). La T e soprattutto la d invece privilegiavano forme che sono poi cadute in disuso.
Ovviamente non esiste un solo onciale, tenuto conto che all’epoca si scriveva a mano, e quindi la calligrafia risentiva della tradizione del paese di appartenenza, oltre che dello stile individuale dell’amanuense. C’è qualche differenza tra l’onciale italiano, quello bizantino, quello insulare (Inghilterra e Irlanda) e così via.
Su Myfonts oggi ci sono quasi duecento font taggati uncial.
Al primo posto c’è il Luminari, di Canada Type. Il quale ha una A maiuscola con grazie a destra e sinistra, una a minuscola a due livelli, f con tratto ascendente, r nella consueta forma minuscola.
Al secondo posto c’è il Testament, sempre di Canada Type. Non ha maiuscole, ma varianti delle minuscole. La a di base è una normale a ad un livello solo, la variante invece somiglia a quella a due livelli, ma con la verticale molto obliqua. La f ha il tratto discendente, la R la forma della maiuscola.
Al terzo posto c’è il Kereru, di Daniel Reeve. Questo ha un set di maiuscole uguale alle minuscole, ma leggermente più grande. La e è aperta anziché avere la forma consueta col tratto centrale che spunta oltre il tratto curvo: qui è come fosse una c col trattino. La d ha il tratto curvo, ispirandosi alla delta greca. La f sembra quella dell’italico. R e B minuscole hanno la forma delle corrispondenti maiuscole moderne.
Più in basso troviamo il Clairvaux di Linotype, che è più un gotico rotondo; lo Spellcaster, in cui le lettere hanno forme moderne ma sembrano disegnate con un calamo antico; e il Cloister Black, che invece è un gotico quadrato senza dubbio, e non si capisce perché l’abbiano taggato uncial (il sistema di tag di Myfonts non è ancora messo bene a punto).
Continuando a scendere troviamo il Walhalla, di Lugwig Type, molto nero, adatto per insegne display. Qui la a minuscola ha due fianchi obliqui come fosse una maiuscola, mentre il tratto centrale si aggancia in basso a sinistra ed è curvo. C’è il Celtics Modern, dalle forme non troppo rifinite (Dharma Type), e l’Abaddon di Scriptorium, adatto per i titoli di un libro fantasy, magari.
Scorrendo gli altri risultati si trovano risultati che non c’entrano nulla con l’onciale in assoluto (Fedot, di Oleg Stephanov, maiuscole moderne disegnate storte; Arts and Crafts Gs di Bannigan Artworks, normali lettere arts&crafts...) e un proliferare di onciale insulare, visto l’orgoglio dei popoli gaelici, e magari i bigliettini per la festa di San Patrizio patrono d’Irlanda o le insegne dei negozi locali. Un esempio può essere il Duibhlinn, di Evertype. Una curiosità può essere il Doire Royal, che invece riproduce l’aspetto sporco dei caratteri scritti con una macchina da scrivere manuale Royal Gaelic. E non è il solo esempio di questo tipo.
Qualche esempio di vere pagine scritte in onciale si può vedere sul sito dell’Università di Cassino, per il corso di paleografia del professor Palma. Due pagine soltanto, di documenti provenienti dall’Inghilterra, uno dei quali forse scritto in Italia.
Notiamo la a con l’asta obliqua, la m a doppio tratto curvo mentre la n ha la forma della maiuscola, la d ispirata alla delta minuscola greca, i tratti discendenti di p e q, la l con ascendente.
Anche la f ha la forma della maiuscola, ma con solo tratto discendente, senza ascendente.
Se prendiamo come riferimenti la f discendente e la e chiusa, i primi della lista di Myfonts sono: Celtics Modern (Dharma Type), Eirinn e American Uncial di Linotype (col tratto orizzontale della e che spunta a destra), Andron 2 Eir Corpus e Hibernica (Sias), Martel e Manegrim (Scriptorium), Duibhlinn (Evertype), Cal Uncial (Posterizer Kg), Uncial Antiqua Pro (Stiggy & Sands), P22 Kells (P22, ovviamente ispirato al manoscritto di Kells esposto a Dublino), Ceanannas (Evertype, nome gaelico), Celtica (K-Type), Keltichi (Dima Pole), Doire Royal (Evertype), New Oxford (Arthur Baker).
Molti affiancano la f affondata alla e aperta (c col trattino centrale).
L’ultimo della lista è Wintanceastre di Hanoded, con etichetta “new”.
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