Sputnik, Maria Doreuli

Il sito Sputnik è stato nominato più di una volta, di recente. Si tratta di una agenzia di stampa in lingua italiana controllata dal Cremlino. Qualcuno la guarda con sospetto, visto che è un’emittente russa, e teme che diffonda una visione distorta della realtà, se non proprio qualche fake news. Oltre all’italiano, trasmette in un’altra trentina di lingue.
Ma qua quello che interessa è il font. E il font dei titoli si nota, per forza di cose. La n è un tratto unico, stile Bauhaus, e lo stesso discorso vale per la p, a cui manca l’estremità dell’asta in alto a sinistra. Interessante anche la e, che tutta curva, senza il consueto spigolo a destra del trattino centrale.
Il nome del font che risulta dal codice è Sputnik Display Bold. Insomma, si tratterebbe di un font personalizzato.
La nota del copyright dice 2014, Maria Doreuli. “Mia Rossia Segodnia ha la licenza esclusiva idi usare il carattere tra l’agosto 2014 e l’ottobre 2017”.
Inutile dirlo, sul sito di Luc Devroye c’è una pagina dedicata alla Doreuli. Moscovita, ha studiato all’università statale di stampa della capitale russa.
I suoi primi font risalgono al 2011. Secondo Devroye non c’è solo la sua firma sotto lo Sputnik Display, ma anche quella di Krista Radoeva e Elizaveta Raaskazova.
Nello specimen dello Sputnik, la N e la P sono colorate in maniera diversa rispetto a tutte le altre, per metterle in evidenza. Proprio le lettere che ho notato io.
Visto che lo Sputnik è per uso riservato, Identifont conosce soltanto il William di questa autrice, il progetto con cui si è laureata. Una interpretazione contemporanea del Caslon, premiata nel 2011.
Disponibile in versione text, subhead e display, sia regolare che bold. Il display anche engraved. Il text ha anche un intero font di ornamenti: varie corone, un teschio a tibie incrociate, una clessidra, fiori, foglie, e pattern rettangolari (anno 2016).

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