Tatuaggi.it
Interessantissimo, dal punto di vista grafico, il sito Tatuaggi.it, “sito ufficiale di tatuaggi e tatuatori in Italia”.
I caratteri li hanno presi da Google, ma non tra i più conosciuti: hanno fatto delle scelte molto originali.
Per i menu hanno scelto il Gabriela regular, di Eduardo Tunni. Una via di mezzo tra un serif e un upright italic, adatto sia per piccole dimensioni, dove crea un bell’andamento regolare, sia in dimensioni più grandi, dove invece si notano i dettagli, tipo i ricci alle estremità. La f ha anche il tratto discendente, la a è ad un solo livello, per questo fa pensare ad un upright italic. Ma ha le grazie anche dove un italico normale non ce le ha, per questo dico che è una via di mezzo.
Di Eduardo Tunni sappiamo che è argentino, molto prolifico, insegnante di tipografia dal 2005. Su Google ci sono 33 famiglie disegnate da lui, nessuna particolarmente famosa. In testa alla lista compaiono Pathway Gothic One (sans condensato), Arapey (old standard con la codina della a all’insù verticale), Unica One (unicase).
Più giù troviamo il Merienda, che sembra disegnato a mano con un pennellino, Graduate (stile università statunitensi), Joti One (sans display coi tratti che si assottigliano verso il basso, tipo film dell’orrore). Poi il larghissimo Diplomata, con sfumature bianche, o il Warnes (tipo Magneto, ma regular).
Ma torniamo a Tatuaggi.it: sotto i menu c’è una schermata scorrevole in cui ci sono vari esempi di tatuaggio e relativa descrizione. La descrizione è scritta in Henny Penny. Davvero mai sentito nominare, anche se pure questo sta su Google. Sono lettere ballonzolanti, con grazie, ma deformate, in maniera tale che non c’è nessuna linea di base di riferimento. Anche l’autore è sconosciuto: Brownfox.
Secondo Luc Devroye si tratta di una fonderia basata a Mosca, anche se il nome del manager mi pare sia indiano, o giù di lì.
Tre i font presenti su Google: Gli altri sono Simonetta (serif con una leggera inclinazione italica) e Sevillana (un corsivo pieno di ricci, con assi verticali e lettere separate, ma così ravvicinate che sembra un calligrafico normale).
Nell’Henny Penny mi colpiscono le “legature” che si vengono a creare tra le lettere vicine. Provate a scrivere ll o tt: le due lettere saranno diverse, e si adatteranno per incastrarsi una nell’altra.
Ma non è finita, su Tatuaggi.it, dopo la schermata scorrevole, c’è una vetrina degli ultimi lavori realizzati dal laboratorio (Civitanova Marche).
L’intestazione è composta nel font Fredericka the Great, anche questo mai sentito, nonostante stia su Google. Anche questo di fonderia mai sentita: Tart Workshop.
Si tratta di uno sketch, ovvero di un normale carattere romano, old standard, col profilo disegnato a mano e la parte interna colorata in parte con una serie di tratti obliqui.
Tart Workshop ha altre 5 famiglie di font su Google. Chelsea Market, un sans disegnato a mano, dalle forme irregolari, Cratty Girls (handwrite), Princess Sofia (più elegante, pieno di svolazzi), Mountains of Christmas (serif stampatello irregolare disegnato a mano) e Butterfly Kids (forme semplici, quasi scolastiche, ma a lettere separate e con vari riccioli).
Per tornare a Tatuaggi.it, ci sareebbe rimasto da esaminare soltanto la testata. Che è scritta a caratteri gotici. Old English? No. La t, in alto a sinistra, contiene vari spigoli tra il tratto verticale e quello orizzontale. La a è ad un solo livello, nella g mancano i tratti sottili che uniscono la punta all’occhiello. E il puntino sulla i ha una forma strana, a tre lati curvi.
Purtroppo si tratta di un’immagine, per cui non basta cliccarci sopra per sapere di che font si tratta.
Ancora Google? Non credo. Lo sappiamo che Google è molto scarso per quanto riguarda i blackletter medievali. Ha un paio di fraktur moderni, o al massimo il New Rocker, con forme mezze tuscan, progettate apposta per i tatuaggi, e con una a a doppio livello.
Il fatto che la a scende al di sotto della linea di base della t e l’inconfondibile puntino sulla i mi portano all’Ancient, di Genocide Artist, che si può scaricare gratuitamente da Dafont con licenza gratis solo per uso personale.
Al momento sta al quarto posto tra i medievali più scaricati ieri.
Dello stesso autore, messicano, c’è soltanto un altro font sul sito, ma abbastanza insignificante.
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