Aldo Manuzio (Rmu)
Mentre esistono parecchi font che fanno riferimento nel nome a Bodoni, a Garamond, a Baskerville o a Gutenberg, ne esiste uno solo che fa riferimento all’italiano Aldo Manuzio (stampatore della fine del Quattrocento, il primo a pubblicare libri scritto a caratteri corsivi, detti per questo motivo “aldini”). Il carattere dal nome “Aldo Manuzio” è stato messo a punto da Rmu Typedesign, ovvero da Ralph M. Unger inseme, in questo caso, con Hans Mohring.
Il nome farebbe pensare ad un graziato cinquecentesco, e invece no. Si tratta di un display relativamente più moderno, dai tratti molto spessi, quasi senza grazie.
Dice la “typeface Story” di Fonts.com che si tratta di un ridisegno di un carattere del 1897 della Schelter & Giesecke.
A prima vista sembrerebbe un senza grazie, ma i tratti si inspessiscono verso le estremità.
Molte minuscole possono avere forme simili a quelle usate altrove. Le più interessanti sono la e, con tratto molto obliquo e parecchio spazio bianco all’interno, e la g, a due livelli dove è quello superiore a restare aperto.
Soluzioni interessanti vengono messe in atto anche tra le maiuscole, dove la A ha una barra orizzontale sulla vetta che spunta da entrambi i lati, ed un trattino centrale curvo, con le estremità che discendono, e l’estremità destra che non tocca il fianco della lettera.
Interessante anche la soluzione messa in atto per il vertice centrale della M, la O aperta, la Q ottenuta sovrapponendo la O ad un segno a forma di L a centro, tendente un po’ a sinistra. Anche la punta di K ed R mi colpisce (si assottiglia gradualmente per finire sotto la linea di base). La X serpeggiante non mi piace granché. E ed F sono a vita alta.
Dice la didascalia che è prevista la s lunga con relative legature storiche. Un’altra cosa che attira l’attenzione è la facilità di accesso alle manicule, inserite al posto delle parentesi graffe: aperta parentesi, la manina punta il dito verso destra, chiusa parentesi punta il dito a sinistra.
Fonts.com raccoglie 82 font realizzati da Rmu: romani, display, calligrafici, vari gotici. L’Aldo Manuzio sta al momento nella top 5 (ma non si sa con quali criteri è organizzata la classifica).
Il nome farebbe pensare ad un graziato cinquecentesco, e invece no. Si tratta di un display relativamente più moderno, dai tratti molto spessi, quasi senza grazie.
Dice la “typeface Story” di Fonts.com che si tratta di un ridisegno di un carattere del 1897 della Schelter & Giesecke.
A prima vista sembrerebbe un senza grazie, ma i tratti si inspessiscono verso le estremità.
Molte minuscole possono avere forme simili a quelle usate altrove. Le più interessanti sono la e, con tratto molto obliquo e parecchio spazio bianco all’interno, e la g, a due livelli dove è quello superiore a restare aperto.
Soluzioni interessanti vengono messe in atto anche tra le maiuscole, dove la A ha una barra orizzontale sulla vetta che spunta da entrambi i lati, ed un trattino centrale curvo, con le estremità che discendono, e l’estremità destra che non tocca il fianco della lettera.
Interessante anche la soluzione messa in atto per il vertice centrale della M, la O aperta, la Q ottenuta sovrapponendo la O ad un segno a forma di L a centro, tendente un po’ a sinistra. Anche la punta di K ed R mi colpisce (si assottiglia gradualmente per finire sotto la linea di base). La X serpeggiante non mi piace granché. E ed F sono a vita alta.
Dice la didascalia che è prevista la s lunga con relative legature storiche. Un’altra cosa che attira l’attenzione è la facilità di accesso alle manicule, inserite al posto delle parentesi graffe: aperta parentesi, la manina punta il dito verso destra, chiusa parentesi punta il dito a sinistra.
Fonts.com raccoglie 82 font realizzati da Rmu: romani, display, calligrafici, vari gotici. L’Aldo Manuzio sta al momento nella top 5 (ma non si sa con quali criteri è organizzata la classifica).
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