Differenze tra onciale e semionciale

Il professore spagnolo Juan Jose Marcos ha realizzato numerosi font paleografici molto accurati. Nel manuale in cui ne illustra le caratteristiche, mette a confronto alcune pagine degli originali manoscritti antichi e lo stesso testo riscritto col suo font, in maniera tale da rendere l’idea di quanto siano sovrapponibili.
Il professore ha realizzato un onciale e un semionciale. Nonostante il nome simile, l’origine e alcune caratteristiche delle due calligrafie sono diverse.
Se confrontiamo i due font realizzati dal professore notiamo in cosa si discostano uno dall’altro.
La A, prima di tutto: nell’onciale è una via di mezzo tra la A maiuscola e la a minuscola a due piani. C’è un tratto obliquo che scende dall’alto verso destra, e un occhiello curvo che ci si forma sotto. Nel semionciale invece abbiamo una A come la nostra minuscola ad un solo piano.
La B onciale è come la nostra maiuscola, quella semionciale è come la nostra minuscola.
La D onciale prende spunto dalla lettera delta greca, nel semionciale è come nella nostra minuscola.
La E onciale è curva, come una C con un trattino centrale. Nel semionciale, la parte superiore tende a chiudersi, a formare una lettera come la nostra e minuscola.
La M è caratteristica: nell’onciale è formata da due archi, mentre nel semionciale è come la nostra minuscola.
La R onciale ha la forma della maiuscola, quella semionciale la forma della minuscola.
La S onciale è maiuscola, quella semionciale è la s lunga.
La T onciale ha la forma della nostra maiuscola, quella semionciale sotto il tratto orizzontale ha un tratto curvo, tipo c.
Aggiungiamo la forma della N, che nel semionciale può essere quella della nostra minuscola (ma non necessariamente), e della G, che nel semionciale può essere quella senza occhielli, rimasta poi nei successivi alfabeti irlandesi (un tratto orizzontale in alto da cui parte una specie di S).
Sintetizzando: l’onciale è una maiuscola, la semionciale è una minuscola.
Distinzione fatta in linea di massima, e non solo sulla base della forma delle lettere.
Si considerano maiuscoli quegli alfabeti in cui tutte le lettere sono racchiuse tra due immaginarie linee, superiore e inferiore. Si considerano minuscoli quegli alfabeti in cui alcune lettere hanno tratti ascendenti o discendenti, per cui le linee da tenere in considerazione sono quattro: superiore e inferiore della x, limite dei tratti ascendenti, limite dei tratti discendenti.
L’onciale viene considerata maiuscola, eppure comincia già ad avere un accenno di tratti discendenti come nelle successive minuscole che la soppiantarono.
D, H, K ed L hanno un estremo superiore che sta più in alto rispetto alle altre lettere, mentre F, G, N, P, Q, R, X e Y si spingono sotto la linea di base.
Notare lo strano caso della F, che per noi moderni, quando è minuscola, si allunga in alto sulle altre lettere, non in basso.
L’onciale venne usata tra il terzo e l’ottavo secolo da amanuensi latini e bizantini, mentre nei secoli successivi venne utilizzata soprattutto nelle intestazioni e nei titoli, fino al Duecento.
Anche per la semionciale Wikipedia fornisce le stesse date, terzo-ottavo secolo, mentre per il professore spagnolo è più corretto parlare di quinto-nono secolo. Si tratta di una scrittura “di tipo intermedio tra le forme solenni della capitale e della onciale e quelle della minuscola corsiva”, dice lui.
Alcune forme della semionciale sono state poi ereditate dalle scritture insulari, utilizzate anche per parecchi secoli successivi in Gran Bretagna e Irlanda.
Il nome “semionciale” farebbe pensare ad una derivazione dall’onciale, cosa che non risulta confermata da alcuni studiosi, che hanno proposto nomi alternativi. Qualcuno parla di minuscola antica, per distinguerla dalla carolingia, altri la chiamano scrittura mista, visto che alcune lettere conservano la forma maiuscola.

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