Gotham
Il sito della National Public Radio statunitense usa il Gotham per i titoli, codificandolo nella pagina col sistema base64. Al posto del nome del font, l’indicazione che il copyright è della H&Co | Typography.com.
Negli anni scorsi c’è stata una vera e propria Gotham-mania, dopo che il font era stato scelto per tutti i messaggi della prima campagna elettorale di Obama, quella del 2008. Il Gotham era associato ad un’immagine vincente, e anche altri politici nello schieramento opposto avevano voluto usarlo, a livello locale.
Sulle pagine web passa quasi inosservato. Non ha caratteristiche insolite che saltano all’occhio. Al massimo uno si può soffermare sul modo in cui sono tagliate le estremità della C, ad angolo intorno ai 45 gradi, mentre invece Arial ed Helvetica chiudono molto di più, sono orizzontali o quasi.
Il testo degli articoli sul sito invece è scritto con un normale Georgia, ovviamente pescato dal sistema (in alternativa prende un serif qualsiasi).
Identifont associa il Gotham a tutta una serie di font abbastanza sconosciuti: Halcyon, Visby Cf Medium, Bill Corporate, Base 9 Sans, Guildford, Uni Grotesk, Battling, Santral, Mallory e Ff Basic Gothic.
Alcuni di questi hanno la a ad un solo livello, stile Futura, diversamente dal Gotham. Ma il Gotham ha delle lettere abbastanza larghe, delle p, b, d, g ricalcate su circonferenze perfette, per cui l’associazione con font geometrici è scontata.
Identifont cataloga solo cinque differenze tra Gotham ed Helvetica dal punto di vista della concezione dei caratteri: 1) la O circolare anziché ovale; 2) il vertice della M che non tocca la linea di base; 3) la G (lettera distintiva perché è l’iniziale del nome) che non ha lo sperone in basso; 4) il numero tre che ha il tratto superiore ad angolo anziché curvo; 5) la gamba della R che è dritta anziché essere curva.
Ovviamente al sistema sfuggono un sacco di dettagli che invece non sfuggono all’occhio: l’apertura o chiusura dei terminali delle lettere (s, c, s, g) e dei numeri (6, 9, 5); il modo in cui termina l’asta della a in basso a destra (verticale nel Gotham, curva a destra nell’Helvetica); la parte superiore del numero 1, spiovente nel Gotham, curva a terminare in orizzontale nell’Helvetica; il tratto obliquo del numero 7 (rettilineo nel Gotham, curvo nell’Helvetica).
Per non parlare dello spessore del tratto, o magari del rapporto tra l’altezza e la larghezza (ma questo forse si può dedurre dalla O).
Disegnatore del Gohtam è Tobias Frere Jones. L’anno il 2000, in maniera tale da rendere il suo font uno dei più popolari del primo decennio di questo millennio.
Attualmente fa parte della lista dei dieci font più popolari di Identifont. È terzo, dietro Avenir e Halis Rounded (mai visto sul web).
Negli ultimi nove mesi non è mai sceso oltre il terzo posto, confrontandosi di volta in volta con lo Stencil Bold, il Museo Sans e il Futura, mentre l’Avenir è fisso sul gradino più alto del podio.
Frere Jones è americano, ha studiato a Rhode Island e poi all’università di Yale.
I font disegnati da lui occupano due pagine, su Identifont.
Tra questi, Miller, Tekton e Niagara Engraved sono nomi che mi dicono qualcosa.
H&Co sta per Hoefler & Company, che si è assicurata un indirizzo web molto significativo: Typography.com.
È uno studio di New York, fondato da Jonathan Hoefler nel 1989.
Il carattere Hoefler Text viene fornito come parte del sistema operativo Macintosh.
Frere Jones è entrato in società con Hoefler dopo avere lasciato Font Bureau, un anno prima di disegnare il Gotham, ma ha lasciato la compagnia quattro anni fa.
Tra i font più popolari di questo studio, dopo il Gotham, troviamo Ideal Sans, vari Isotope, l’Hoefler Text e vari Peristyle, di cui uno a colori (Peristyle Layers, giallorosso nello specimen di Identifont).
Negli anni scorsi c’è stata una vera e propria Gotham-mania, dopo che il font era stato scelto per tutti i messaggi della prima campagna elettorale di Obama, quella del 2008. Il Gotham era associato ad un’immagine vincente, e anche altri politici nello schieramento opposto avevano voluto usarlo, a livello locale.
Sulle pagine web passa quasi inosservato. Non ha caratteristiche insolite che saltano all’occhio. Al massimo uno si può soffermare sul modo in cui sono tagliate le estremità della C, ad angolo intorno ai 45 gradi, mentre invece Arial ed Helvetica chiudono molto di più, sono orizzontali o quasi.
Il testo degli articoli sul sito invece è scritto con un normale Georgia, ovviamente pescato dal sistema (in alternativa prende un serif qualsiasi).
Identifont associa il Gotham a tutta una serie di font abbastanza sconosciuti: Halcyon, Visby Cf Medium, Bill Corporate, Base 9 Sans, Guildford, Uni Grotesk, Battling, Santral, Mallory e Ff Basic Gothic.
Alcuni di questi hanno la a ad un solo livello, stile Futura, diversamente dal Gotham. Ma il Gotham ha delle lettere abbastanza larghe, delle p, b, d, g ricalcate su circonferenze perfette, per cui l’associazione con font geometrici è scontata.
Identifont cataloga solo cinque differenze tra Gotham ed Helvetica dal punto di vista della concezione dei caratteri: 1) la O circolare anziché ovale; 2) il vertice della M che non tocca la linea di base; 3) la G (lettera distintiva perché è l’iniziale del nome) che non ha lo sperone in basso; 4) il numero tre che ha il tratto superiore ad angolo anziché curvo; 5) la gamba della R che è dritta anziché essere curva.
Ovviamente al sistema sfuggono un sacco di dettagli che invece non sfuggono all’occhio: l’apertura o chiusura dei terminali delle lettere (s, c, s, g) e dei numeri (6, 9, 5); il modo in cui termina l’asta della a in basso a destra (verticale nel Gotham, curva a destra nell’Helvetica); la parte superiore del numero 1, spiovente nel Gotham, curva a terminare in orizzontale nell’Helvetica; il tratto obliquo del numero 7 (rettilineo nel Gotham, curvo nell’Helvetica).
Per non parlare dello spessore del tratto, o magari del rapporto tra l’altezza e la larghezza (ma questo forse si può dedurre dalla O).
Disegnatore del Gohtam è Tobias Frere Jones. L’anno il 2000, in maniera tale da rendere il suo font uno dei più popolari del primo decennio di questo millennio.
Attualmente fa parte della lista dei dieci font più popolari di Identifont. È terzo, dietro Avenir e Halis Rounded (mai visto sul web).
Negli ultimi nove mesi non è mai sceso oltre il terzo posto, confrontandosi di volta in volta con lo Stencil Bold, il Museo Sans e il Futura, mentre l’Avenir è fisso sul gradino più alto del podio.
Frere Jones è americano, ha studiato a Rhode Island e poi all’università di Yale.
I font disegnati da lui occupano due pagine, su Identifont.
Tra questi, Miller, Tekton e Niagara Engraved sono nomi che mi dicono qualcosa.
H&Co sta per Hoefler & Company, che si è assicurata un indirizzo web molto significativo: Typography.com.
È uno studio di New York, fondato da Jonathan Hoefler nel 1989.
Il carattere Hoefler Text viene fornito come parte del sistema operativo Macintosh.
Frere Jones è entrato in società con Hoefler dopo avere lasciato Font Bureau, un anno prima di disegnare il Gotham, ma ha lasciato la compagnia quattro anni fa.
Tra i font più popolari di questo studio, dopo il Gotham, troviamo Ideal Sans, vari Isotope, l’Hoefler Text e vari Peristyle, di cui uno a colori (Peristyle Layers, giallorosso nello specimen di Identifont).
Commenti
Posta un commento