Tahoma o Verdana?

Coi programmi Microsoft si ottengono spesso due caratteri senza grazie chiamati Verdana e Tahoma. Che differenza c’è tra i due?
Avvicinando le lettere dell’uno a quelle dell’altro la forma sembra identica in tutto e per tutto. Mentre scrivendo lo stesso testo prima con un font e poi con l’altro, viene fuori che in Verdana occupa un po’ di spazio in più.
Identifont infatti definisce il Tahoma: “Una versione del Verdana con spazio tra le lettere leggermente minore”.
E in parte è proprio così: se scriviamo la A maiuscola in un editor di testi ed evidenziamo lo sfondo in giallo, vediamo che mentre nel Verdana c’è un certo spazio a destra e sinistra tra i piedi della lettera e il bordo, nel Tahoma questi si toccano, anzi, il piede destro sfora di poco oltre il bordo evidenziato.



Ma non è questa la sola differenza: se andiamo a visualizzare ogni lettera con un programma per il disegno dei font, notiamo che c’è anche una impercettibile differenza nelle proporzioni in orizzontale.
Ad esempio, il vertice in basso a sinistra della lettera A maiuscola è distante 502 punti sull’asse x dal vertice in alto a sinistra nel Tahoma, mentre nel Verdana la distanza x è di 542 punti. A parità di altezza della lettera sull’asse y (in entrambi i casi 1489).

Notare i numeri in verde. Tahoma a sinistra, Verdana a destra.

Non solo lo spazio a sinistra e destra della lettera cambia, ma anche la larghezza della lettera stessa, (e dei suoi tratti, seppure in maniera impercettibile, poche unità su mille e passa) .
Il Verdana viene definito da Identifont “il compagno ideale per il font Georgia” (che è un carattere con grazie).
Sia Verdana che Tahoma risultano disegnati da Matthew Carter, 1994 il primo, 1995-2006 il secondo. Pubblicati da Microsoft, forniti gratuitamente insieme al Microsoft Office Value Pack per Macintosh, dice il sito.
Matthew Carter ha più di quarant’anni di esperienza nelle tecnologie tipografiche, dice la biografia pubblicata da Identifont, forse risalente al lontano 2002. Ha cominciato con i punzoni incisi a mano, ed è passato poi ai caratteri digitali.
Cofondatore della Bitstream, ha poi fondato un suo studio in Massachusetts.
L’elenco dei font disegnati da lui occupa due pagine, ma chiaramente i più celebri e diffusi sono quelli disegnati per Microsoft (Verdana, Tahoma e Georgia).
Su Fonts In Use il carattere più segnalato è il Georgia, seguito dal Miller, derivato dallo Scotch Roman dell’Ottocento.
In realtà al primo posto della classifica del sito compare l’Helvetica, che non è stato disegnato da Carter, ovviamente. Carter però si è occupato delle versioni Compressed, Extra Compressed, e Ultra Compressed, quindi il suo nome è inserito nella scheda dell’Helvetica, dopo quelli di Edouard Hoffmann e Max Miedinger. (L’Helvetica risale al 1959).

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