Radicali cinesi

I radicali per chi scrive o legge in cinese non sono un partito politico, ma la parte fondamentale del carattere. La scrittura cinese è composta da migliaia di ideogrammi. In base a quale criterio si potrebbero organizzare in un dizionario? Per l’italiano è facile: l’ordine alfabetico. Ma per il cinese?
Ecco allora l’importanza di radicali. Ogni carattere ha una sua base fondamentale, il radicale appunto, a cui sono aggiunti numerosi altri tratti.
A fronte di migliaia di ideogrammi, i radicali sono soltanto (si fa per dire...) 214. Sono quindi più facili da memorizzare. Il loro ordine viene stabilito non in base al suono, ma in base al numero di tratti che vi vengono aggiunti. Prima vengono quelli più semplici, poi quelli più complessi.
Una volta individuato il radicale, bisogna contare i tratti che compongono la parte rimanente del carattere. Anche in questo caso, all’inizio vengono messi i caratteri composti da un numero di tratti minore, poi quelli da un numero di tratti maggiore.
Individuato il carattere, il dizionario fornisce la pronuncia, e tutte le parole che iniziano con quel’ideogramma.
Lo standard più diffuso che conta 214 radicali non è universalmente accettato.
Venne messo a punto a partire dal 1615.
Nei vari caratteri il radicale non si trova necessariamente in una posizione fissa. In alcuni caratteri si riconosce sulla sinistra, in altri magari sta in basso. Le proporzioni non sono costanti: il radicale può essere schiacciato in orizzontale o verticale a seconda delle evenienze.
Su Wikipedia, anche nella pagina in italiano, è disponibile la lista completa di tutti i radicali, con tanto di descrizione di ciascun radicale. Che fa riferimento non ad un suono, ma è la stilizzazione di un oggetto/animale/concetto specifico, anche se col passare dei secoli il significato può essere cambiato rispetto a quello originario.

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