Attivissimo
Paolo Attivissimo si definisce “giornalista informatico e cacciatore di bufale”. Ha un suo blog proprio su Blogspot, cioè la piattaforma di Google, ma non usa font di Google. Per il testo, il codice elenca: “Trebuchet Ms, Trebuchet, Verdana, sans-serif”.
Per i titoli: “Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif”.
Questo significa che il browser dell’utente sceglie il primo nome della lista, verifica se il font è installato nel sistema operativo. In caso contrario passa al secondo, sennò al terzo e così via. L’ultimo nome della lista è la definizione generica di carattere senza grazie. Questo significa che il browser sceglie quello che è impostato come senza-grazie di default (in una delle schede con i parametri del programma).
Comunque è difficile che qualcuno arrivi alla fine della lista: i caratteri scelti sono abbastanza diffusi. Arial, Tahoma e Trebuchet e Verdana sono installati di default dalla Microsoft, Helvetica è di casa sui computer Apple, FreeSans magari si trova su qualche sistema operativo libero.
Insomma, l’aspetto del sito di Attivissimo può cambiare da utente a utente. C’è una certa differenza tra un articolo scritto in Trebuchet e uno scritto in Verdana.
Il disclaimer automatico di Google sui cookies richiama il Roboto, ma in sua assenza ripiega sull’Arial. Comunque non attinge ai server di Google.
E per fortuna, perché se si va a sbirciare nel codice sono ben 27 i siti di terze parti mobilitati alla sola visualizzazione della pagina di Attivissimo. Molti sono solo strumenti nell’ambito della piattaforma Google: il pulsante per tradurre, il calendario, e cose simili. Uno è il player dell’emittente con cui il blogger collabora.
Il mio blog ha di default solo 6 siti di terze parti (tutti facenti capo a Google). A cui se ne aggiunge eventualmente un settimo, che è appunto fonts.gstatic, che carica i caratteri delle pagine, ma viene mobilitato solo nel caso in cui il font non sia già installato sul computer dell’utente.
Io gli articoli del blog di Attivissimo li vedo in Trebuchet, “un senza grazie umanistico disegnato per facile leggibilità sullo schermo, che prende ispirazione dai senza grazie degli anni 30, con grande altezza della x e caratteristiche arrotondate per facile leggibilità sullo schermo”, dice la didascalia di Identifont.
Il disegnatore è Vincent Connare, l’anno 1996, il copyright è Microsoft. Versioni a pagamento si possono comprare su Fonts.com e sul sito della Linotype.
Intanto c’è da segnalare una novità sul fronte software. Mentre scrivo è uscita la nuova versione di Firefox, con qualche modifica negli strumenti relativi al controllo dei font.
Cliccando col pulsante destro del mouse su un testo, poi su “inspect element” si apre la solita scheda per esaminare il codice della pagina. A destra c’è scheda “Fonts”, che permette di vedere tutti i caratteri usati nella pagina, e una loro anteprima. La novità è che ora appaiono dei cursori che permettono di variare dimensioni, interlinea, peso e stile senza dover cambiare le scritte nel codice che compare di fianco.
Certo, ora l’anteprima dei caratteri non compare più in automatico vicino al nome del font usato nel testo su cui si è cliccato, ma è comunque accessibile quando si visualizzano tutti i font della pagina.
Per i titoli: “Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif”.
Questo significa che il browser dell’utente sceglie il primo nome della lista, verifica se il font è installato nel sistema operativo. In caso contrario passa al secondo, sennò al terzo e così via. L’ultimo nome della lista è la definizione generica di carattere senza grazie. Questo significa che il browser sceglie quello che è impostato come senza-grazie di default (in una delle schede con i parametri del programma).
Comunque è difficile che qualcuno arrivi alla fine della lista: i caratteri scelti sono abbastanza diffusi. Arial, Tahoma e Trebuchet e Verdana sono installati di default dalla Microsoft, Helvetica è di casa sui computer Apple, FreeSans magari si trova su qualche sistema operativo libero.
Insomma, l’aspetto del sito di Attivissimo può cambiare da utente a utente. C’è una certa differenza tra un articolo scritto in Trebuchet e uno scritto in Verdana.
Il disclaimer automatico di Google sui cookies richiama il Roboto, ma in sua assenza ripiega sull’Arial. Comunque non attinge ai server di Google.
E per fortuna, perché se si va a sbirciare nel codice sono ben 27 i siti di terze parti mobilitati alla sola visualizzazione della pagina di Attivissimo. Molti sono solo strumenti nell’ambito della piattaforma Google: il pulsante per tradurre, il calendario, e cose simili. Uno è il player dell’emittente con cui il blogger collabora.
Il mio blog ha di default solo 6 siti di terze parti (tutti facenti capo a Google). A cui se ne aggiunge eventualmente un settimo, che è appunto fonts.gstatic, che carica i caratteri delle pagine, ma viene mobilitato solo nel caso in cui il font non sia già installato sul computer dell’utente.
Io gli articoli del blog di Attivissimo li vedo in Trebuchet, “un senza grazie umanistico disegnato per facile leggibilità sullo schermo, che prende ispirazione dai senza grazie degli anni 30, con grande altezza della x e caratteristiche arrotondate per facile leggibilità sullo schermo”, dice la didascalia di Identifont.
Il disegnatore è Vincent Connare, l’anno 1996, il copyright è Microsoft. Versioni a pagamento si possono comprare su Fonts.com e sul sito della Linotype.
Intanto c’è da segnalare una novità sul fronte software. Mentre scrivo è uscita la nuova versione di Firefox, con qualche modifica negli strumenti relativi al controllo dei font.
Cliccando col pulsante destro del mouse su un testo, poi su “inspect element” si apre la solita scheda per esaminare il codice della pagina. A destra c’è scheda “Fonts”, che permette di vedere tutti i caratteri usati nella pagina, e una loro anteprima. La novità è che ora appaiono dei cursori che permettono di variare dimensioni, interlinea, peso e stile senza dover cambiare le scritte nel codice che compare di fianco.
Certo, ora l’anteprima dei caratteri non compare più in automatico vicino al nome del font usato nel testo su cui si è cliccato, ma è comunque accessibile quando si visualizzano tutti i font della pagina.
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