Il Panose e le grazie del Times New Roman


Il Panose è un sistema che serve per catalogare i font. In ogni file di caratteri c’è la possibilità di inserire i parametri di classificazione, che possono essere consultati con i programmi appositi andando a sbirciare nel file, ma che non hanno visibilità sui siti commerciali. Se io volessi andare a dare una descrizione Panose ad un sito come Myfonts, o Fonts.com o Identifont non potrei farlo.
Vado a dare un’occhiata alla scheda Panose del Times New Roman. Famiglia: latino, testo e display. Grazie: cavo. Peso: medio. Proporzione: moderno. Contrasto: medio basso. Variazione del tratto: Graduale/transizionale. Stile del braccio: aste dritte, grazia unica. Forma della lettera: normale/contatto. Linea mediana: Standard/pointed. X-Height: costante/largo.
Documenti in italiano che parlano del Panose non mi pare che ce ne siano. C’è una lunga guida in inglese, che si sofferma sulla definizione dello stile delle grazie, che prevede 14 categorie, più il senza grazie, più il “nessuno di questi” (totale 16 opzioni = 4 bit).
La parola “cavo” che si trova nella versione italiana di Fontforge alla voce “grazie” nella scheda del Times New Roman, traduce l’inglese “cove”. Il sito dedicato alla definizione del Panose fornisce formule e schemi utili per classificare i caratteri. “A cove serif is identified when the upper connection of the serif to the stem is a curve tangent to the stem”, dice il sito. Quando la connessione superiore della grazia è una curva tangente all’asta, allora la grazia viene definita cava. Nella classificazione si usa un valore che viene chiamato HipRat: se è maggiore di 0.1, allora la grazia è cava. HipRat si ottiene dalla formula SerWidL-UTipRad/HipRad. SerWidl è la larghezza della grazia inferiore sinistra. Si misura alla base della I maiuscola. Anche per calcolare UTipRad si usa la I maiuscola. Ha a che vedere col raggio di curvatura della grazia inferiore sinistra della I, tra l’asta e il tratto rettilineo che porta alla punta. La definizione è complessa, dovendo tenere conto di tutte le possibilità esistenti. Sul sito ci sono anche i disegni per capire dove guardare. I caratteri con grazie rettilinee (non cavi) hanno spesso un UTipRad pari a zero. Infine l’HipRad descrive il raggio orizzontale dell’ovale formato dalla connessione tra la grazia e l’asta della I. “La distanza tra il bordo sinistro dell’asta e il punto in cui la curva diventa tangente con una linea che si estende dal bordo sinistro della grazia. O col bordo sinistro della grazia stessa. Lo sa calcolare qualcuno?
Molto più semplice osservare qualche schema, come quello che si trova su questo forum in lingua inglese. Si usa una lettera F anziché una I, perché nel Panose 2.2 c’è la categoria Cove si divide in tre: Obtuse, Square e Obtuse Square. Per capire a quale categoria appartiene un font bisogna guardare la grazia in alto a destra sulla lettera F.
La guida ufficiale classifica come Obtuse Cove i font con un valore di SerOb minore di 0.93. Se il valore è maggiore allora è uno Square Cove. SerOb è dato dalla formula EWid/EOut. Detto così mette paura, in realtà si tratta di misurazioni fatte sulla grazia in alto a destra della lettera E: Ewid è la lunghezza del tratto superiore orizzontale della E senza la grazia, mentre Eout è la lunghezza del lato superiore della E inclusa la grazia. Chiaramente questa definizione qui è molto rozza; se si va a leggere la definizione ufficiale sul sito senza guardare il disegnetto non ci si capisce niente (sempre che sia corretta).
Comunque sembra di capire che non c’è un angolo fisso, ma si varia a seconda della larghezza della lettera. Il Times New Roman ha una grazia che si protende leggermente in avanti. La lunghezza del tratto rettilineo della E è 1045 unità, fino alla punta della grazia invece è 1060 unità, il loro rapporto è 0,98. Quindi non rientra nella categoria Obtuse, visto che il valore è maggiore del limite 0.93.
Bisogna definire se un carattere è ottuso o non ottuso solo per i serif che hanno un HipRat maggiore di 0.35, però. Quanto sarà l’HipRat del Times? Non ne ho idea, visto che la definizione è intricata e i disegni la contraddicono (e in effetti mi pare strano che ad un valore assoluto sottragga un rapporto: che ci serva qualche parentesi?). Mi domando quante persone al mondo siano in grado di impostare l’operazione.
Ben pochi, a giudicare dalla mancanza di esempi e spiegazioni sul web. E comunque, anche se uno si spreme le meningi per capire le spiegazioni, il suo sforzo è pressoché inutile. “È un lavoro duro ottenere una classificazione perfetta”, scrive un tale su un forum. “Molti dei siti di caratteri scelgono classificazioni come Engraved, Stencil, Medioeval, oppure Arte Africana, Natale, Fiori. Preferiscono classificare tutto sulla base di poche categorie, bianco o nero, con grazie o senza. Di solito si disinteressano completamente della distinzione tra obtuse cove, square cove e obtuse square cove”.
Per cui è altamente probabile che la quasi totalità dei disegnatori stabilisca i valori Panose a occhio. Se lo fa.
Il nome Panose è composto dalle “lettere prese dalle sei classi nelle quali i creatori del sistema avevano organizzato l’alfabeto latino”, dice Wikipedia in inglese. Che, qualche riga più in basso, scrive che quando il sistema è stato sviluppato nel 1985 aveva sette categorie. Non si sa quali: al momento in cui la classificazione è stata pubblicata nell’88 erano già diventate 10.

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