Simboli alchemici

Su Dafont c’è una categoria dedicata alle rune e all’elfico, nella sezione simboli.
Oggi al primo posto della lista c’è il Tengwar Annatar, ovvero quei caratteri che servono a fare la scritta sull’anello del Signore degli Anelli di Tolkien.
Al secondo posto c’è l’Elder Futhark, che si ispira invece ad un alfabeto realmente esistito in uso un tempo presso i popoli germanici. Tutte le lettere sono composte solo da linee rette, per facilitare l’incisione su pietra con metodi rudimentali.
Al terzo posto c’è l’Hobbiton Brush, con le normali lettere dell’alfabeto latino modificate in maniera tale da suggerire le lettere elfiche inventate da Tolkien.
Seguono altre rune e finte rune e finti alfabeti elfici. C’è perfino un cuneiforme.
A un certo punto arriva un Hermetic Spellbook che è composto di simboli strani. L’autore è Iconian Fonts, ma non c’è nessuna scheda che spieghi da dove arriva l’ispirazione per questo carattere.
Spellbook è il libro degli incantesimi, quindi chiaramente ci si rifà ad un immaginario che ha a che fare con la magia.
In particolare credo che qualcuno di questi simboli richiami l’alchimia, la “tradizione filosofica e protoscentifica” che nei secoli scorsi lavorava, spesso in segreto, al problema della trasmutazione dei metalli comuni in metalli preziosi, la creazione dell’elisir dell’immortalità, nonché la creazione di panacee per tutti i mali, come riassume la pagina di Wikipedia in inglese (Wikipedia in italiano parla di “antico sistema filosofico esoterico che si espresse attraverso il linguaggio di svariate discipline, come la chimica, la fisica, la metallurgia e la medicina, lasciando numerose tracce nella storia dell’arte”).
Sui libri alchemici si faceva un certo uso di simboli particolari, per indicare un gran numero di cose: i quattro elementi fondamentali (aria, acqua, terra e fuoco), i tria prima (mercurio, sale e sulfuro), i sette metalli planetari (ognuno associato ad un pianeta), elementi mondani, composti alchemici, e dodici processi, ognuno dei quali associato ad un segno zodiacale.
I simboli di questi ultimi sono molto comuni, a livello tipografico. Sono molti i font che contengono i segni dello zodiaco. Altri simboli sono più rari, se non introvabili, almeno nei font comuni.
Secondo Wikipedia in inglese a partire da Unicode 6.1 è stato assegnato un blocco ai simboli alchemici: si va da U+1f700 a U+1f773. Quando vado a visualizzare la pagina compaiono tutti quadratini vuoti, in Microsoft Edge, mentre in Firefox compare il quadratino col numero di ciascuna lettera. A quanto pare non ho installato nessun font che li contiene.
La stessa pagina contiene una tabella di simboli vari, che forse contiene qualcosa che può essere usata dagli alchimisti (lo zodiaco), mischiata però con simboli metereologici, telefono, falce e martello, semi delle carte, note musicali, pezzi degli scacchi, eccetera.
Per fortuna la pagina mette il link al Pdf in cui si possono vedere i simboli alchemici contenuti nel blocco, con tanto di nota che spiega come l’effettivo disegno può variare a seconda del font che uno scarica, e che quello che si vede lì e solo una dimostrazione realizzata con font di vari disegnatori che ne detengono i diritti.
In alcuni casi Wikipedia, accanto al richiamo al codice del simbolo, che non funziona in caso il font non sia installato, ci mette un’immagine per far capire a tutti di cosa si tratta.
Su Dafont c’è un carattere che si chiama Alchemist, che si richiama all’immaginario alchemico, ma per quanto riguarda l’accuratezza stiamo a zero. Sono le lettere dell’alfabeto latino, ridisegnate in maniera tale da renderle somiglianti a simboli alchemici. Insomma, serve per formare parole che siano comunque riconoscibili, ma che sembrino misteriose. Autore, Computer Safari. La categoria è Fantasia > decorativo.
C’è qualche disegnatore che ha fatto uso di quel blocco Unicode?
Se cerco alchemy su Myfonts ottengo vari risultati interessanti. Il 1651 Alchemy è al primo posto, ma mostra nell’anteprima il consueto pangramma, scritto a caratteri che ricordano una stampa seicentesca.
Più in basso ci sono font la cui anteprima automatica è composta solo di simboli alchemici: Alchemy Simbols (pulito e leggero), Archemy (molto più calcato), Andron 1 Alchemical e P22 Koch Signs.
Ma questi font sono dingbats o usano il blocco Unicode riservato?
Il bello di Myfonts è che permette di personalizzare l’anteprima. Se copio e incollo il quadratino di un simbolo alchemico nel browser, ecco che posso vedere in quali font si trova e in quali no.
E il risultato è che solo due font caricano il simbolo giusto: Andron 1 Alchemical (Sias) e Trop Magus (Kickingbird).
Il primo con un tratto delicato, sia per i simboli sia per le lettere dell’alfabeto. Il secondo con un tratto molto più pesante (come era nelle antiche stampe) e con un alfabeto contenente soltanto lettere maiuscole.
L’Alchemy Symbols invece ha piazzato i simboli al posto delle lettere dell’alfabeto, mentre nel blocco Unicode dedicato all’alchimia ci ha messo un quadrato vuoto.
Il Trop Magus è ispirato alla tradizione di Ramon Llull e Jean Jannon, dice la didascalia. Che spiega che le matrici delle lettere o simboli in questione sarebbero stati fusi da Jannon nel 1615, per stampare testi alchemici che si ispiravano a precedenti manoscritti medievali.
L’Andron 1 invece non fornisce riferimenti precisi, ma si vanta nella didascalia di utilizzare il blocco 1f700, oltre al 26xx.

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