Eckmann

L’Eckmann è un font display scuro, dalle forme curve. Direi una via di mezzo tra un blackletter medievale e una scritta adatta a decorare un furgoncino dei figli dei fiori. Secondo Identifont è stato disegnato da Otto Eckmann nel 1900 per la fonderia Klingspor. Fonts.com alla voce Typeface Story ci mette la solita didascalia standard: “Some typefaces are misterious...” eccetera. Myfonts invece se la cava con una riga: “A flowing Art Nouveau typeface with a strong flavor of Fraktur”.
Tra i tag c’è sia “Art Nouveau” sia “hippie”. (Non c’è Fraktur o qualcosa di simile).
Devroye riporta una biografia di Otto Eckmann, secondo la quale sarebbe morto nel 1902, due anni dopo avere disegnato questo font.
Pittore, artista grafico, disegnatore di caratteri, aveva dei lunghi baffi a manubrio, come si può vedere nella foto pubblicata dal sito.
Il suo font è stato digitalizzato dalla Linotype e dalla Urw, ma ne esistono altre versioni, tra cui una di maiuscole decorate, ed altre con nomi diversi.
Fonts In Use raccoglie ben 18 usi dell’Eckmann-Schrift, tra cui quella per una vecchia scuola elementare olandese, per un negozio di libri, negozi di abbigliamento, ingressi di edifici pubblici e copertine di libri.
Tutti usi molto austeri, oppure che richiamano gli inizi del Novecento.
Un uso hippie psichedelico invece lo si può ammirare per la copertina di un 45 giri dei Vanilla Fudge del 1968.
Dell’Eckmann Initialen il sito conosce l’esistenza, ma non segnala nessun uso.
Devroye segnala il Rudelsberg, che è uno dei font d’epoca digitalizzati da Dieter Steffmann e scaricabili gratuitamente dal suo sito. Molti dei suoi font si trovano anche su Dafont e altri siti simili, ma questo no.

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