L’otto del Tg5. I numeri non-monospace

Non ho indagato che font possa essere quello dell’orologio che compare sulla sovrimpressione del Tg5 della mattina. Comunque ha qualcosa che mi dà fastidio, specie alle otto della mattina. Normalmente un 8 equilibrato ha l’occhiello superiore più piccolo di quello inferiore. Se sono uguali, quello di sopra sembra più pesante di quello di sotto. Che sarebbe il caso del Tg5. A prima vista. Poi è successo che realizzando lo screenshot del filmato sul web viene fuori che lo spazio bianco dell’occhiello superiore occupa spazio in più rispetto a quello inferiore. Il bianco superiore appare come un quadrato, quello inferiore come una specie di rombo. 



Per giunta, si nota in maniera palese che si tratta di un font fatto di pixel, visto che le linee curve o oblique sono fatte a gradini. Non è questione di risoluzione del filmato: basta fare caso alle curve del logo del tg che sono subito sotto per rendersi conto che la risoluzione è buona.
C’è un motivo preciso per cui hanno scelto un font a pixel solo per quella scritta lì?
Per quanto riguarda qualche tocco caratteristico, noterei soprattutto il trattino orizzontale alla base dell’1. Cosa che non tutti i sans hanno. Il Calibri e il Franklin sì, l’Arial no. Il Gill non ha neanche il tratto obliquo superiore, e in tal modo la spaziatura dei numeri non è costante, rimanendo parecchio spazio bianco a destra e a sinistra dell’1.
A differenza degli alfabeti, dove gruppi di lettere diverse hanno larghezze diverse (i monospace sono pochi, rispetto al totale), i numeri vengono disegnati tutti con la stessa larghezza, di solito. Il fatto è che nelle operazioni matematiche devono essere messi in colonna, e una larghezza incostante sarebbe un grosso impedimento.
Il numero 1, a differenza della I, ha un tratto obliquo che non rende necessario il ricorso a grazie orizzontali esagerate per riempire lo spazio bianco ai lati.
Roboto, Open Sans, Noto Sans fanno tutti a meno del trattino alla base. Archivo, Lato e Source Sans invece vi fanno ricorso.
Ma i numeri sono quasi sempre monospace? Neanche per sogno. I numeri non-monospace sono molto più diffusi di quello che si pensa. Un carattere display, tipo l’Allerta Stencil, non ha bisogno di larghezza costante, visto che non sarà mai utilizzato per impaginare della contabilità. Ma altri font anche molto comuni possono riservare delle sorprese.
Hanno larghezza variabile i numeri del Montserrat, del Raleway (dove pure c’è la linea di base), dello Slabo 27px, del Roboto Slab, del Poppins, del Lora e del Fira Sans. Molti dei font che si trovano più in alto della classifica di Google Fonts.
Perfino il Rubik (nato nell’ambito di un progetto sul cubo di Rubik, dove ogni elemento ha una forma quadrata) ha i numeri a larghezza variabile.
Dovendo scegliere un font per impaginare documenti che contengono anche della contabilità, sarebbe meglio prendere in considerazione prima questa complicazione. Onde evitare di avere dei tabulati impaginati male, o doversi ricordare di volta in volta di cambiare il font dei dati incolonnati.

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