Pia Frauss
Pia Frauss è un punto di riferimento per chi è interessato alle calligrafie d’epoca. Non soltanto perché mette le demo dei font in download gratuito, ma per le schede dettagliate che prepara ogni volta, con tanto di fonti a cui attinto, informazioni su tutte le lettere alternate che ha inserito, racconto delle difficoltà che ha incontrato nel kerning, eccetera.
Il suo sito è ben concepito dal punto di vista del design, e mette in evidenza quattro nuovi font, uno dei quali ha un nome italianeggiante: “MalaTesta”. Solo che non ci sono date, a parte quelle in basso che parlano degli aggiornamenti e non lasciano ben sperare: l’ultimo anno che compare è il 2010. Dobbiamo rinunciare a nuovi font su questo fronte?
Il MalaTesta è una specie di cancelleresco italico con le estremità superiori dei tratti ascendenti arricciate a spirale. Il risultato è un calligrafico elegante e leggibile, nulla a che vedere con le spirali del Curlz o del Gigi, che tra l’altro non si trovano quasi mai sulla punta dei tratti ascendenti.
Il font è basato su una dimostrazione chiamata Lettere Piacevolle da un libro di Lewis Day e altri che si può scaricare gratis da Google Books, e contiene esempi di calligrafie antiche (tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo).
Per scaricare il pdf bisogna essere iscritti a Google.
Nella lista dei font più recenti disegnati dalla Frauss compare il Mitre Square, un calligrafico elegante ed ordinato, con la d ottocentesca e vari svolazzi nelle maiuscole e nelle y, che in realtà richiama un immaginario inquietante: è tratto dalla copia di un rapporto scritto da un poliziotto un mese dopo un omicidio eseguito da Jack lo Squartatore nei pressi di Mitre Square a Londra.
Il Son of Time riproduce la calligrafia di un tale Giovanni Borgia, membro della famigerata famiglia, figlio di un papa e nonno di un santo, spiega la didascalia.
Visse in un ducato spagnolo, e inviò un sacco di lettere a suo padre a Roma.
Il quarto font, Tycho’s Elegy, riproduce una calligrafia molto, molto svolazzante, derivante da una versione autografa di un’elegia scritta dall’astronomo danese Tycho Brahe (conosciuto talvolta in Italia come Ticone), nel lontano 1597, quando fu costretto ad abbandonare l’isola di Hven, su cui aveva il suo palazzo-osservatorio, per via di una sporca faccenda di cui Pia Frauss racconta i dettagli sul suo sito, e di cui parla anche Wikipedia in inglese (ma non quella in italiano).
I font vecchi presenti sul sito sono quindici. Tra questi c’è la calligrafia della scrittrice Jane Austen, quella di imperatori duecenteschi tedeschi trecenteschi e quattrocenteschi.
Molto spesso si tratta di bastarde e di calligrafie usate dalle cancellerie, non quelle usate per i volumi.
Sei iniziano con la lettera X.
Luc Devroye rintraccia il vero nome di Pia Frauss (disegnatrice tedesca), e definisce i suoi caratteri “beauuuuuuutiful (free) fonts”.
Qui il Mala Testa è datato 2012.
Seguono pochi specimen, gli stessi che si trovano sul sito.
Qualcuno ha mai usato commercialmente i font di Pia Frauss? Fonts In Use conosce il nome, collegandolo solo con la sua opera più apprezzata, il Jane Austen (linkato erroneamente anche ad un Austen su Fontspring che non c’entra niente), ma non segnala alcun uso.
Il suo sito è ben concepito dal punto di vista del design, e mette in evidenza quattro nuovi font, uno dei quali ha un nome italianeggiante: “MalaTesta”. Solo che non ci sono date, a parte quelle in basso che parlano degli aggiornamenti e non lasciano ben sperare: l’ultimo anno che compare è il 2010. Dobbiamo rinunciare a nuovi font su questo fronte?
Il MalaTesta è una specie di cancelleresco italico con le estremità superiori dei tratti ascendenti arricciate a spirale. Il risultato è un calligrafico elegante e leggibile, nulla a che vedere con le spirali del Curlz o del Gigi, che tra l’altro non si trovano quasi mai sulla punta dei tratti ascendenti.
Il font è basato su una dimostrazione chiamata Lettere Piacevolle da un libro di Lewis Day e altri che si può scaricare gratis da Google Books, e contiene esempi di calligrafie antiche (tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo).
Per scaricare il pdf bisogna essere iscritti a Google.
Nella lista dei font più recenti disegnati dalla Frauss compare il Mitre Square, un calligrafico elegante ed ordinato, con la d ottocentesca e vari svolazzi nelle maiuscole e nelle y, che in realtà richiama un immaginario inquietante: è tratto dalla copia di un rapporto scritto da un poliziotto un mese dopo un omicidio eseguito da Jack lo Squartatore nei pressi di Mitre Square a Londra.
Il Son of Time riproduce la calligrafia di un tale Giovanni Borgia, membro della famigerata famiglia, figlio di un papa e nonno di un santo, spiega la didascalia.
Visse in un ducato spagnolo, e inviò un sacco di lettere a suo padre a Roma.
Il quarto font, Tycho’s Elegy, riproduce una calligrafia molto, molto svolazzante, derivante da una versione autografa di un’elegia scritta dall’astronomo danese Tycho Brahe (conosciuto talvolta in Italia come Ticone), nel lontano 1597, quando fu costretto ad abbandonare l’isola di Hven, su cui aveva il suo palazzo-osservatorio, per via di una sporca faccenda di cui Pia Frauss racconta i dettagli sul suo sito, e di cui parla anche Wikipedia in inglese (ma non quella in italiano).
I font vecchi presenti sul sito sono quindici. Tra questi c’è la calligrafia della scrittrice Jane Austen, quella di imperatori duecenteschi tedeschi trecenteschi e quattrocenteschi.
Molto spesso si tratta di bastarde e di calligrafie usate dalle cancellerie, non quelle usate per i volumi.
Sei iniziano con la lettera X.
Luc Devroye rintraccia il vero nome di Pia Frauss (disegnatrice tedesca), e definisce i suoi caratteri “beauuuuuuutiful (free) fonts”.
Qui il Mala Testa è datato 2012.
Seguono pochi specimen, gli stessi che si trovano sul sito.
Qualcuno ha mai usato commercialmente i font di Pia Frauss? Fonts In Use conosce il nome, collegandolo solo con la sua opera più apprezzata, il Jane Austen (linkato erroneamente anche ad un Austen su Fontspring che non c’entra niente), ma non segnala alcun uso.
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