Pinyon e Palace Script

Il Palace Script è uno dei font usati nelle intestazioni di certi ministeri e documenti ufficiali. Non è l’unico, visto che non sembra che sia stato trasposto in digitale quello che veniva usato originariamente (sempre che fosse uno soltanto), così pare che ognuno abbia scelto quello che meglio crede, volendo ottenere lo stesso effetto. Un’alternativa usata è il Kunstler Script. Ma volendo scegliere un’alternativa libera e gratuita si poterebbe scegliere il Pinyon, disegnato da Nicole Fally e disponibile su Google. La didascalia lo definisce “romantico”. In effetti all’estero l’idea di utilizzare lo stesso tipo di font per le rigide comunicazioni della pubblica amministrazione e per le partecipazioni di matrimonio e banner con frasi d’amore può sembrare un po’ strano.
Un confronto tra i due font si può fare con l’apposito strumento di Identifont, che però è colto impreparato: il Pinyon non è ancora stato immesso nel sistema, quindi in automatico non si possono elencare le differenze. Però si può avere un confronto visivo: anche i non addetti ai lavori possono notare che il Pinyon è più calcato, appare più nero sulla pagina, ed è più compatto per quanto riguarda le maiuscole, cioè lo stesso numero di lettere occupa minor spazio. Le minuscole del Pinyon invece sono più larghe. Chiaramente volendo scrivere su carta un messaggio elegante, i sottili tratti del Palace fanno il loro effetto. Ma sullo schermo tutta quella sottigliezza più dare fastidio, e rendere il messaggio meno leggibile. Quindi il Pinyon potrebbe essere più adatto.
La concezione dei due font è la stessa: corsivo calligrafico, asse inclinato a destra, lettere collegate, contrasto tra tratti più spessi e tratti più sottili.
In particolare la A è concepita nello stesso modo, con il tratto orizzontale che viene tracciato senza alzare la penna dal foglio dopo aver tracciato il fianco destro della lettera, formando un bell’occhiello caratteristico.
Una scelta niente affatto scontata: altri calligrafici hanno una A concepita in maniera diversa, come pure la D. Qui invece lo schema è lo stesso per entrambi. Al limite qualche tratto in alcune lettere può essere più lungo, più corto, più stretto, più sottile.
Qualche differenza notevole da questo punto di vista però c’è: la principale secondo me è la Q. Nel Palace è un cerchio che non chiude troppo, a cui si aggiunge l’onda. Nel Pinyon invece è un tratto unico: comincia come la D, poi forma un occhiello e termina con la coda. Rimanendo di fatto una lettera aperta. È un po’ come un 2 deformato.
Altre differenze che riguardano le lettere maiuscole sono la bandierina in alto a sinistra nella N, che sta solo le Pinyon, e il trattino che taglia in orizzontale la Z, che sta solo nel Palace.
Per quanto riguarda le minuscole, la prima differenza che salta all’occhio è il maggior numero di occhielli che si trovano nel Pinyon. La b ha un occhiello in alto, che manca nel Palace. La f ha due occhielli, uno sopra e uno sotto, mentre nel Palace ha solo quello superiore. La z ha un occhiello inferiore nel Pinyon, mentre nel Palace non ha tratti discendenti. E anche la q del Pinyon è strana, perché dopo aver tracciato il tratto discendente la penna non si alza, tornando sulla linea di base, passando a destra dell’asta.
Un’altra scelta strana del Pinyon è quella dell’inclinazione un po’ incoerente delle lettere: basta guardare la f e la g, che hanno due pendenze palesemente diverse. Nel Palace questo problema non c’è.

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