Più o meno
Il simbolo matematico più-o-meno (che ha anche una pagina dedicata su Wikipedia) è ovviamente anche un carattere tipografico.
L’immagine pubblicata da Wikipedia mostra i due simboli che lo compongono, il più e il meno, attaccati tra di loro (il meno è al di sotto del più).
Lo stesso simbolo compare anche nelle formule matematiche pubblicate nel testo sotto forma di immagini. Ma quando viene inserito come carattere tipografico, il più e il meno sono staccati tra di loro (il testo è in Arial).
Ed è appunto questa la forma più usata (quasi sempre, le eccezioni sono pochissime). Se andiamo a vedere la top twenty dei font più trendy su Google, non ne troviamo uno che abbia il più e il meno attaccati. Il primo è il Poppins, della Indian Type Foundry. E per trovarne un altro bisogna scendere giù fino all’Indie Flower. Tutti gli altri mostrano i due segni separati.
Per quanto riguarda forma e dimensioni, ognuno se la gestisce come meglio crede. In alcuni casi il segno più mantiene la stessa dimensione e posizione, venendo sottolineato dal meno (Open Sans). In altri casi la forma è la stessa, ma cambia la posizione del segno rispetto alla linea di base (Montserrat). In altri casi ancora, nel simbolo composto il più è diverso, più piccolo, più basso (Cairo, Teko...). Oppure più largo, come succede nel Noto Sans Jp.
Si solito quasi tutti i font presenti sul sito sono dotati del simbolo, ma c’è pure qualcuno a cui manca. Il Black and White Picture, ad esempio, fatto di lettere imprecise circondate da macchie nere. È un font coreano, ma contiene pure le lettere dell’alfabeto latino. Dovrebbe essere un font recente, quindi non è escluso che in futuro possa dotarsi di quello che al momento gli manca.
Quello che si fa notare di più, per me, è lo Spicy Rice. Che preso nel suo complesso è un font festivo (adatto sia alle vacanze estive che a quelle invernali, spiega la didascalia). A me ricorda qualcosa di floreale tipo anni settanta. Ma il simbolo più, preso da solo, ricorda quelle croci che stavano sugli aerei da guerra tedeschi della prima guerra mondiale.
Il simbolo più-o-meno si trova pure in font che mai e poi mai verranno usati per la matematica, ad occhio e croce. Tipo il Monoton, di Vernon Adams, dove tutte le lettere sono composte da quattro o tre linee nere in senso longitudinale separate da strisce bianche. Ispirato al Prisma, del 1931. “Un carattere puramente display, disegnato per essere usato sul web a dimensioni superiori a 30 punti”, dice la didascalia.
L’immagine pubblicata da Wikipedia mostra i due simboli che lo compongono, il più e il meno, attaccati tra di loro (il meno è al di sotto del più).
Lo stesso simbolo compare anche nelle formule matematiche pubblicate nel testo sotto forma di immagini. Ma quando viene inserito come carattere tipografico, il più e il meno sono staccati tra di loro (il testo è in Arial).
Ed è appunto questa la forma più usata (quasi sempre, le eccezioni sono pochissime). Se andiamo a vedere la top twenty dei font più trendy su Google, non ne troviamo uno che abbia il più e il meno attaccati. Il primo è il Poppins, della Indian Type Foundry. E per trovarne un altro bisogna scendere giù fino all’Indie Flower. Tutti gli altri mostrano i due segni separati.
Per quanto riguarda forma e dimensioni, ognuno se la gestisce come meglio crede. In alcuni casi il segno più mantiene la stessa dimensione e posizione, venendo sottolineato dal meno (Open Sans). In altri casi la forma è la stessa, ma cambia la posizione del segno rispetto alla linea di base (Montserrat). In altri casi ancora, nel simbolo composto il più è diverso, più piccolo, più basso (Cairo, Teko...). Oppure più largo, come succede nel Noto Sans Jp.
Si solito quasi tutti i font presenti sul sito sono dotati del simbolo, ma c’è pure qualcuno a cui manca. Il Black and White Picture, ad esempio, fatto di lettere imprecise circondate da macchie nere. È un font coreano, ma contiene pure le lettere dell’alfabeto latino. Dovrebbe essere un font recente, quindi non è escluso che in futuro possa dotarsi di quello che al momento gli manca.
Quello che si fa notare di più, per me, è lo Spicy Rice. Che preso nel suo complesso è un font festivo (adatto sia alle vacanze estive che a quelle invernali, spiega la didascalia). A me ricorda qualcosa di floreale tipo anni settanta. Ma il simbolo più, preso da solo, ricorda quelle croci che stavano sugli aerei da guerra tedeschi della prima guerra mondiale.
Il simbolo più-o-meno si trova pure in font che mai e poi mai verranno usati per la matematica, ad occhio e croce. Tipo il Monoton, di Vernon Adams, dove tutte le lettere sono composte da quattro o tre linee nere in senso longitudinale separate da strisce bianche. Ispirato al Prisma, del 1931. “Un carattere puramente display, disegnato per essere usato sul web a dimensioni superiori a 30 punti”, dice la didascalia.
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