Tagliacarte Krause: l’estremo saluto

Leggevo che in un museo tipografico era esposto un vecchissimo modello di tagliacarte Krause. Anzi, avevano sbagliato a scrivere: hanno scritto Kraus. Tanto chi se ne accorge? Non solo la gente comune non ha mai sentito nominare la marca, ma non conosce neanche l’esistenza di uno strumento come il tagliacarte.
I fogli, alla gente comune, in gran parte arrivano già tagliati. Se bisogna tagliarne uno, il tagliacarte è una specie di coltello, uno strumento elegante da esporre sulla scrivania. Se bisogna tagliarne pochi, c’è un apposito strumento con una lunga lama fissata ad un’estremità, che viene tirata giù. Nulla che giri, però, nessun motore elettrico. Come ci si arrivi poi dai fogli più grandi ai normali formati che sono in vendita resta avvolto da un alone di mistero. Ci sarà qualche macchina che fa tutto in automatico, si dà per scontato.
E infatti le macchine ci sono, e si possono vedere, almeno su Youtube. Anche se non sono molti a farlo, anche perché di solito non c’è uno straccio di didascalia, né una voce fuori campo che spieghi di che cosa si tratta.
Un video di una “guillotina Krause” messo su Youtube a gennaio di quest’anno ha ottenuto finora appena 110 visualizzazioni. In effetti la qualità non è un granché. Si riconosce una ruota che gira, una sbarra obliqua. E si vede l’intervento di un operatore a sistemare i biglietti da tagliare sul piano di lavoro.
Come dice la parola spagnola, “guillotina”, cioè ghigliottina, il funzionamento è semplice: c’è una lunga lama che cala giù di colpo, tagliando via una parte dei fogli. Possono essere solo i margini, ma può anche essere un’intera pagina che viene separata dalle altre.
Un filmato un po’ più lungo arriva dal Messico, anche se in questo caso il tagliacarte non è Krause ma Polar, con tanto di monitor a colori.
Qui il problema è quello di tagliare in quattro un grosso foglio con la copertina di Playboy stampata quattro volte. Più l’eliminazione dei bordi.
Il macchinario è moderno, ma non è un robot che fa tutto da solo. L’operatore, che si chiama Hector, deve girare il blocco di fogli orientandolo nella maniera giusta, e allinearli tutti con colpetti di uno strumento piatto di legno.
Un video che arriva dall’Italia mostra un’operazione più semplice eseguita con un tagliacarte Pivano.
Un altro filmato dal mondo spagnolo mostra una “guillotina” Nebiolo Monofasic, almeno così dice il titolo.
Anche qui il compito è quello di tagliare dei fogli bianchi, ma l’inquadratura è larga, la scena è luminosa, quindi si vede chiaramente che quella ruota che sta sulla destra non viene girata da un motorino, come nelle macchine moderne, ma viene azionata a mano e serve per abbassare la lama.
Perfino per far avanzare i fogli non c’è un pulsante, ma un’apposita manovella che deve essere girata a mano.
E sempre da mondo spagnolo arriva il video di un’altra guillotina Krause, più moderna di quella vista prima. La stanno portando fuori, con qualche difficoltà, a fine carriera. La tristezza di quelli che ci hanno lavorato sopra è così grande che hanno ingaggiato dei musicisti (ottone, tamburo e grancassa) per suonare una marcia funebre. “El ultimo adios”, dice la didascalia. L’estremo saluto.

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