Tekton
Tekton è un font basato sulle lettere scritte a mano da Frank Ching, un architetto di Seattle. Quattro i designers indicati da Identifont, uno dei quali è Tobias Frere-Jones, uno dei più famosi designer di caratteri del mondo, autore, tra l’altro del Gotham.
Il Tekton è datato 1989, pubblicato da Adobe e Linotype. Pensavo che la Microsoft c’entrasse qualcosa, ma non ho trovato cenni a questo carattere nell’apposita pagina che l’azienda dedica alla tipografia.
Una delle lettere che si notano più facilmente è la q. La quale anziché terminare senza grazie come tutte le altre lettere dell’alfabeto, ha un piccolo tratto obliquo che torna in alto, all’estremità del tratto discendente.
Un altro dettaglio interessante è la curva che fanno tutti gli archi, sia delle maiuscole che delle minuscole (D, P, b, p eccetera). È leggermente diretta verso l’alto. Una caratteristica che si trova in un altro carattere che ricorda la scrittura a mano, che però non riesco ad identificare. Mentre nel font sconosciuto lettere come D, P, R, E non hanno tratti che spuntano, qui l’asta verticale emerge in alto al di sopra dell’arco, o dei tratti orizzontali.
I numeri vengono forniti in entrambe le versioni (maiuscoli e minuscoli, diciamo). Nella versione maiuscola il 3 ha una grazia in alto che manca nella versione minuscola. Del resto è proprio diversa la concezione del numero: quella maiuscola ha la parte superiore fatta da due tratti rettilinei, quella minuscola ha un solo tratto curvo.
Identifont fornisce anche una lista di caratteri simili. Al primo posto c’è lo Schema Light.
In molti di loro sono molto accentuate le caratteristiche che indicano la scrittura a mano.
Non mi pare che la q del Tekton sia stata catalogata tra le unusual features di Identifont.
Il sito segnala 98 font in cui la q minuscola ha una sola grazia che va sulla destra.
Tra questi ci sono il Bernhard, il Californian Fb, e il Colonna.
Di italiani troviamo il Torino Condensed, attribuito ad Alessandro Butti, 1908, copyright “Pacella” (nessun link, mai sentito nominare), pubblicato da Monotype e Itc. È un bodoni condensato, ad alto contrasto.
Il Tekton è datato 1989, pubblicato da Adobe e Linotype. Pensavo che la Microsoft c’entrasse qualcosa, ma non ho trovato cenni a questo carattere nell’apposita pagina che l’azienda dedica alla tipografia.
Una delle lettere che si notano più facilmente è la q. La quale anziché terminare senza grazie come tutte le altre lettere dell’alfabeto, ha un piccolo tratto obliquo che torna in alto, all’estremità del tratto discendente.
Un altro dettaglio interessante è la curva che fanno tutti gli archi, sia delle maiuscole che delle minuscole (D, P, b, p eccetera). È leggermente diretta verso l’alto. Una caratteristica che si trova in un altro carattere che ricorda la scrittura a mano, che però non riesco ad identificare. Mentre nel font sconosciuto lettere come D, P, R, E non hanno tratti che spuntano, qui l’asta verticale emerge in alto al di sopra dell’arco, o dei tratti orizzontali.
I numeri vengono forniti in entrambe le versioni (maiuscoli e minuscoli, diciamo). Nella versione maiuscola il 3 ha una grazia in alto che manca nella versione minuscola. Del resto è proprio diversa la concezione del numero: quella maiuscola ha la parte superiore fatta da due tratti rettilinei, quella minuscola ha un solo tratto curvo.
Identifont fornisce anche una lista di caratteri simili. Al primo posto c’è lo Schema Light.
In molti di loro sono molto accentuate le caratteristiche che indicano la scrittura a mano.
Non mi pare che la q del Tekton sia stata catalogata tra le unusual features di Identifont.
Il sito segnala 98 font in cui la q minuscola ha una sola grazia che va sulla destra.
Tra questi ci sono il Bernhard, il Californian Fb, e il Colonna.
Di italiani troviamo il Torino Condensed, attribuito ad Alessandro Butti, 1908, copyright “Pacella” (nessun link, mai sentito nominare), pubblicato da Monotype e Itc. È un bodoni condensato, ad alto contrasto.
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