Il Veltro e le (eventuali) alternative

L’anno scorso un articolo ha fatto riscoprire un carattere dimenticato, il Veltro, prodotto negli anni 30 dall’italiana Nebiolo. Non si trattava di un tentativo isolato, tra le due guerre. Altre aziende stavano lavorando a qualcosa di simile. Lo stesso articolo mostra il Signal della Berthold e l’Energos della Schriftgruss Ag, entrambe fonderie tedesche.
Nessuno di questi altri due caratteri è stato finora riportato in digitale con lo stesso nome.
Per giunta le tendenze stanno andando da tutt’altra parte. È difficile perfino trovare qualcosa che ci si avvicini come stile. Guardiamo tra gli handwriting di Google. A parte quelli a lettere separate, o quelli calligrafici eleganti che ci rimane? Qualcosa che ci si avvicina potrebbe essere lo Yellow Tail, ma è troppo scomposto in quanto inclinato sulla destra. Anche il Grand Hotel ha i tratti a spessore costante, ma ha il difetto opposto: è perfettamente verticale, anzi, leggermente inclinato a sinistra. E nessuno dei due ha una M come quella del Veltro. Lo Yellowtail ha la M spigolosa, il Grand Hotel ha una M curva, ma con solo due gobbe. Come il Bauhaus, non come una M corsiva che ne ha tre.
Il problema è che ora va di moda l’irregolarità e il contrasto. I tratti a spessore costante non sono considerati moderni.
Tanto è vero che se andiamo nella categoria script di Dafont in testa alla classifica si trova solo irregolarità e contrasto. 
Forse sarebbe più opportuno imbucarsi nella categoria Retro, dove ci stanno cose tipo Airstream o Postface che hanno forme regolari e spessore costante. Ma (a parte la qualità) sono entrambi caratteri a lettere separate.
E poi c’è qualcosa che ricorda il Magneto. Ma gli script sono pochissimi in questa categoria. E fin troppi nell'altra, che è la più popolata del sito. Purtroppo Dafont non permette tag multipli. Un font può essere catalogato come script, come retrò, ma non con entrambe le parole chiave.
Più flessibile casomai il sito FontSpace (anche questo di caratteri gratuiti) che permette di cercare per tag, e di aggiungere nuovi tag per restringere la ricerca (basta cliccare sul simbolo +). 455 risultati a chi chiede script più rétro. Ovvero 46 pagine. Ma in testa ai risultati domina l’irregolarità. C’è qualcosa che mi piace (tipo il Candy Shop di Billy Argel, che però non c’entra con quello che sto cercando, ha l’effetto dentifricio, ma mi fa venire in mente la stessa epoca). Ci sono parecchie M a tre gobbe a scaletta a scendere, ma non c’è niente che mi dia la stessa sensazione del Veltro.
Anche su Google c’è la possibilità di inserire una sola categoria per volta. Così alcuni script sono finiti nella categoria Display. Dove c’è il Dynalight, che sebbene sia più leggero e abbia un maggiore contrasto (differenza di spessore tra i tratti più larghi e quelli più stretti), mi comunica la stessa sensazione di compostezza. Ha la M con tre gobbe a scaletta, la L senza occhiello superiore... insomma, dovendo fare un santino della Madonna come quello che si vede nell’articolo sul Veltro, penso che metterci il Dynalight sarebbe una soluzione fattibile, anche se l’effetto sarebbe diverso.
La firma del font è Astigmatic. La didascalia spiega che è ispirato alla scritta che compare sulla fiancata di una locomotiva a vapore della Southern Pacific, la 4449. La locomotiva risale agli anni 40 ed è streamliner, ovvero ha un design che lascia di stucco anche a guardarla oggi (c’è la foto su Wikipedia, e non solo, e ci sono tanti filmati su Youtube che documentano i passaggi qua e là in giro per l’America). Sulla fiancata c’è una sgargiante striscia arancione, con la scritta corsiva in piccolo Daylight, che dovrebbe essere il nome della livrea. A cui appunto si è inspirata Astigmatic, modificandola poi per dare il nome al font.
Purtroppo il Dynalight è in un solo stile. Ci fosse stato anche un grassetto sarebbe stato meglio.
Il Veltro non è stato dimenticato del tutto. Una sola versione digitale ne è stata realizzata, da Ralph Unger, undici anni fa, e pubblicata da Profonts.
Sempre tra i font a pagamento, Identifont ne segmala parecchi simili: Kaufmann Bold, Energia, Stempel Elan, Monoline Script e tanti altri.
Energia? Toh! Cosa mi ricorda questa parola? L’Energos, ovviamente, un altro dei caratteri anni 30 che ho nominato all’inizio. E infatti eccolo là, disegnato nel 1932 da Arno Drescher e pubblicato all’epoca dalla Schriftguss Ag. Digitalizzato nel 2008 da... Ralph Unger, per Profonts. Prima ha fatto il Veltro, l’anno dopo l’Energia.
Classe 1953, Unger è nato in Germania Est. Su Myfonts ci sono ben 180 famiglie di font disegnate da lui. Dagli script ai corsivi, dai liberty ai gotici, c’è di tutto. C’è pure un Gmuender Elan Pro, nello stesso stile. E ci sono altri rétro interessanti realizzati da lui.
Per quanto riguarda le alternative al Veltro sui siti specializzati, non è difficile trovarle, conoscendo la parola giusta. L’articolo citato sopra usa spesso la parola monolinear. Un tag utilizzato più spesso sui siti di font è monoline.

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