Linotype CRTronic 360 - Il museo Dasa di Dortmund
Una foto di una Linotype CRTronic 360 si può trovare sul sito Forgotten Art Supplies. A prima vista sembra un primitivo computer: c’è una tastiera, un monitor piccolo che occupa solo una parte della parte frontale dell’apparecchio, e ci sono due aperture per i floppy disc.
In realtà era una macchina che serviva alla fotocomposizione, cioè a impaginare il testo che doveva essere stampato.
La didascalia spiega anche come funzionava: ogni testo doveva essere preceduto da un codice contenente le istruzioni per la macchina su come stamparlo.
Era possibile immagazzinare il tutto su floppy disc da 5 pollici e un quarto.
Infine, il risultato finale veniva impresso su un rotolo di carta fotografica.
Su internet ci sono tante dimostrazioni di come funzionavano le linotype meccaniche. Si trova anche materiale su chi componeva il testo a mano. Eppure sembra che non esistano filmati su chi operava a questi macchinari qua.
La foto è stata scattata da un americano in visita al museo Dasa di Dortmund. Su Flickr c’è una carrellata dei suoi scatti veramente eccezionale: si vedono televisiori di tutte le epoche (a partire da quelli che avevano la forma di una delle prime ingombranti radio, con schermo piccolo e altoparlante grosso), la postazione di un controllore di volo, bacheche con le prime macchine da scrivere “cieche”, un Commodore Pet, un pesante portatile... C’è un tram, apparecchi per timbrare i cartellini in varie epoche, un grosso pannello di controllo, una cosa che credo sia uno dei primi telecomandi...
E poi c’è parecchio materiale per la composizione e la stampa.
Sul fronte della fotocomposizione si può ammirare una Berthold Ads 3000 con una tastiera con un numero eccessivo di tasti, un monitor, e vari case collegati (il tutto faceva parte della scrivania, o banco di lavoro).
C’è poi una foto della famosa Berthold Diatype, una delle prime macchine per la fotocomposizione. Così primitiva che non aveva una tastiera, ma un manubrio con pulsante che doveva essere portato in corrispondenza dell’etichetta con la lettera desiderata, mentre con l’altra mano bisognava azionare una leva per scegliere la fila da cui attingere (maiuscole, minuscole, simboli). E non c’era modo di vedere come sarebbe venuta la pagina, o se c’era stato qualche errore, perché non c’era il display. Bisognava aspettare lo sviluppo dell’immagine su carta fotografica.
L’apparecchio è così misterioso, non c’è scritta neanche la marca sopra, che l’autore della foto non ha saputo cosa scrivere nella didascalia. Ci ha scritto solo “vintage typesetting”.
C’è poi qualche macchinario più consueto, la famosa tastiera della Linotype, il marchio Heidelberg, il nome di Mergenthaler, cassetti di caratteri Univers eccetera. Curiosa, una parete con un lungo testo stampato a rilievo all’inverso, come vedevano i tipografi all’epoca il testo da inchiostrare per imprimerlo sul foglio.
Per tornare alla CRTronic, una foto di come doveva apparire il monitor acceso è stata pubblicata sul sito Prepressure, nella pagina dedicata all’anno 1982. Caratteri verdi su fondo nero. Si notano sia i caratteri in negativo per inserire le istruzioni di controllo (nero su fondo verde), sia la barra per andare a capo che doveva essere messa alla fine di ogni riga. Infatti era l’operatore che doveva decidere ogni volta quando andare a capo, e come spezzare la parola in caso di sillabazione...
In realtà era una macchina che serviva alla fotocomposizione, cioè a impaginare il testo che doveva essere stampato.
La didascalia spiega anche come funzionava: ogni testo doveva essere preceduto da un codice contenente le istruzioni per la macchina su come stamparlo.
Era possibile immagazzinare il tutto su floppy disc da 5 pollici e un quarto.
Infine, il risultato finale veniva impresso su un rotolo di carta fotografica.
Su internet ci sono tante dimostrazioni di come funzionavano le linotype meccaniche. Si trova anche materiale su chi componeva il testo a mano. Eppure sembra che non esistano filmati su chi operava a questi macchinari qua.
La foto è stata scattata da un americano in visita al museo Dasa di Dortmund. Su Flickr c’è una carrellata dei suoi scatti veramente eccezionale: si vedono televisiori di tutte le epoche (a partire da quelli che avevano la forma di una delle prime ingombranti radio, con schermo piccolo e altoparlante grosso), la postazione di un controllore di volo, bacheche con le prime macchine da scrivere “cieche”, un Commodore Pet, un pesante portatile... C’è un tram, apparecchi per timbrare i cartellini in varie epoche, un grosso pannello di controllo, una cosa che credo sia uno dei primi telecomandi...
E poi c’è parecchio materiale per la composizione e la stampa.
Sul fronte della fotocomposizione si può ammirare una Berthold Ads 3000 con una tastiera con un numero eccessivo di tasti, un monitor, e vari case collegati (il tutto faceva parte della scrivania, o banco di lavoro).
C’è poi una foto della famosa Berthold Diatype, una delle prime macchine per la fotocomposizione. Così primitiva che non aveva una tastiera, ma un manubrio con pulsante che doveva essere portato in corrispondenza dell’etichetta con la lettera desiderata, mentre con l’altra mano bisognava azionare una leva per scegliere la fila da cui attingere (maiuscole, minuscole, simboli). E non c’era modo di vedere come sarebbe venuta la pagina, o se c’era stato qualche errore, perché non c’era il display. Bisognava aspettare lo sviluppo dell’immagine su carta fotografica.
L’apparecchio è così misterioso, non c’è scritta neanche la marca sopra, che l’autore della foto non ha saputo cosa scrivere nella didascalia. Ci ha scritto solo “vintage typesetting”.
C’è poi qualche macchinario più consueto, la famosa tastiera della Linotype, il marchio Heidelberg, il nome di Mergenthaler, cassetti di caratteri Univers eccetera. Curiosa, una parete con un lungo testo stampato a rilievo all’inverso, come vedevano i tipografi all’epoca il testo da inchiostrare per imprimerlo sul foglio.
Per tornare alla CRTronic, una foto di come doveva apparire il monitor acceso è stata pubblicata sul sito Prepressure, nella pagina dedicata all’anno 1982. Caratteri verdi su fondo nero. Si notano sia i caratteri in negativo per inserire le istruzioni di controllo (nero su fondo verde), sia la barra per andare a capo che doveva essere messa alla fine di ogni riga. Infatti era l’operatore che doveva decidere ogni volta quando andare a capo, e come spezzare la parola in caso di sillabazione...
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