Lukas Krakora

Uno dei font in download gratuito per uso personale su Dafont si chiama Usis 1949. Tutte lettere maiuscole, modellate su vecchi rapporti dello United States Information Service. Se ne vede qualcuno nello specimen, con l’intestazione “Day Wireless Bulletin”. Bollettino giornaliero senza fili. Quindi probabilmente si trattava di testi che venivano trasmessi via telescrivente, forse con una variante del codice Baudot. A differenza dell’Ascii, dove ogni simbolo è codificato in 8 bit, garantendo 256 combinazioni diverse, il Baudot veniva codificato in 5 bit, che offriva solo 32 combinazioni diverse: bastavano solamente per le lettere maiuscole e pochi simboli speciali. Uno di questi era uno shift che serviva ad attivare nella macchina ricevente un diverso set di caratteri, in cui c’erano le cifre numeriche e i segni di interpunzione. Un’altra combinazione speciale riportava la macchina ricevente alla modalità di base.
Ho cercato da qualche parte qualche informazione a proposito di questa agenzia, che si occupava di propaganda statunitense. Siccome nel 1953 è stata ridenominata Usia, non ha neanche una pagina dedicata su Wikipedia in inglese. Del resto anche l’associazione che l’ha sostituita è stata mantellata nel 1999.
Quello che mi colpisce nel font è la forma della C: l’estremità superiore si arriccia fin troppo. Mi fa venire in mente la macchina da scrivere di una vecchia signora.
Sul web non solo non si trova la scannerizzazione dei documenti originali, ma non si trova neanche qualche nota a proposito di quella C strana. Era stata progettata apposta per l’agenzia? C’era qualche altra telescrivente o macchina da scrivere su cui era in uso?
Comunque a me sembra strano che un’agenzia ufficiale avesse una C così... romantica sui suoi apparecchi.
Il font è stato disegnato da un tale Lukas Krakora, che a quanto pare è appassionato di macchine da scrivere. Praticamente tutti gli altri fonts presenti sul sito sono sullo stesso tema.
Il più scaricato è Bohemian Typewriter. Segue l’Albersthal Typewriter, il Lucky Typewriter, il Modern Typewriter (senza grazie), l’Elegant Typewriter, l’Hollywood Starfire, l’Oceanside Typewriter (italico!), e varie altre.
Il meno scaricato è il Suzanne Nouveau, dove le lettere sono in stile liberty.
Ce ne sono un paio, Dresden Elektronik e Dearborn Type, che sono moderni, senza grazie.
Agli anni Quaranta risale l’Hermes 1943, e infatti è un po’ malfermo. C’è pure un 1952 Rheinmetall.
Fuori tema ce ne sono solo tre: lo Stohr Numbers, il Prager Headlines e il 1938 Stempel. Che non riguardano le macchine da scrivere, ma comunque le stampe d’epoca. Il primo mostra dei bei numeri in vecchio stile, con delle estremità a goccia rotonda. Il secondo riproduce forse la titolazione di un giornale dell’est Europa, in un carattere senza grazie condensato che per qualche dettaglio mi ricorda il Berlin Sans, ma non c’entra niente. Il terzo invece è composto dai numeri che abbiamo visto prima più delle lettere maiuscole senza grazie, ma entrambi scoloriti, come se fosse stato messo poco inchiostro o poca pressione in una stampa a pressa.
Purtroppo l’autore non racconta la storia che c’è dietro ogni font.
Il sito ufficiale del disegnatore è impaginato con uno dei font di Google, senza grazie, a tratti rettilinei, mai visto prima. Si chiama Jura, firmato Daniel Jonson e Cyreal. Ispirato dall’Eurostile, dice la didascalia. In effetti i due font, visti vicini, sono come la notte e il giorno. Però l’idea dei tratti rettilinei in certe lettere, come o ed a, ce l’hanno in comune.
Per chi cerca caratteri da telescrivente che siano meno chic di quelli usati dall’Usis, su Dafont c’è, gratis per uso personale, il Teletype 1945-1985, di E.V.Norat.
Qui le informazioni disponibili sono di più: era utilizzato dalla Civil Aviation Agency, che poi divenne la Federal Aviation Administration (FAA, tuttora esistente) nelle sue telescriventi elettromeccaniche che venivano usate dai controllori di volo negli aeroporti americani.
Visto che il font è una ricostruzione accurata, mancano tutti i segni di interpunzione tranne il punto. Ci sono invece delle frecce che servivano per comunicare le 8 possibili direzioni del vento, 4 simboli per le condizioni di nuvolosità, e i simboli + e -. Oltre alle cifre numeriche, ovviamente.
Le lettere, solo maiuscole, hanno grazie slab. Lettera caratteristica, la A, i cui fianchi sono leggermente curvi verso l’esterno (come quelli della M, della V, della W). Dettaglio che non è facile trovare altrove.
Il 4 era aperto e lo zero barrato. E anche questa non è una caratteristica comune, mi pare.

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