Pirelli
Il logo della Pirelli è famoso in tutto il mondo.
Secondo il sito Dewebsite l’azienda è il quinto produttore al mondo di pneumatici.
I caratteri sono in un normale senza grazie black (nel senso che i tratti sono molto spessi: in realtà la scritta è gialla su fondo rosso). Ma la caratteristica principale è che l’occhiello della P si allunga a sovrastare tutte le altre lettere del nome.
Dice il sito Logo Design Love, attingendo ad un libro sulla storia di 100 logo famosi, che la P allungata serve ad evocare l’elasticità dei pneumatici.
L’idea è nata molto indietro nel tempo, nel 1908 secondo Dewebsite. Logo Design Love mostra una carrellata di variazioni successive nel logo. Nel 1906 non c’era ancora niente di strano (l’azienda esisteva già dal 1872). Il nome era scritto con normali caratteri che andavano di moda all’epoca. Nel marchio del 1914 ci sono due P allungate: una sulla parola Pneus, l’altra sulla parola Pirelli. I marchi successivi, da quello del 1916 in poi, sono tutte variazioni sullo stesso tema. E variazioni anche notevoli, perché, a parte il concetto, tutto il resto cambia. Nel 1916 c’erano caratteri spigolosi, con il tratto orizzontale in basso della E e della L molto spesso, e una strana grazia triangolare alla base di I e R, con la gamba della R che piega verso l’interno.
L’anno dopo, lettere dai vertici arrotondati, E a vita alta, R con curve calligrafiche, I che si allarga verso il basso.
Nel 1924 lo stile torna ad essere quello del 1916, ma con curve morbide.
Negli anni 20 viene aumentato lo spessore dei tratti, ma con proporzioni più consuete rispetto a quelle già viste nel 16. Ancora un senza grazie, spigoloso, ma movimentato da linee curve che allargano alcuni tratti verso l’estremità. La R ha la gamba curva che punta in avanti.
1930, la gamba della R curva in basso, i tratti orizzontali della E non si allargano, quelli verticali di I, L e soprattutto E si allargano verso il basso in maniera un po’ goffa.
Anni 30, si passa ad un carattere con grazie. È una specie di ultrablack dalle forme arrotondate, non sembra una cosa amatoriale come i precedenti.
Alla fine della guerra, nel 1945, il marchio assume la sua forma attuale: senza grazie, gamba della R dritta. Solo, c’è stato un certo cambiamento nelle proporzioni avvenuto negli anni 70, in cui è stata aumentata la larghezza delle lettere, mentre il tratto centrale della E è stato portato alla stessa lunghezza degli altri due.
Volendo ottenere una scritta simile a quella attuale (a parte la P, chiaro) con i font gratuiti di Google, una scelta possibile potrebbe essere il Poller One, di Yvonne Schuttler. Che ha varie lettere di aspetto rétro o insolito, ma in quelle che compongono la parola Pirelli non c’è nulla di strano.
È l’unico font di questa disegnatrice su Google.
Secondo il sito Dewebsite l’azienda è il quinto produttore al mondo di pneumatici.
I caratteri sono in un normale senza grazie black (nel senso che i tratti sono molto spessi: in realtà la scritta è gialla su fondo rosso). Ma la caratteristica principale è che l’occhiello della P si allunga a sovrastare tutte le altre lettere del nome.
Dice il sito Logo Design Love, attingendo ad un libro sulla storia di 100 logo famosi, che la P allungata serve ad evocare l’elasticità dei pneumatici.
L’idea è nata molto indietro nel tempo, nel 1908 secondo Dewebsite. Logo Design Love mostra una carrellata di variazioni successive nel logo. Nel 1906 non c’era ancora niente di strano (l’azienda esisteva già dal 1872). Il nome era scritto con normali caratteri che andavano di moda all’epoca. Nel marchio del 1914 ci sono due P allungate: una sulla parola Pneus, l’altra sulla parola Pirelli. I marchi successivi, da quello del 1916 in poi, sono tutte variazioni sullo stesso tema. E variazioni anche notevoli, perché, a parte il concetto, tutto il resto cambia. Nel 1916 c’erano caratteri spigolosi, con il tratto orizzontale in basso della E e della L molto spesso, e una strana grazia triangolare alla base di I e R, con la gamba della R che piega verso l’interno.
L’anno dopo, lettere dai vertici arrotondati, E a vita alta, R con curve calligrafiche, I che si allarga verso il basso.
Nel 1924 lo stile torna ad essere quello del 1916, ma con curve morbide.
Negli anni 20 viene aumentato lo spessore dei tratti, ma con proporzioni più consuete rispetto a quelle già viste nel 16. Ancora un senza grazie, spigoloso, ma movimentato da linee curve che allargano alcuni tratti verso l’estremità. La R ha la gamba curva che punta in avanti.
1930, la gamba della R curva in basso, i tratti orizzontali della E non si allargano, quelli verticali di I, L e soprattutto E si allargano verso il basso in maniera un po’ goffa.
Anni 30, si passa ad un carattere con grazie. È una specie di ultrablack dalle forme arrotondate, non sembra una cosa amatoriale come i precedenti.
Alla fine della guerra, nel 1945, il marchio assume la sua forma attuale: senza grazie, gamba della R dritta. Solo, c’è stato un certo cambiamento nelle proporzioni avvenuto negli anni 70, in cui è stata aumentata la larghezza delle lettere, mentre il tratto centrale della E è stato portato alla stessa lunghezza degli altri due.
Volendo ottenere una scritta simile a quella attuale (a parte la P, chiaro) con i font gratuiti di Google, una scelta possibile potrebbe essere il Poller One, di Yvonne Schuttler. Che ha varie lettere di aspetto rétro o insolito, ma in quelle che compongono la parola Pirelli non c’è nulla di strano.
È l’unico font di questa disegnatrice su Google.
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