Batman sul Manifesto
Il sito del quotidiano comunista Il Manifesto è gestito da... Batman!
Sbirciando nel codice della pagina, invece di trovare una falce e martello o roba simile, c’è questo bell’esemplare di ascii-art con il logo del supereroe mascherato, composto in gran parte di numeri otto, con una citazione in inglese al centro.
Non si tratta di qualcosa fatto così frettolosamente e senza criterio: notare la cura con cui i puntini, le barre, gli eslamativi, le parentesi e le lettere dell’alfabeto contribuiscono alla curvatura delle linee.
Comunque, gli articoli del quotidiano sono impaginati sul sito in Mercury, copyright H&Co. Il font è embedded nella pagina grazie alla codifica base 64.
Anche per i titoli il sito non si è appoggiato ai font standard di Google, come fanno molti altri: qui abbiamo il Whitney Cond, sempre della stessa fonderia.
Entrambi sono caratteri che si fanno notare. Il Whitney per via delle estremità tagliate in obliquo in maniera gradevole; il Mercury per via di tanti piccoli dettagli disseminati qua e là: nel 5 e nel 7, per esempio, c’è una grazia che punta verso l’alto, scelta niente affatto scontata.
H&co è la sigla di Hoefler & Company, la fonderia che si è impossessata dell’indirizzo dal nome altamente strategico typography.com
Il Mercury nasce da nove anni di ricerca e sviluppo, dice il sito.
Quattro gli accoppiamenti suggeriti: col Mercury Display, col Ringside, col famoso Gotham (stessa fonderia) e col Whitney (originariamente progettato per il Whitney Museum di New York). Quest’ultima è appunto la scelta fatta da Batm... ahem... dal Manifesto.
Sbirciando nel codice della pagina, invece di trovare una falce e martello o roba simile, c’è questo bell’esemplare di ascii-art con il logo del supereroe mascherato, composto in gran parte di numeri otto, con una citazione in inglese al centro.
Non si tratta di qualcosa fatto così frettolosamente e senza criterio: notare la cura con cui i puntini, le barre, gli eslamativi, le parentesi e le lettere dell’alfabeto contribuiscono alla curvatura delle linee.
Comunque, gli articoli del quotidiano sono impaginati sul sito in Mercury, copyright H&Co. Il font è embedded nella pagina grazie alla codifica base 64.
Anche per i titoli il sito non si è appoggiato ai font standard di Google, come fanno molti altri: qui abbiamo il Whitney Cond, sempre della stessa fonderia.
Entrambi sono caratteri che si fanno notare. Il Whitney per via delle estremità tagliate in obliquo in maniera gradevole; il Mercury per via di tanti piccoli dettagli disseminati qua e là: nel 5 e nel 7, per esempio, c’è una grazia che punta verso l’alto, scelta niente affatto scontata.
H&co è la sigla di Hoefler & Company, la fonderia che si è impossessata dell’indirizzo dal nome altamente strategico typography.com
Il Mercury nasce da nove anni di ricerca e sviluppo, dice il sito.
Quattro gli accoppiamenti suggeriti: col Mercury Display, col Ringside, col famoso Gotham (stessa fonderia) e col Whitney (originariamente progettato per il Whitney Museum di New York). Quest’ultima è appunto la scelta fatta da Batm... ahem... dal Manifesto.
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