Max Miedinger
L’Helvetica è uno dei sans serif più popolari al mondo. Laddove non viene usato, è in uso uno dei suoi cloni o derivati. L’Arial installato di default nei sistemi operativi della Microsoft è stato progettato come alternativa per poter visualizzare correttamente un testo impaginato in Helvetica, senza bisogno di acquistare il font.
Il carattere è stato disegnato nel 1957 da un certo Max Miedinger, su richiesta del presidente della Haas Type Foundry, fonderia svizzera. Il nome originario era Neue Haas Grotesk. Il nome attuale risale al 1960, quando venne dato in licenza alla Linotype. E la sua immagine è collegata con gli anni in questione, quando fece furore lo stile svizzero, o Stile Tipografico Internazionale, che faceva largo uso dell’Helvetica e che rappresenta una pietra miliare nella storia della grafica.
L’Helvetica non era un progetto totalmente originale (come per molti caratteri sperimentali novecenteschi): il punto di partenza era l’Akzidenz-Grotesk, che risale al Diciannovesimo secolo.
Il suo avversario, al momento del lancio, era l'Univers, disegnato nello stesso anno da Frutiger
Le caratteristiche dell’Helvetica (l’altezza della x, la larghezza delle maiuscole, lo spazio tra le lettere) lo rendono facilmente leggibile e adatto non solo alla titolazione e alla comunicazione attraverso poster e manifesti, ma anche alla segnaletica.
Al contrario, le forme troppo chiuse di alcune lettere potrebbero creare qualche problema a piccole dimensioni.
Dell’Helvetica si dice che non comunica “un significato intrinseco nella sua forma”, o ha “un elevato grado di neutralità e tecnicismo”: “essenzialità, alta leggibilità e risolutezza formale”. Alcuni lo accusano di essere “noioso, freddo, impersonale e ormai troppo inflazionato nel campo del design”.
Qualche anno fa c’è stata una polemica a proposito di Guerre Stellari, dopo che la disegnatrice del logo ha detto di essersi ispirata all’Helvetica (Black) dopo che il regista le aveva chiesto qualcosa che sembrasse “molto fascista”. A quanto racconta, lei aveva appena letto da qualche parte che l’Helvetica Black somigliava ai caratteri selezionati dal regime nazista per la sua propaganda.
La frase ha suscitato reazioni cariche di rancore. Per dimostrare che l’Helvetica Black non è affatto “molto fascista”, si sono confrontate date, stampe, atteggiamenti del regime nei confronti dei designer e viceversa, circolari pubbliche e segrete, si sono fatte ipotesi sulle idee politiche del disegnatore dell’Helvetica o del regista del film...
Il risultato è stato che, nell’intento di assolvere il carattere dall’accusa infamante, si è finito per insinuare che il film di Lucas non è antifascista, e non c’è nessuna somiglianza tra le truppe dell’impero e i nazisti, anzi, il film è una metafora della guerra in Vietnam al 100%, anzi no, è ispirato al 100% ad una storia di samurai! Sempre col tono assolutistico di chi non ammette repliche.
Comunque, l’estrema destra ha boicottato lo stesso l’ultimo episodio della serie, indipendentemente dal font: qualcuno dello staff aveva paragonato su Twitter le malvagie forze dell’impero ai suprematisti.
Per tornare a Miedinger, sul web circolano ben poche foto di lui. Nelle più diffuse non guarda mai nell’obiettivo, ma è intento al suo lavoro.
Infine, a differenza di quei disegnatori che hanno decine di font fantasiosi all’attivo, o anche solo tre-quattro font di successo, il nome di Miedinger è collegato praticamente solo all’Helvetica.
Il carattere è stato disegnato nel 1957 da un certo Max Miedinger, su richiesta del presidente della Haas Type Foundry, fonderia svizzera. Il nome originario era Neue Haas Grotesk. Il nome attuale risale al 1960, quando venne dato in licenza alla Linotype. E la sua immagine è collegata con gli anni in questione, quando fece furore lo stile svizzero, o Stile Tipografico Internazionale, che faceva largo uso dell’Helvetica e che rappresenta una pietra miliare nella storia della grafica.
L’Helvetica non era un progetto totalmente originale (come per molti caratteri sperimentali novecenteschi): il punto di partenza era l’Akzidenz-Grotesk, che risale al Diciannovesimo secolo.
Il suo avversario, al momento del lancio, era l'Univers, disegnato nello stesso anno da Frutiger
Le caratteristiche dell’Helvetica (l’altezza della x, la larghezza delle maiuscole, lo spazio tra le lettere) lo rendono facilmente leggibile e adatto non solo alla titolazione e alla comunicazione attraverso poster e manifesti, ma anche alla segnaletica.
Al contrario, le forme troppo chiuse di alcune lettere potrebbero creare qualche problema a piccole dimensioni.
Dell’Helvetica si dice che non comunica “un significato intrinseco nella sua forma”, o ha “un elevato grado di neutralità e tecnicismo”: “essenzialità, alta leggibilità e risolutezza formale”. Alcuni lo accusano di essere “noioso, freddo, impersonale e ormai troppo inflazionato nel campo del design”.
Qualche anno fa c’è stata una polemica a proposito di Guerre Stellari, dopo che la disegnatrice del logo ha detto di essersi ispirata all’Helvetica (Black) dopo che il regista le aveva chiesto qualcosa che sembrasse “molto fascista”. A quanto racconta, lei aveva appena letto da qualche parte che l’Helvetica Black somigliava ai caratteri selezionati dal regime nazista per la sua propaganda.
La frase ha suscitato reazioni cariche di rancore. Per dimostrare che l’Helvetica Black non è affatto “molto fascista”, si sono confrontate date, stampe, atteggiamenti del regime nei confronti dei designer e viceversa, circolari pubbliche e segrete, si sono fatte ipotesi sulle idee politiche del disegnatore dell’Helvetica o del regista del film...
Il risultato è stato che, nell’intento di assolvere il carattere dall’accusa infamante, si è finito per insinuare che il film di Lucas non è antifascista, e non c’è nessuna somiglianza tra le truppe dell’impero e i nazisti, anzi, il film è una metafora della guerra in Vietnam al 100%, anzi no, è ispirato al 100% ad una storia di samurai! Sempre col tono assolutistico di chi non ammette repliche.
Comunque, l’estrema destra ha boicottato lo stesso l’ultimo episodio della serie, indipendentemente dal font: qualcuno dello staff aveva paragonato su Twitter le malvagie forze dell’impero ai suprematisti.
Per tornare a Miedinger, sul web circolano ben poche foto di lui. Nelle più diffuse non guarda mai nell’obiettivo, ma è intento al suo lavoro.
Infine, a differenza di quei disegnatori che hanno decine di font fantasiosi all’attivo, o anche solo tre-quattro font di successo, il nome di Miedinger è collegato praticamente solo all’Helvetica.
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