Alfabeto birmano
L’alfabeto birmano è abbastanza singolare e riconoscibile... se uno sa come è fatto. Ma non penso che molti in Italia si siano posti il problema.
La mappa dei caratteri si può trovare su Wikipedia. Il particolare caratteristico è che quasi tutti sono composti a partire da uno o più cerchi o semicerchi. Questo a prima vista dovrebbe portare ad avere delle parole abbastanza uniformi, ma in realtà c’è un vasto assortimento di tratti che si stringono all’interno o che discendono, o accenti che rendono la scrittura abbastanza ingarbugliata (basta vedere com’è fatta una pagina di Wikipedia in birmano).
“Tutte le lettere dell’alfabeto hanno forme rotonde perché venne creato per essere scritto sulle foglie di palma, ed esisteva la necessità di evitare lettere con lunghe linee orizzontali che avrebbero tagliato la foglia”, dice Wikipedia in italiano.
A ingarbugliare ulteriormente il tutto ci sono delle lettere che sono incorniciate in un grosso quadrato, che occupa parecchio spazio sia sotto che sopra la forma base.
Varianti dello stesso alfabeto vengono utilizzate per mettere per iscritto altri linguaggi della zona, ad esempio quello della minoranza Shan (sempre in Birmania). Nel corso del tempo hanno subito delle modifiche: inizialmente non si usavano gli spazi tra le parole, non si scrivevano tutte le vocali o i dittonghi, oppure c’erano dei simboli ambigui che potevano rendere fino a 15 suoni diversi. Dagli anni Sessanta in poi sono state fatte delle riforme che hanno eliminato le principali ambiguità.
Per quanto riguarda solo la lingua birmana, si stima che sia parlata da oltre trenta milioni di persone in patria e altrettanti all’estero.
La confinante Tailandia usa un alfabeto completamente diverso.
Cercando “burmese” su Myfonts viene fuori un solo risultato, pessimo: vorrebbe essere un tentativo di rendere le lettere latine componendo le forme delle lettere dell’alfabeto birmano. Il risultato è una scrittura traballante su cui è meglio stendere un velo pietoso.
La mappa dei caratteri si può trovare su Wikipedia. Il particolare caratteristico è che quasi tutti sono composti a partire da uno o più cerchi o semicerchi. Questo a prima vista dovrebbe portare ad avere delle parole abbastanza uniformi, ma in realtà c’è un vasto assortimento di tratti che si stringono all’interno o che discendono, o accenti che rendono la scrittura abbastanza ingarbugliata (basta vedere com’è fatta una pagina di Wikipedia in birmano).
“Tutte le lettere dell’alfabeto hanno forme rotonde perché venne creato per essere scritto sulle foglie di palma, ed esisteva la necessità di evitare lettere con lunghe linee orizzontali che avrebbero tagliato la foglia”, dice Wikipedia in italiano.
A ingarbugliare ulteriormente il tutto ci sono delle lettere che sono incorniciate in un grosso quadrato, che occupa parecchio spazio sia sotto che sopra la forma base.
Varianti dello stesso alfabeto vengono utilizzate per mettere per iscritto altri linguaggi della zona, ad esempio quello della minoranza Shan (sempre in Birmania). Nel corso del tempo hanno subito delle modifiche: inizialmente non si usavano gli spazi tra le parole, non si scrivevano tutte le vocali o i dittonghi, oppure c’erano dei simboli ambigui che potevano rendere fino a 15 suoni diversi. Dagli anni Sessanta in poi sono state fatte delle riforme che hanno eliminato le principali ambiguità.
Per quanto riguarda solo la lingua birmana, si stima che sia parlata da oltre trenta milioni di persone in patria e altrettanti all’estero.
La confinante Tailandia usa un alfabeto completamente diverso.
Cercando “burmese” su Myfonts viene fuori un solo risultato, pessimo: vorrebbe essere un tentativo di rendere le lettere latine componendo le forme delle lettere dell’alfabeto birmano. Il risultato è una scrittura traballante su cui è meglio stendere un velo pietoso.
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