Chiocciola cinquecentesca

Il blog Typefoundry, su Blogspot, è abbandonato ormai da anni. Era tenuto da uno specialista, uno studioso inglese, e ogni post era in realtà un trattato. Uno degli ultimi prima di chiudere parlava della a commerciale, detta in italiano chiocciola. Uno dei caratteri fondamentali, simbolo dell’era informatica, visto che senza di esso non si potrebbe spedire un’e-mail. Ma la chiocciola non è stata inventata nell’epoca del computer. Risale alle epoche precedenti, anche di molto, dove era utilizzata nei documenti commerciali. Ma sulla reale origine sono circolate varie ipotesi. Lo stesso post tira in ballo l’Italia, che in un certo periodo era stata fiera di avere inventato il simbolo della chiocciola, come pure gli spagnoli esultarono sul web quando qualcuno disse che l’invenzione spettava a loro. Comunque l’Italia c’entra: nel post si possono vedere le immagini di almeno due documenti del Cinquecento, in calligrafia mercantesca, in cui la chiocciola veniva disegnata proprio come si disegna al giorno d’oggi. Un esempio si trova in un libro del 1560, “Essemplare di scrivere più sorti lettere”, di un tale Giovanni Francesco Cresci. E un altro si trova ne “Il perfetto scrittore”, stesso autore, edito dieci anni dopo. Si trattava di esempi di bella calligrafia, che i calligrafi dell’epoca dovevano studiare per poter gestire la corrispondenza commerciale in azienda.
Ma mentre in quel secolo il simbolo era in uso, nei secoli successivi tende a scomparire.
Però nel 1900 le principali fonderie avevano iniziato a fornirlo di nuovo.
Secondo Wikipedia in italiano, il simbolo era in uso già nel sesto secolo dopo Cristo presso i mercanti venenziani, che però lo utilizzavano per indicare l’anfora, unità di misura di peso e capacità. Spagnoli e portoghesi lo userebbero ancora per una unità di misura pari a 12 o 15 kg oppure 10 o 16 litri, che si chiama arroba. Quindi anche il simbolo laggiù si chiama arroba. In Francia arrobe. La parola deriverebbe dall’arabo ar-roub che significa un quarto.
Sempre secondo Wikipedia, il simbolo potrebbe essere una legatura di a e d (per dire ad), o di a e c (ma non si capisce perché).
Nella macchina da scrivere Lambert del 1902 il simbolo c’era. Evidentemente in tutte le altre no.
L’articolo segnala anche la Ibm Selectric del 1961. All’epoca veniva usata principalmente per abbreviare la frase “al prezzo di”. Il set dei caratteri Ascii risale al 1963, e la include in posizione numero 64 (da cui basta fare alt+64 per inserire il simbolo in un documento di testo, su Windows. Ma di solito non ce n’è bisogno: qualsiasi tastiera ha un tasto per ottenere il simbolo, di solito con una combinazione “alt gr”).
L’invenzione della posta elettronica risale al 1971, ma è solo dall’anno successivo che la chiocciola entra in servizio, per separare il nome dell’utente da quello del server su cui è ospitata la sua casella.
Segue un lungo paragrafo con i vari usi attuali e passati del simbolo (last but not least quello di “alcuni social” in cui la chiocciola compare prima del nome dell’utente: è Twitter, dove la parola attaccata alla chiocciola diventa automaticamente un link all’utente con quel nome, e fa scattare una notifica).
L’articolo di Wiki si conclude con numerose traduzioni nelle lingue più disparate. Non solo all’andata, ma anche al ritorno: cioè la tabella traduce letteralmente il nome che in quella lingua viene usato per indicare la a commerciale. Con risultati imprevisti. In ceco la parola che indica la chiocciola significherebbe “aringa arrotolata”. In cinese il simbolo si chiama “topolino”. “Coda di gatto” è la traduzione del nome finlandese, “piccolo papero” è il nome greco (chissà perché). “Coda di scimmia” si usa in Olanda, “vermicello” in ungherese. “Shtrudel” in ebraico (un dolce a pasta arrotolata). “Cane” in russo.

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