Ebraico corsivo
Le lettere dell’alfabeto ebraico sono abbastanza riconoscibili nel loro complesso anche ai non addetti ai lavori. Ma non tutti sanno che le stesse lettere possono avere una forma completamente diversa nella scrittura a mano. E, ovviamente, sono stati messi a punto dei font apposta per ottenere a computer le stesse forme della scrittura a mano.
Un esempio? Il primo che mi capita sott’occhio è l’Hakohenet Hagdola Mf (Masterfont), disegnato da un certo Meital Cohen. Qui uno che non è pratico faticherebbe a collegare all’ebraico le linee tonde che si vedono negli specimen.
Ma non è che le linee squadrate delle lettere stampatelle sono state arrotondate: in alcuni casi è cambiata totalmente l’impostazione. Prendiamo ad esempio la lettera alef. Quando è stampatella, si fa con un’asta obliqua che scende da sinistra, e due asticine talvolta curve con pendenza opposta. In alcune versioni le estremità delle due asticine sono così vicine da farla sembrare una X, in altri casi così lontane da farla sembrare una N.
Ebbene, nella scrittura a mano questa lettera appare come se fosse scritto “Ic” in lettere latine.
Nella pagina in italiano di Wikipedia al momento c’è solo un’immagine dell’alfabeto ebraico corsivo, che contiene una forma approssimativa delle lettere e il relativo nome (a caratteri latini).
La pagina in inglese è molto più dettagliata, e contiene una tabella comparativa in cui è possibile confrontare al volo le due forme di stampatello (serif e sans serif) con la corsiva (e con alfabeti storici come l’aramaico e il fenicio).
In alcuni casi la forma corsiva ricalca quella stampatella (magari sans serif), in altri la forma è inspiegabilmente ribaltata, in altri ancora è completamente diversa. Cosa ha in comune la lamed corsiva con quella stampatella? O la mem? O la Zayin.
Del resto non ci sarebbe da stupirsi: anche nell’alfabeto latino le differenze sono enormi: cos’hanno in comune la A stampatella, appuntita, con quella corsiva che viene insegnata nelle scuole, che invece è tonda e con la coda?
Da notare anche un’altra cosa: che l’alfabeto ebraico non conosce le maiuscole. Per cui se una lettera latina ha quattro forme (stampatella maiuscola e minuscola, corsiva maiuscola e minuscola), una lettera ebraica ne ha soltanto due (tranne alcune che hanno un’altra forma quando sono in finale di parola).
Talvolta le lettere dell’alfabeto ebraico possono corrispondere a dei numeri. E inoltre hanno assunto anche un aspetto misterioso, un po’ come le rune germaniche. Mentre le rune però vengono usate a scopi divinatori, le lettere ebraiche sono base per delle meditazioni religiose. Ad esempio a partire dalla forma della alef si può sviluppare una riflessione sull’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio (la aleph stampatella, ovviamente, che può essere disegnata in due parti più o meno simmetriche).
Chiaramente io qui l’ho chiamata stampatella (print type in inglese, detta anche square o block), che farebbe pensare alla stampa, ma sugli antichi manoscritti le lettere erano tracciate a mano, in quella forma quadrata, e nelle attuali lettere serif è stato riprodotto proprio l’andamento del pennino degli antichi amanuensi.
Per tornare alla forma della alef corsiva, mi fa venire in mente una A maiuscola che si usava in Europa nei secoli passati, che anziché avere la conformazione consueta era completamente diversa: veniva tracciata come se fosse la sequenza 2l. Se ne trova qualche traccia in vari font digitali in stile gotico, come per esempio il Blonde Fraktur di Paratype (nulla a che vedere con le corsive frettolose, però).
Per quanto riguarda il corsivo ebraico, Myfonts propone una certa scelta (anche se coi tag non ci siamo): c’è lo Shoshanim Mf (con andamento cancelleresco, anche se non raffinato), il Victor Habaz Mf (qui la I e la c sono attaccate, e l’asse è inclinato), il Kesem Mf (con lettere molto nitide e curate).
Inutile dire che la sigla Mf sta per Masterfont, che è la fonderia leader per quanto riguarda l’alfabeto ebraico (ben 344 famiglie su Myfonts). I font contengono sempre supporto per alfabeto latino e arabo, non necessariamente nello stesso stile.
La varietà di versioni che si possono trovare è incredibile: si va dall’Abirim Mf che è una specie di Stop, al Lahmaniot che è una spece di Snap Itc (ma le lettere latine sono standard).
Un esempio? Il primo che mi capita sott’occhio è l’Hakohenet Hagdola Mf (Masterfont), disegnato da un certo Meital Cohen. Qui uno che non è pratico faticherebbe a collegare all’ebraico le linee tonde che si vedono negli specimen.
Ma non è che le linee squadrate delle lettere stampatelle sono state arrotondate: in alcuni casi è cambiata totalmente l’impostazione. Prendiamo ad esempio la lettera alef. Quando è stampatella, si fa con un’asta obliqua che scende da sinistra, e due asticine talvolta curve con pendenza opposta. In alcune versioni le estremità delle due asticine sono così vicine da farla sembrare una X, in altri casi così lontane da farla sembrare una N.
Ebbene, nella scrittura a mano questa lettera appare come se fosse scritto “Ic” in lettere latine.
Nella pagina in italiano di Wikipedia al momento c’è solo un’immagine dell’alfabeto ebraico corsivo, che contiene una forma approssimativa delle lettere e il relativo nome (a caratteri latini).
La pagina in inglese è molto più dettagliata, e contiene una tabella comparativa in cui è possibile confrontare al volo le due forme di stampatello (serif e sans serif) con la corsiva (e con alfabeti storici come l’aramaico e il fenicio).
In alcuni casi la forma corsiva ricalca quella stampatella (magari sans serif), in altri la forma è inspiegabilmente ribaltata, in altri ancora è completamente diversa. Cosa ha in comune la lamed corsiva con quella stampatella? O la mem? O la Zayin.
Del resto non ci sarebbe da stupirsi: anche nell’alfabeto latino le differenze sono enormi: cos’hanno in comune la A stampatella, appuntita, con quella corsiva che viene insegnata nelle scuole, che invece è tonda e con la coda?
Da notare anche un’altra cosa: che l’alfabeto ebraico non conosce le maiuscole. Per cui se una lettera latina ha quattro forme (stampatella maiuscola e minuscola, corsiva maiuscola e minuscola), una lettera ebraica ne ha soltanto due (tranne alcune che hanno un’altra forma quando sono in finale di parola).
Talvolta le lettere dell’alfabeto ebraico possono corrispondere a dei numeri. E inoltre hanno assunto anche un aspetto misterioso, un po’ come le rune germaniche. Mentre le rune però vengono usate a scopi divinatori, le lettere ebraiche sono base per delle meditazioni religiose. Ad esempio a partire dalla forma della alef si può sviluppare una riflessione sull’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio (la aleph stampatella, ovviamente, che può essere disegnata in due parti più o meno simmetriche).
Chiaramente io qui l’ho chiamata stampatella (print type in inglese, detta anche square o block), che farebbe pensare alla stampa, ma sugli antichi manoscritti le lettere erano tracciate a mano, in quella forma quadrata, e nelle attuali lettere serif è stato riprodotto proprio l’andamento del pennino degli antichi amanuensi.
Per tornare alla forma della alef corsiva, mi fa venire in mente una A maiuscola che si usava in Europa nei secoli passati, che anziché avere la conformazione consueta era completamente diversa: veniva tracciata come se fosse la sequenza 2l. Se ne trova qualche traccia in vari font digitali in stile gotico, come per esempio il Blonde Fraktur di Paratype (nulla a che vedere con le corsive frettolose, però).
Per quanto riguarda il corsivo ebraico, Myfonts propone una certa scelta (anche se coi tag non ci siamo): c’è lo Shoshanim Mf (con andamento cancelleresco, anche se non raffinato), il Victor Habaz Mf (qui la I e la c sono attaccate, e l’asse è inclinato), il Kesem Mf (con lettere molto nitide e curate).
Inutile dire che la sigla Mf sta per Masterfont, che è la fonderia leader per quanto riguarda l’alfabeto ebraico (ben 344 famiglie su Myfonts). I font contengono sempre supporto per alfabeto latino e arabo, non necessariamente nello stesso stile.
La varietà di versioni che si possono trovare è incredibile: si va dall’Abirim Mf che è una specie di Stop, al Lahmaniot che è una spece di Snap Itc (ma le lettere latine sono standard).
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