York Baile Hill

Chissà perché mi ero segnato da qualche parte il York Baile Hill. Forse per l’aspetto rétro delle sue lettere, in particolare la C con i suoi tratti rettilinei, tre più le due parti del lato destro del rettangolo, che si fronteggiano. Ci avrei visto bene anche una inclinazione verso l’interno dell’estremità, ma quello al giorno d’oggi non si usa. Si tratta di un senza grazie condensato. È gratuito per uso personale e si trova su Dafont nella categoria Fantasia/Rétro.
Ha anche delle minuscole, dalle forme insolite. La a e la e sono aperte, la M ha la stessa forma della maiuscola.
Tra le maiuscole, si nota anche la forma della E, che piacerebbe agli ultras.
Il York Baile Hill nasce dallo York Whiteletter. Dove le lettere erano lasciate in bianco, mentre veniva inchiostrata la parte circostante. Anche questo font è gratuito per uso personale, e si può scaricare nella versione completa. Sono solo lettere maiuscole. Il concetto fondamentale è che devono far parte tutte di un’unica etichetta, logo, striscione, placca... Insomma, alcuni simboli speciali servono a fare l’estremità destra e sinistra della scritta. E di possibilità ce ne sono varie: l’estremità può essere rotonda, rotonda con bordino, quadrata con le viti, triangolare. O può averci una punta, una punta arrotondata, tre punte arrotondate...
E per giunta ci sono anche simboli da mettere a metà della scritta, o anche la & che si staglia in avanti rispetto al resto della scritta.
Ispirato dal disegno della Delittle chiamato Eboracum N°3 Improved White Letter Type, risalente al tardo diciottesimo secolo (o diciannovesimo?) quando veniva intagliato nel legno.
L’autore si chiama Pilaster Davy. Lo York Whiteletter è il suo font più scaricato ieri.
Ha 20 caratteri su Dafont. Tra quelli interessanti ci sono l’Archaic 1897, serif rétro con qualche decorazione ingombrante specie sulle minuscole, e un paio di Castle Press.
Il nome di questi ultimi deriva da una tipografia fondata nel 1860 che ha chiuso quattro anni fa. “Ho avuto il privilegio di avere l’accesso alla loro collezione di caratteri in legno”.
Il Castle Press no.1 è stato ricostruito dalle foto dei caratteri in legno. Sul retro dei quali c’era il simbolo di Stephenson Blake. Ma il nome lui non l’ha mai saputo.
Il numero 2 è un gotico condensato (gotico nel senso di senza grazie, anche questo coi tratti rettilinei nella lettera C.

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