Donatus Kalender. Un calendario quattrocentesco. Si spazia il blackletter?

Nella pagina di Wikipedia dedicata al Blackletter, ci sono solo due righe sull’argomento: “il Donatus-Kalender (anche noto come Donatus-und-Kalender o D-K) è il nome del disegno del carattere metallico che Gutenberg usò nei suoi primi lavori stampati sopravvissuti, datato agli inizi degli anni Cinquanta del Quattrocento. Il nome è preso da due lavori: l’Ars grammatica di Aelius Donatus e il calendario”.
Il link verso una pagina con quel nome è rosso, che vuol dire che nessuno ha ancora pensato di raccogliere qualche informazione in più in un articolo apposito.
Secondo quanto scrivono su Quora, il nome indica anche il carattere usato per la famosa Bibbia stampata da Gutenberg nel 1455.
Sul web non si trova altro, se non parecchi copia-e-incolla del testo di Wikipedia sui siti più disparati.

Ho provato anche a cercare qualcosa che colleghi Gutenberg con un calendario. E non ho trovato niente. Però un’interessante calendario antico c’è. Collegato al nome di un altro Johannes, De Gmunden, stavolta. Che secondo Wikipedia è uno studioso (astronomo, matematico, fabbricante di strumenti, umanista) vissuto tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento.
Visto che Gmunden è morto nel 1442 e la stampa viene messa a punto nella prima metà del decennio successivo, non mi tornano i conti.
Se si trattasse di un calendario moderno sarebbe facile leggere l’anno, ma è tutto scritto in blackletter, per cui uno riconosce a malapena i nomi dei mesi, solo perché si aspetta di trovarli lì.
Comunque la fotografia compare nella pagina di Wikipedia in tedesco dedicata all’astronomo, e nella didascalia c’è scritto che l’anno sarebbe il 1470.
Mentre il calendario a stampa è tutto ad inchiostro nero, sono invece affascinanti i manoscritti su pergamena realizzati nello stesso secolo, con uso di vari colori diversi, riguardanti gli studi astronomici di Von Gmunden. Alcune foto sono state caricate online da Christies, che li ha venduti all’asta qualche anno fa.

Per quanto riguarda la famiglia dei blackletter (che comprende tanti tipi di carattere diversi disegnati tra il Quattrocento e il Novecento, più le grafie degli amanuensi successive all’epoca carolingia), la pagina di Wikipedia dice qualcosa di interessante: nel blackletter manca il corsivo. Per enfatizzare le parole si usava, dicono, aggiungere uno spazio tra una lettera e l’altra.
L’unica immagine che ho trovato sull’argomento riguarda un testo moderno, all’interno di una discussione su come impaginare il blackletter nel programma Tex.
La cosa strana è che circola sui siti in inglese una frase attribuita al noto designer Frederic Goudy che è molto ostile nei confronti di chi mette uno spazio tra le lettere del blackletter.
Per giunta la frase viene spesso citata in maniera diversa, fuori da qualsiasi contesto, con la parola minuscolo al posto di blackletter, o con un verbo meno volgare al posto di uno più volgare, generando lunghe discussioni tra gli addetti ai lavori (solo in lingua inglese) e dibattiti sui possibili significati.

Commenti

  1. Ciao, il Kalender cui fa riferimento il nome non è un calendario solare, bensì una pubblicazione mensile che la chiesa distribuiva nel Sacro Romano Impero. Insieme al'Ars Grammatica è il più antico stampato disponibile realizzato da Guthenberg. Non sono riuscito a trovare immagini online del testo in questione, ma si tratta di 6 pagine fronte/retro scritte in tedesco in cui si invitavano i signori dell'impero a prepararsi alle crociate contro gli ottomani.
    Complimenti per il blog!

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    1. Grazie per la segnalazione! L'intero opuscolo è stato fotografato pagina per pagina in ottima qualità, e si può scaricare gratuitamente in formato pdf dal sito della World Digital Library (https://www.wdl.org/en/item/18181/). Non si trattava però di una pubblicazione mensile ma di un pamphlet suddiviso secondo i nomi dei mesi.

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