El Messiri / Philosopher

I semi-serif fanno sempre un effetto strano. Ci manca qualcosa, e il fatto che ci manchi si nota. Mi sono soffermato non so come sull’El Messiri, font gratuito di Google, colpito dalla forma delle lettere. Che però non è originale: la parte originale è quella araba, mentre quella latina è ripresa dal Philosopher di Giovanny Lemonad.
Progetto ovviamente ispirato al Rotis della Agfa, ma anche al Binary della Itc. Oltre all’alfabeto latino, supporta anche il cirillico.
Il Rotis non è molto antico: risale al 1989, è l’ultimo disegno di Otl Aicher (di cui però non esistono altri font digitalizzati. Si sa che si è occupato per un Traffic utilizzato per la viabilità a Monaco. Per il resto si hanno parecchi loghi e campagne disegnati da lui).
Il Rotis è stato pioniere dell’idea delle sotto-famiglie, dice Myfonts: serif, semi-serif, semi-sans e sans condividono pesi altezze e proporzioni.
L’Itc Binary pure è un semi-serif, con i tratti mancanti molto più evidenti che nel Rotis: qui capita proprio che certe aste che si uniscono ad un arco, tipo nella u o nella g, siano eccessivamente più corte del previsto.
La firma è quella di Mauricio Reyes, la data è il 1997. Myfonts non ha nulla nessun dettaglio da aggiungere alla descrizione. La firma di Reyes non si trova sotto quella di altri font.
Di Lemonad ci sono quasi una decina di font su Google. I più trendy sono il Cuprum (nome latino che vuol dire rame, è un senza grazie condensato), il Russo One (larghe lettere display) e il Neucha (scritto a mano, a lettere separate), seguiti appunto dal Philosopher.

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