Notazione musicale

La tecnologia che sta alla base dei font viene utilizzata anche per la notazione musicale, ovvero per mettere per iscritto le note di una composizione che deve essere magari suonata da un’orchestra. Esistono vari font che contengono le forme delle note musicali e di tutti i simboli che possono essere inseriti in uno spartito. Elbsound fornisce un pacchetto di ben 24 files diversi. Sul sito è possibile vedere un’anteprima di come appare sul foglio lo stesso brano a seconda del font utilizzato: può essere più stretto, più calcato, più leggero... Senza installare niente si può dare un’occhiata ai differenti effetti che si possono ottenere. Molti sono quasi indistinguibili uno dall’altro, ma se uno ci fa l’occhio incomincia a riconoscere la chiave di violino dalla forma insolita, a spessore costante, o inclinata a destra, o di forma più grezza, o magari pixelata...
Sul sito è possibile anche scaricare un file di demo, per rendersi conto di come sono disposti i glifi.
Chiaramente non ha senso pretendere di usare quel font in un editor pensato per i testi: tecnicamente si può, ma il risultato che viene fuori non ha significato, visto che per indicare una melodia le note non devono stare sullo stesso livello, ma su livelli diversi del pentagramma. Per collocare le note e i simboli in un pentagramma, c’è bisogno di un software apposito. Lo standard nel settore si chiama Finale, che è un software disponibile sia per Windows che per MacOs, e tutti i font scaricabili dal sito della Elbsound sono compatibili.
Esistono comunque numerosi altri programmi simili: Wikipedia li raccoglie tutti in una tabella, suddividendo i software proprietari da quelli liberi o open source.
FontSpace ha 13 font gratuiti taggati “notation”. Alcuni di questi forse sarebbero adatti per un programma professionale di notazione musicale. Altri sono solo font decorati con note musicali, non adatti ad uso professionale dei musicisti. E c’è pure qualche esperimento intermedio: in alcuni font, per esempio MusiQwik o Lassus, ogni glifo rappresenta una nota di una certa lunghezza, in una posizione specifica del pentagramma. Non serve quindi il programma specializzato per creare lo spartito, basta un editor di testo. Ovviamente il risultato non può essere professionale: mancano le lunghezze delle note più rapide, manca la possibilità di inserire due o più note da suonare contemporaneamente, eccetera. Ma per un uso elementare ci può anche stare. (in MusiQwik l’ordine delle note segue l’ordine alfabetico. In Lassus segue i tasti della tastiera qwerty. La seccatura, a dover usare un editor di testo, sarebbe ricordarsi la corrispondenza tra tasto della tastiera e nota corrispondente. Nei programmi professionali per notazione musicale, questo inconveniente non c’è: si clicca sul tipo di nota da inserire, e poi sulle posizioni scelte sul pentagramma).
Tra i meno scaricati, quelli contenenti simboli relativi a strumenti specifici. Bonghi, pifferi, accordion, chitarra.

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