Old style

Si sa, esistono tanti tipi di classificazioni diverse dei caratteri tipografici, e ognuno utilizza quella che gli fa più comodo, o ne inventa un’altra a seconda delle esigenze. Esistono classificazioni altamente scientifiche, in cui è stata stabilita la formula esatta per capire se le grazie di un carattere sono da considerarsi sottili o no (tutta questione di calcolo numerico), esistono le classificazioni fatte a occhio, a seconda degli usi che bisogna fare di un certo font (serif, sans, display, script, monospace...), e poi esiste il sistema dei tag, che permette di trovare il carattere associato ad un certo immaginario (Natale, marijuana, western, horror, retro...)
Sul sito GraphicDesign.Spokanefalls c’è un tutorial (in inglese) con le definizioni che vengono date sui libri di testo di chi studia design. Si parla di caratteri Oldstyle, Transizionali, Moderni, Slab, Decorativi, Sans e Script-Corsivi.
Il termine Oldstyle può trarre in inganno, perché a occhio e croce anche i caratteri del far west possono essere considerati vecchio stile, o quelli art deco dell’inizio del Novecento. Ma dal punto di vista accademico per Oldstyle si intende tutti quei font, indipendentemente dalla data in cui sono stati disegnati, che hanno caratteristiche simili a quelli del quindicesimo-diciassettesimo secolo.
Che sarebbero: minima variazione tra tratti spessi e tratti sottili; grazie piccole e concave; piccola altezza della x; tratti sottili nelle linee curve disposti in diagonale; tratti ascendenti che arrivano più in alto delle maiuscole; talvolta, numeri con tratti ascendenti e discendenti.
Alcune di queste caratteristiche derivavano da limitazioni tecniche (per cui magari fare tratti troppo sottili poteva essere un problema, con la tecnologia dell’epoca) mentre altre derivavano dalla mentalità: i primi disegnatori di caratteri cercavano di riprodurre la calligrafia usata dagli amanuensi. E se per un amanuense, col pennino disposto in obliquo, era normale disegnare la o in un certo modo, anche il carattere tipografico riproduceva lo stesso aspetto.
Le cose cambiarono gradualmente, prima coi transizionali, poi con i moderni (ma siamo ancora nel diciottesimo secolo), dove per esempio le grazie sono sottilissime e i tratti spessi della o si trovano a destra e a sinistra, con cambio di spessore rispetto ai tratti sottili abbastanza brusco, che non prova neanche a riprodurre l’andamento di un pennino sul foglio.
Nella categoria Oldstyle rientrano sia i caratteri veneziani (tipo Bembo), sia quelli francesi (Garamond), sia quelli inglesi (Caslon).

Commenti

Post più popolari