Sabon
Dentro un cd di musica gregoriana c’erano i pdf con i testi dei canti. Il font scelto era il Sabon (si può leggere facilmente nelle proprietà del file). Le origini del font risalirebbero agli anni 60, quando una associazione di stampatori richiese un carattere sia per macchine linotype che monotype. Tra gli autori, su Myfonts viene indicato anche Garamond, che visse nel sedicesimo secolo.
Alcune scelte, tra cui la caratteristica f stretta del corsivo, furono determinate non tanto da motivi stilistici quanto dai requisiti richiesti dalle macchine Linotype.
Il nome è ripreso da quello di Jacques Sabon, che ha introdotto i caratteri di Garamond a Francoforte.
Sabon era francese. Nacque e morì nel sedicesimo secolo. Lavorò a Francoforte dal 1555. Nel decennio successivo lavorava con Cristophe Plantin, col quale acquisirono gran parte della collezione di caratteri di Garamond dopo la sua morte, integrando qua e là con disegni originali. Gli storici comunque non sono in grado di distinguere quali siano i caratteri disegnati dall’uno e quali dall’altro.
Dopo la morte di Sabon, la moglie sposò un altro stampatore. Ed è su uno specimen di quest’ultimo che si basa il carattere degli anni sessanta.
Il quale viene attribuito da Wikipedia a Jan Tschichold.
Che è appunto l’uomo a cui Walter Cuntz della Stempel aveva assegnato il compito di rispondere alla richiesta di un nuovo carattere.
Nella sua epoca in Germania si usavano ancora i caratteri gotici. L’impaginazione era statica. L’illustrazione prevaleva sulla fotografia. Lui invece puntava sui senza grazie, sull’impaginazione dinamica, sulle fotografie, sulla brevità e chiarezza del messaggio, eccetera.
Le innovazioni che Tschichold intendeva introdurre erano fondamentali visto che non esistevano altri mezzi di comunicazione, per cui innovare la stampa voleva dire innovare nell’intero settore.
Nella sua biografia entrano anche questioni politiche. Venne sospettato di essere bolscevico, e questo, in Germania, negli anni venti, costituiva un ostacolo.
Il suo libro Die Neue Typographie del 1928 divenne libro di testo al Bauhaus e venne distribuito in tutta Europa. Nel saggio si nomina anche Filippo Tommaso Marinetti come uno degli ispiratori.
L’arrivo dei nazisti gli causò numerosi problemi. Perquisizioni, il sequestro di libri, il suo arresto senza imputazioni, licenziamento. Fu costretto a fuggire in Svizzera. Tra le cose che lo rendevano sospetto, il fatto che aveva mobili Bauhaus, un dipinto di Mondrian, libri per bambini in russo. E non aveva tende alle finestre, come era uso comune nel quartiere.
Alla vigilia della guerra mondiale fece uscire un altro libro che mostra “segni di ripensamento”, ad esempio sull’uso del Bodoni e sullo stile impaginativo simmetrico. Regole troppo rigide gli ricordavano il nazismo, per cui gli erano passate in antipatia.
L’informazione sulla creazione del Sabon è l’ultima frase dell’articolo di Wikipedia.
Il sito Identifont cataloga le principali differenze dal punto di vista del disegno delle singole lettere tra il Sabon digitale e uno dei Garamond digitali. Il Sabon ha uno sperone in basso a destra sulla G, l’asta della A che spunta in alto. La gamba della K è dritta anziché curva. Per il resto, tutti i particolari condividono le stesse scelte di fondo, ma con angoli diversi.
Le grazie della T, per esempio, che nel Sabon sono pressoché parallele. E anche la F romana, più stretta rispetto a quella del Garamond.
Alcune scelte, tra cui la caratteristica f stretta del corsivo, furono determinate non tanto da motivi stilistici quanto dai requisiti richiesti dalle macchine Linotype.
Il nome è ripreso da quello di Jacques Sabon, che ha introdotto i caratteri di Garamond a Francoforte.
Sabon era francese. Nacque e morì nel sedicesimo secolo. Lavorò a Francoforte dal 1555. Nel decennio successivo lavorava con Cristophe Plantin, col quale acquisirono gran parte della collezione di caratteri di Garamond dopo la sua morte, integrando qua e là con disegni originali. Gli storici comunque non sono in grado di distinguere quali siano i caratteri disegnati dall’uno e quali dall’altro.
Dopo la morte di Sabon, la moglie sposò un altro stampatore. Ed è su uno specimen di quest’ultimo che si basa il carattere degli anni sessanta.
Il quale viene attribuito da Wikipedia a Jan Tschichold.
Che è appunto l’uomo a cui Walter Cuntz della Stempel aveva assegnato il compito di rispondere alla richiesta di un nuovo carattere.
Su Wikipedia hanno anche la foto: un signore calvo col cravattino e il panciotto. Tedesco, è stato “uno dei principali teorici della tipografia e della progettazione del libro del Novecento”. Nel 1928 ha scritto il saggio Die Neue Typographie.
Tschichold incorporò nel suo lavoro sia spunti provenienti dal Bauhaus, sia quelli provenienti dal Costruttivismo, sia dalle teorie del de Stijl olandese. Nella sua epoca in Germania si usavano ancora i caratteri gotici. L’impaginazione era statica. L’illustrazione prevaleva sulla fotografia. Lui invece puntava sui senza grazie, sull’impaginazione dinamica, sulle fotografie, sulla brevità e chiarezza del messaggio, eccetera.
Le innovazioni che Tschichold intendeva introdurre erano fondamentali visto che non esistevano altri mezzi di comunicazione, per cui innovare la stampa voleva dire innovare nell’intero settore.
Nella sua biografia entrano anche questioni politiche. Venne sospettato di essere bolscevico, e questo, in Germania, negli anni venti, costituiva un ostacolo.
Il suo libro Die Neue Typographie del 1928 divenne libro di testo al Bauhaus e venne distribuito in tutta Europa. Nel saggio si nomina anche Filippo Tommaso Marinetti come uno degli ispiratori.
L’arrivo dei nazisti gli causò numerosi problemi. Perquisizioni, il sequestro di libri, il suo arresto senza imputazioni, licenziamento. Fu costretto a fuggire in Svizzera. Tra le cose che lo rendevano sospetto, il fatto che aveva mobili Bauhaus, un dipinto di Mondrian, libri per bambini in russo. E non aveva tende alle finestre, come era uso comune nel quartiere.
Alla vigilia della guerra mondiale fece uscire un altro libro che mostra “segni di ripensamento”, ad esempio sull’uso del Bodoni e sullo stile impaginativo simmetrico. Regole troppo rigide gli ricordavano il nazismo, per cui gli erano passate in antipatia.
L’informazione sulla creazione del Sabon è l’ultima frase dell’articolo di Wikipedia.
Il sito Identifont cataloga le principali differenze dal punto di vista del disegno delle singole lettere tra il Sabon digitale e uno dei Garamond digitali. Il Sabon ha uno sperone in basso a destra sulla G, l’asta della A che spunta in alto. La gamba della K è dritta anziché curva. Per il resto, tutti i particolari condividono le stesse scelte di fondo, ma con angoli diversi.
Le grazie della T, per esempio, che nel Sabon sono pressoché parallele. E anche la F romana, più stretta rispetto a quella del Garamond.
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