Arapey
Normalmente al giorno d’oggi la codina della a, in basso a destra, nei caratteri con grazie viene lasciata sulla linea di base, o tirata su in obliquo. Nel passato invece andava di moda tirarla su in verticale. Oggi la gamba della R tende ad essere rettilinea, o leggermente curva. Nel passato, in certe epoche e in certi stili, si usava invece arricciarla all’insù, fino a farla finire in verticale.
Un font moderno che si regola all’antica è l’Arapey, di Edoardo Rodriguez Tunni, 2011, che si può scaricare gratuitamente su Google Fonts.
Non solo la a ha la codina all’insù, non solo la gamba della R termina pure all’insù, ma anche la gamba della K segue lo stesso andamento. Nella Q invece si va un po’ in controtendenza. Se in certi periodi del secolo scorso andava di moda una coda ad onda, che cominciava verso l’interno e finiva all’esterno, nell’Arapey la coda è alla Bodoni: esce sul lato esterno in verticale, puntando in basso per poi girare verso destra, senza allungarsi sotto la lettera successiva.
L’ispirazione bodoniana è confessata anche nella didascalia su Google. Il nome Arapey è quello di una città del nord dell’Uruguay, dove il disegnatore si trovava di passaggio quando ha iniziato a fare i primi schizzi.
Tunni ha disegnato parecchi font, tutti su Google, mi pare. L’Arapey sarebbe uno dei più trendy, dietro il Pathway Gothic One (condensato) e davanti al Merienda (stampatelle disegnate a pennello con una linea sinuosa).
Tra i più originali mi colpiscono il Faster One, di scarso successo per via delle linee di movimento che compaiono a sinistra di ogni lettera, e il Warnes, meno popolare in assoluto, un monoline calligrafico, una specie di Magneto, ma meno rifinito.
Un font moderno che si regola all’antica è l’Arapey, di Edoardo Rodriguez Tunni, 2011, che si può scaricare gratuitamente su Google Fonts.
Non solo la a ha la codina all’insù, non solo la gamba della R termina pure all’insù, ma anche la gamba della K segue lo stesso andamento. Nella Q invece si va un po’ in controtendenza. Se in certi periodi del secolo scorso andava di moda una coda ad onda, che cominciava verso l’interno e finiva all’esterno, nell’Arapey la coda è alla Bodoni: esce sul lato esterno in verticale, puntando in basso per poi girare verso destra, senza allungarsi sotto la lettera successiva.
L’ispirazione bodoniana è confessata anche nella didascalia su Google. Il nome Arapey è quello di una città del nord dell’Uruguay, dove il disegnatore si trovava di passaggio quando ha iniziato a fare i primi schizzi.
Tunni ha disegnato parecchi font, tutti su Google, mi pare. L’Arapey sarebbe uno dei più trendy, dietro il Pathway Gothic One (condensato) e davanti al Merienda (stampatelle disegnate a pennello con una linea sinuosa).
Tra i più originali mi colpiscono il Faster One, di scarso successo per via delle linee di movimento che compaiono a sinistra di ogni lettera, e il Warnes, meno popolare in assoluto, un monoline calligrafico, una specie di Magneto, ma meno rifinito.
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