Art Deco
Cercando su Myfonts i caratteri taggati Art Deco, vengono fuori i risultati più disparati. Al primo posto c’è il Lionel Classic (Font Diner), dalle forme geometriche, O e C a pianta rotonda, A con lo spigolo in alto. Al secondo posto il Signage Jnl (Signage Jnl), che è una specie di Futura Black. Al terzo posto il Saveur Sans (Arkitype), e si torna alle forme geometriche e appuntite, ma molto più leggere.
Il nome Art Deco compare in parecchi font catalogati da Identifont. A chiamarsi Art Deco è un carattere disegnato da M. Schmidt, anno 1991, copyright Mecanorma, pubblicato da Monotype Imaging e Mecanorma. Mancano le minuscole. Ci sono tratti più spessi e tratti sottili, con una lineetta bianca che scompone longitudinalmente i tratti spessi, staccandone una parte sottile. Più o meno è come il Broadway.
Seguono varie versioni del Futura Black.
Il P22 Art Deco Chic è invece qualcosa di completamente diverso. Monoline, lettere separate, tratti curvi e talvolta arricciati.
Su FontSpace ci sono 321 caratteri catalogati come Art Deco Fonts. Anche qui, la definizione è molto ampia, ci rientrano le cose più diverse.
Un riferimento all’Art Deco si trova nel Sierra Madre, di Pixel Sagas, che si trova in download gratuito per uso personale.
Il carattere è modellato sull’insegna di un casinò all’interno del videogioco Fallout, dice l’autore. In realtà nell’insegna mi pare che la M abbia una gamba centrale lunga, la E sia “a vita bassa”, mentre la A ha un fianco rettilineo e uno curvo.
La A del Sierra Madre invece ha i fianchi paralleli e la vetta tonda. Il trattino centrale spunta oltre le verticali sia a destra che a sinistra.
Uno dei più popolari ad avere questa caratteristica tra i font commerciali è l’Avenida. Disegnato da John Chippindale nel 1994, pubblicato da Itc e Letraset, è ispirato al lettering su alcuni palazzi in Andalusia, Spagna, risalente agli anni 30 e 40.
Il font è un maiuscoletto, con una caratteristica particolare: mentre nelle maiuscole le lettere sono “a vita alta”, nelle minuscole sono “a vita bassa”. Cioè, il trattino di E, F e H nelle maiuscole si trova al di sopra della metà della lettera in altezza, mentre nelle minuscole si trova nella metà inferiore.
Identifont mostra numerosi caratteri simili, spesso con la A appuntita e magari stretta. L’anteprima non vuol dire niente: i caratteri migliori forniscono anche delle versioni alternative delle lettere (A a fianchi divergenti/paralleli; lettere a vita alta/vita bassa, ecc.). Per rendersi conto se con un certo font sia possibile realizzare una scritta fatta in un certo modo bisogna dare un’occhiata all’intero set.
Il nome Art Deco compare in parecchi font catalogati da Identifont. A chiamarsi Art Deco è un carattere disegnato da M. Schmidt, anno 1991, copyright Mecanorma, pubblicato da Monotype Imaging e Mecanorma. Mancano le minuscole. Ci sono tratti più spessi e tratti sottili, con una lineetta bianca che scompone longitudinalmente i tratti spessi, staccandone una parte sottile. Più o meno è come il Broadway.
Seguono varie versioni del Futura Black.
Il P22 Art Deco Chic è invece qualcosa di completamente diverso. Monoline, lettere separate, tratti curvi e talvolta arricciati.
Su FontSpace ci sono 321 caratteri catalogati come Art Deco Fonts. Anche qui, la definizione è molto ampia, ci rientrano le cose più diverse.
Un riferimento all’Art Deco si trova nel Sierra Madre, di Pixel Sagas, che si trova in download gratuito per uso personale.
Il carattere è modellato sull’insegna di un casinò all’interno del videogioco Fallout, dice l’autore. In realtà nell’insegna mi pare che la M abbia una gamba centrale lunga, la E sia “a vita bassa”, mentre la A ha un fianco rettilineo e uno curvo.
La A del Sierra Madre invece ha i fianchi paralleli e la vetta tonda. Il trattino centrale spunta oltre le verticali sia a destra che a sinistra.
Uno dei più popolari ad avere questa caratteristica tra i font commerciali è l’Avenida. Disegnato da John Chippindale nel 1994, pubblicato da Itc e Letraset, è ispirato al lettering su alcuni palazzi in Andalusia, Spagna, risalente agli anni 30 e 40.
Il font è un maiuscoletto, con una caratteristica particolare: mentre nelle maiuscole le lettere sono “a vita alta”, nelle minuscole sono “a vita bassa”. Cioè, il trattino di E, F e H nelle maiuscole si trova al di sopra della metà della lettera in altezza, mentre nelle minuscole si trova nella metà inferiore.
Identifont mostra numerosi caratteri simili, spesso con la A appuntita e magari stretta. L’anteprima non vuol dire niente: i caratteri migliori forniscono anche delle versioni alternative delle lettere (A a fianchi divergenti/paralleli; lettere a vita alta/vita bassa, ecc.). Per rendersi conto se con un certo font sia possibile realizzare una scritta fatta in un certo modo bisogna dare un’occhiata all’intero set.
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