Dorsatrice
Una dorsatrice è una macchina che si usa in tipografia nella rilegatura dei blocchi di fogli con un nastro adesivo.
Sul web non si trovano definizioni precise. Ci sono però vari filmati che ne mostrano qualcuna in azione.
Una che è stata ripresa varie volte è la Horizon Gms-7. Gli opuscoli vengono messi in un apposito alloggiamento sulla sinistra, da cui vengono prelevati in automatico uno per volta grazie ad un sistema di leve, e trasportati su un ripiano per un paio di metri fino ad uscire dall’altro lato con un nastro adesivo applicato su un lato. Il nastro viene applicato in due fasi: prima sul lato inferiore, poi piegato e incollato anche sul lato superiore. Una barriera deve essere regolata manualmente per far sì che gli opuscoli vengano selezionati uno alla volta. I comandi sul pannello sono ben pochi: oltre all’accensione, tre interruttori, tre manopole, altri tre pulsanti.
In inglese l’operazione si definisce “spine taping”. Un’altra macchina dorsatrice, che però funziona manualmente, è la Omm Marchetti Soyuz. Il nome dell’azienda sembra italiano, ma su Wikipedia non esiste nessuna voce dedicata, né in italiano né in inglese. Qui l’opuscolo transita in verticale, e l’adesivo viene prima applicato sul bordo inferiore, poi contemporaneamente avanti e dietro.
Secondo il sito ufficiale l’azienda è stata fondata nel 1970, ed è oggi leader europea nella produzione di attrezzature per la prestampa e legatoria. La sede principale a Bologna occupa una superficie di circa 4 mila metri quadri. I prodotti vengono venduti in oltre 40 paesi del mondo.
La Soyuz prevede il trascinamento manuale del blocco dei fogli da rilegare (il taglio e l’applicazione del nastro avviene automaticamente durante l’operazione). Il prodotto di fascia superiore della stessa azienda si chiama Vega. Qui i blocchi vengono trasportati automaticamente. La velocità può essere regolata fino a 1200 blocchi l’ora (in base al tipo di blocco). Lo spessore minimo a cui può operare è 8 mm, il massimo 30. “La lunghezza del blocco può essere infinita”, dice la descrizione sul sito.
La macchina può lavorare anche con nastro termoadesivo, previa applicazione di apparecchio termoriscaldante per cui la macchina è predisposta.
La scheda sul sito parla di 100 kg di peso netto, 83 di peso lordo (come fa il lordo ad essere minore del netto? Boh. Probabilmente hanno invertito le etichette. Nella Soyuz il lordo è di appena 16 kg, 12 kg il netto).
L’azienda ha caricato su Youtube anche un video in cui si mostrano le operazioni necessarie per regolare la macchina sulle dimensioni del blocco e per caricare il nastro. Nel filmato si vede l’inserimento di un blocco per volta.
Mentre queste macchine prevedono il taglio automatico del nastro, dispositivi più primitivi prevedono l’applicazione automatica del nastro in continuo a tutti i blocchi che vengono fatti passare nel dispositivo. Un operatore deve poi usare il taglierino per separare i prodotti finiti uno dall’altro.
Sul web non si trovano definizioni precise. Ci sono però vari filmati che ne mostrano qualcuna in azione.
Una che è stata ripresa varie volte è la Horizon Gms-7. Gli opuscoli vengono messi in un apposito alloggiamento sulla sinistra, da cui vengono prelevati in automatico uno per volta grazie ad un sistema di leve, e trasportati su un ripiano per un paio di metri fino ad uscire dall’altro lato con un nastro adesivo applicato su un lato. Il nastro viene applicato in due fasi: prima sul lato inferiore, poi piegato e incollato anche sul lato superiore. Una barriera deve essere regolata manualmente per far sì che gli opuscoli vengano selezionati uno alla volta. I comandi sul pannello sono ben pochi: oltre all’accensione, tre interruttori, tre manopole, altri tre pulsanti.
In inglese l’operazione si definisce “spine taping”. Un’altra macchina dorsatrice, che però funziona manualmente, è la Omm Marchetti Soyuz. Il nome dell’azienda sembra italiano, ma su Wikipedia non esiste nessuna voce dedicata, né in italiano né in inglese. Qui l’opuscolo transita in verticale, e l’adesivo viene prima applicato sul bordo inferiore, poi contemporaneamente avanti e dietro.
Secondo il sito ufficiale l’azienda è stata fondata nel 1970, ed è oggi leader europea nella produzione di attrezzature per la prestampa e legatoria. La sede principale a Bologna occupa una superficie di circa 4 mila metri quadri. I prodotti vengono venduti in oltre 40 paesi del mondo.
La Soyuz prevede il trascinamento manuale del blocco dei fogli da rilegare (il taglio e l’applicazione del nastro avviene automaticamente durante l’operazione). Il prodotto di fascia superiore della stessa azienda si chiama Vega. Qui i blocchi vengono trasportati automaticamente. La velocità può essere regolata fino a 1200 blocchi l’ora (in base al tipo di blocco). Lo spessore minimo a cui può operare è 8 mm, il massimo 30. “La lunghezza del blocco può essere infinita”, dice la descrizione sul sito.
La macchina può lavorare anche con nastro termoadesivo, previa applicazione di apparecchio termoriscaldante per cui la macchina è predisposta.
La scheda sul sito parla di 100 kg di peso netto, 83 di peso lordo (come fa il lordo ad essere minore del netto? Boh. Probabilmente hanno invertito le etichette. Nella Soyuz il lordo è di appena 16 kg, 12 kg il netto).
L’azienda ha caricato su Youtube anche un video in cui si mostrano le operazioni necessarie per regolare la macchina sulle dimensioni del blocco e per caricare il nastro. Nel filmato si vede l’inserimento di un blocco per volta.
Mentre queste macchine prevedono il taglio automatico del nastro, dispositivi più primitivi prevedono l’applicazione automatica del nastro in continuo a tutti i blocchi che vengono fatti passare nel dispositivo. Un operatore deve poi usare il taglierino per separare i prodotti finiti uno dall’altro.
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