GriffosFont

Su Identifont ci sono solo due font attribuiti a Griffo: il Poliphilus e il Griffo classico.
Il primo è stato disegnato nel 1920 da Stanley Morison, riprendendo le forme realizzate nel 1499 da Aldo Manuzio per il testo dell’Hypnerotomachia Poliphilii.
Il secondo invece è cofirmato da Franko Luin, 1993, Omnibus Typografi.
Secondo Identifont Griffo sarebbe “il primo type designer”, nel senso che produsse per Manuzio i primi caratteri che non si basavano su quelli dei manoscritti.
Il suo progetto iniziale a Venezia fu il Bembo. Inventò il corsivo italico, dicono. Ovviamente i principali caratteri di cui si è occupato vengono classificati a nome di Manuzio.
Su FontSquirrel c’è un GriffosFont in due versioni, regular e maiuscoletto.
Usare questo font in certi programmi come OpenOffice può causare una sgradevole macchia d’inchiostro in corrispondenza di uno dei tratti sul video, ma solo a certe dimensioni.
Le lettere accentate sono tutte presenti. Si tratta comunque di un font gratuito.
Il disegnatore è Manfred Klein Fonteria. Che Identifont non conosce. Parecchi i font a nome suo su FontSquirrel, tra cui l’Ugly Qua (che imita un primitivo tentativo di stampa), il Bodoni Xt (dalle forme ideali con contrasto accentuato), il Bodoni Town (più eurostileggiante), l’Aquiline Two (bella calligrafia a mano d’epoca) e il Floralia (decorazioni floreali). C’è pure un typewriter monospace sans, uno slab, un condensed e qualcosa di più originale, anche ispirato a caratteri d’epoca.
Per tornare al Poliphilus, Identifont segnala solo tre caratteri simili, tutti abbastanza sconosciuti: Tarocco, Stanhope e Nordik. Disegnatori, rispettivamente: Stefan Hattenbach 2000-2006 (Mac Rhino e Psy/ops), Leslie Usherwood 1904-1992 (International Typefounders) e Bo Berndal 1992 (Monotype Imaging).
Tra le caratteristiche di questi font, la A con l’asta più spessa che spunta in alto a sinistra, la M a pianta trapezoidale, la T con le grazie che seguono un andamento parallelo, cioè asimmetrico.

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