Landi

Stavo cercando qualcuno dei primi esempi di Memphis. Tratto in inganno dal nome, mi pareva di ricordare che fosse un font molto antico. Invece risale al 1929 ed è influenzato dal Futura e dalle teorie sui sans geometrici tedeschi.
L’autore è Rudolf Wolf, per la Stempel, anch’essa tedesca.
Il nome Memphis qua in Italia fa venire in mente la città americana in cui è nato Elvis Presley, ma in realtà è il nome della città egizia qui conosciuta come Menfi. Il font è uno slab, il nome venne scelto perché gli slab nell’Ottocento venivano genericamente chiamati egizi, anche se con l’Egitto non avevano molto a che vedere.
La pagina di Wikipedia dedicata al Memphis cita un carattere italiano, della Nebiolo, che subito ha acceso la mia attenzione. Rosmini. Mai sentito nominare.
Rapida ricerca sul web e non viene fuori niente. Il nome non compare nella lista delle famiglie di caratteri commercializzate dalla fonderia torinese. Compare nella pagina di Wikipedia dedicata al Beton, probabilmente scritta dalla stessa fonte che si è occupata del Memphis, visto che il paragrafo è praticamente ripetuto. Ma come gli viene in mente di citare un carattere che non esiste?
Però le vie di Google sono infinite, e, chissà come, il motore di ricerca mi restituisce una pagina di Archivio Tipografico in cui c’è un vecchio specimen della serie Landi, della Nebiolo. In cui compare la parola Rosmini. Può darsi che qualcuno abbia fatto confusione tra la parola di prova e il nome del carattere.
In circolo non c’è nessun revival digitale del Landi. Lo stesso Fonts In Use conosce solo due versioni derivate: il Landi Echo, solo maiuscole, con un profilo inline obliquo che compare all’interno delle lettere, definito una versione del Welt-Antiqua realizzata da Alessandro Butti nel 1939 e digitalizzata solo per un font gratuito nel 2011 da Claud Pelletier; e il Landi Linear, firma Novarese, anno 1945, outline nella parte centrale, pieno solo nella fascia superiore e inferiore.
Il Welt-Antiqua risale al 1931-34, disegnato da Hans Wagner, disponibile attualmente in varie versioni, commercializzato con nomi diversi, tra cui Landi dalla Nebiolo.
Nessun riferimento al Memphis nella didascalia del sito, eppure la data che ci viene fornita precede questa di due anni.
Il pubblico moderno tende ad associare i caratteri di questo tipo al Rockwell, disegnato nel 1934. “A reworking of the Inland Typefoundry face Litho Antique”, dice Fonts In Use, a cui Morris F. Benton aggiunse nuovi stili alla Atf, prima che Pierpont allestisse una versione per la Monotype.
Ma il Rockwell è diverso. Prima di tutto per quella barra orizzontale sulla vetta della A, e poi perché la a minuscola è a due piani, mentre quella del Memphis e affini era ad uno. Appunto, seguendo l’influenza del Futura, con l’aggiunta delle grazie slab.
Quante? Dipende. Il Memphis ne aveva due, una all’estremità superiore dell’asta, una all’estremità inferiore. Una scelta che è praticamente caduta in disuso: difficile al giorno d’oggi trovare tra i font più diffusi qualcuno che abbia risolto la questione in questo modo.
Nel Landi invece la grazia della a era solo quella inferiore. Questa è una cosa che stupisce molto un addetto ai lavori che ha postato uno specimen su Pinterest, insieme al fatto che la C è senza grazie (mentre nel Rockwell ha una grazia slab all’estremità superiore).
Il Beton invece aveva una a a doppio livello, mentre la A maiuscola aveva la grazia superiore che si allungava solo sulla sinistra.

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